Bacon e il giovane cameriere bello come il Perseo del Cellini

In questa rubrica vi raccontiamo storie, aneddoti, gossip e segreti, veri, verosimili o fittizi riguardanti l’arte e gli artisti d’ogni tempo. S’intende che ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti sia puramente casuale

Sono molte e note le storie di Francis Bacon e dei suoi eccessi alcolici. Anche in Italia, dove pare abbia lasciato dietro di sé numerose tracce di abbuffate pantagrueliche assieme ad amici dai dubbi costumi, e di risse notturne, quando l’alcol aveva superato i livelli di guardia, con conseguenti danni ai poveri ristoratori che avevano avuto la sventura di ospitare quella malaccozzata compagnia.

Una, in particolare, vale la pena di essere raccontata, perché fu la stessa proprietaria del ristorante, Lisetta Menardi del ristorante Beppe Sello di Cortina d’Ampezzo, a narrarla a uno scrittore dal misterioso e visionario talento, Giorgio Soavi, che di Cortina fu un frequentatore abituale. “Una sera Lisetta mi disse, con parole molto pacate, che Bacon era già stato a cena da lei qualche sera prima”, racconterà Soavi in un suo curioso libriccino oggi difficilmente trovabile (Viaggio in Italia di Bacon), “e che poi ci era tornato con più di una ventina di amici. Tutti inglesi o irlandesi. Erano già bevuti e, come tutti quelli che bevono, mangiavano poco. Quel poco veniva annegato nell’alcool. A un certo momento Bacon si è messo a litigare con un amico e da lì è cominciata la rissa. Hanno buttato per terra tutto quello che c’era sulla tavola, sfasciato delle lampade, per finire in un bordello collettivo”.

Un asserito testimone oculare di quella movimentata serata, che si professa partecipante, in gioventù, alle scorribande notturne di Bacon, sarà più dovizioso di particolari: “Venne molto apprezzato”, racconterà, “il vino di Beppe Sello, e c’era anche un cameriere molto bello, un ragazzo che sembrava un po’ George Dyer (uno degli storici amanti di Bacon, ndr), ma in bello… Francis disse: ‘Assomiglia al Perseo del Cellini’”.

Bacon, che secondo il nostro compagno di giovanili scorribande baconiane era solitamente un gentleman, ma che cessava di esserlo dopo una certa dose di alcool, cominciò a quanto pare a dare “delle pacche sul sedere” al giovane cameriere. Costui chiese spiegazioni. Ma Bacon niente: ci aveva preso gusto. “Alla terza pacca il cameriere si incazzò”, racconta dunque il nostro testimonio. “Parliamo di gente cortinese, sanguigna, insomma che alla gente famosa era abituata e non ci faceva caso… Io goffamente cercai di mediare, dicendo: ‘Ma guardi che la pacca è di un grande pittore!’. Questo mi disse: ‘Fosse anche il Papa io vi spacco il culo!’”. La situazione rapidamente precipita: “il pittore colpì il cameriere… il quale alla terza volta cercò di lanciargli un cazzotto. Ne nacque una sorta di rissa generale“.

“Lisetta”, chiosò Soavi nel suo libriccino, “alla fine è andata da Bacon e gli ha detto: ‘maestro, io ammiro la sua pittura ma qui state esagerando. Così non va’. Bacon voleva pagare tutto il disastro ma Lisetta ha detto che non importava poi tanto. E forse si è limitata a farsi pagare la cena”. E la cosa finì lì.

Le puntate precedenti degli aneddoti sulle vite degli artisti le potete trovare qua:

Picasso e quella strana passione per il bagno

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Annibale Carracci, i tre ladroni e l’invenzione dell’identikit

Quando Delacroix inventò l’arte concettuale

Il senso di Schifano per la logica e per gli affari

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Il prossimo aneddoto sulla vita degli artisti lo trovate qua:

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