Cercare la madre in un luogo vivo: “20.12.53 · 10.08.04 “ di Moira Ricci al MUFOCO

Curato da Roberta Valtorta, questo progetto tematico della fotografa orbetellana Moira Ricci ha nel titolo, “20.12.53 – 10.08.04”, la data di nascita e di morte dell’amata madre. I dieci anni che intercorrono sino ad oggi costituiscono il tempo che l’artista ha speso per rielaborare queste 50 immagini in cui protagonista assoluta è appunto la madre Loriana.

L’intera serie è in mostra, prima volta nella sua interezza in Italia, sino al 13 ottobre 2024 al MUFOCO di Cinisello Balsamo che, vincitore di un bando ministeriale, ha potuto acquisirla ed esporla pubblicamente nella sala superiore della struttura.

Come afferma Valtorta, “Moira Ricci richiede tempi lunghi per la realizzazione di un progetto e questo sulla madre e sul dolore della perdita diventa una sorta di propria camera chiara barthesiana”, in cui c’è un legame più che altrove fortissimo tra operator (colui che fa la foto) e spectrum (colui che è immortalato nella foto).

“E, entrando nella dimensione tecnica del progetto – continua Roberta Valtorta – Moira Ricci si colloca agli albori dell’uso digitale in Italia, in posizione sicuramente pioneristica.” Nei fatti, il progetto è una serie tematica che introduce la figura digitale della fotografa nelle fotografie famigliari in cui compare sempre la madre, a volte da sola a volte in compagnia di altri parenti e amici. Pertanto, ogni foto esposta nasce dalla contaminazione dei due strumenti, la camera analogica e quella digitale, per fare sintesi in opere fotografiche apparentemente semplici ma dal grande valore invisibile: il dolore, l’elaborazione del lutto, la memoria. 

“Ho sentito il bisogno di cercare mia madre in un luogo. Questo luogo, apparentemente non vivo, è stato un album fotografico”, afferma con umana commozione Moira Ricci. “Ne ho studiato attentamente le pose, gli abiti, le luci, le ombre, le presenze attorno, perché ho avuto la necessità di entrarci”.  

E all’occhio dello spectator (il fruitore) scorre un sentiero di vita, impersonato dalla madre, bambina a scuola, al mare, in campagna, nel suo negozio di parrucchiera, in moto, in chiesa, ad una festa, accompagnata in tutti e 50 gli scatti dalla presenza a posteriori di Moira, quasi sempre laterale, mai sorridente, in alcuni casi con una prossimità emotivamente intensa, a volte da maggiore distanza e apparente (solo apparente) distacco.

Contestualmente,  il MUFOCO  ha acquisito  5 opere della  serie di Franco Vaccari “Photomatic d’Italia 1973-1974”, in questo caso  nell’ambito dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2023”, che sono esposte nel piano inferiore della sede, insieme a 6 libri d’artista sempre del fotografo modenese. 

Pure qui, anche se in modo e con risultati differenti, si afferma lo stesso risultato creativo del progetto di Moira Ricci, ovvero un progetto fotografico dall’esito apparentemente semplice nelle sue modalità ma con molti elementi concettuali retrostanti. Il progetto, infatti, si avvale del concorso delle photomatic (le cabine automatiche per fototessere) e di chi va a produrre la storica striscia di 4 foto che, a quel punto, lascia traccia del proprio passaggio a vantaggio di Vaccari.

L’anno prima della data di questa serie, nel 1972, il fotografo modenese aveva collocato una photomatic alla Biennale di Venezia, lanciando i prodromi del progetto compiuto nei due anni successivi. Lo spazio privato in cui si cimenta il passante che va a farsi fotografare diventa così spazio pubblico, letteralmente dilatato grazie all’intercessione automatica di ben 700 dispositivi sparsi in tutta Italia.

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