A Roma, nel quartiere di Torre Angela, già dal 2021 esiste CONDOTTO48, artist run – space dove sperimentazione e ricerca artistica regalano nuove chiavi di lettura di una delle zone della capitale considerata marginale. Verdiana Bove, Francesca Romana Cicia, Luca Di Terlizzi, Emanuele Fasciani e Caterina Sammartino mettono in relazione la propria pratica artistica in un dialogo sempre diversificato tra arte e territorio, non producendo risposte ma solo possibilità di confronto; in seguito a recenti lavori di ristrutturazione, lo spazio ospita una Project Room dove vengono chiamati ad intervenire artisti e curatori con progetti che rendono la location del collettivo un luogo di scambio destinato alla collettività.
Emerge in modo determinate la volontà di interazione con il pubblico, rendendo strumentale per la sopravvivenza dello spazio il confronto costante con l’esterno. A raccontare le motivazioni che si celano dietro la realizzazione del progetto sono proprio i componenti di Condotto 48, anticipando anche obiettivi e prospettive future.
Come si colloca CONDOTTO48 nel panorama artistico romano? Che obiettivo vi siete posti con questo spazio anche in relazione alle vostre prospettive di carriera?
Luca Di Terlizzi: Condotto 48 si colloca perfettamente all’ interno del panorama artistico romano perché è proprio a Roma che bisogna “fare breccia” per nuove proposte e nuove idee! Siamo partiti con il progetto di condotto in un momento molto fertile per il movimento degli artist run space romani e non solo. Avendo avuto la possibilità, ci siamo messi immediatamente a lavoro, per ospitare ed esibire artisti italiani e stranieri.
Abbiamo collaborato con partner esterni come Villa Medici, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Gam – Galleria d’Arte Moderna di Roma, Mucho Mas Artist Run Space, Roma diffusa, Spazio Taverna ed altri, proponendo la nostra idea di arte contemporanea per la città. Nell’ultimo anno, siamo risultati vincitori di un bando culturale relativo al VI municipio di Roma e collaboriamo con partner che sono centri di produzione culturale e artistica indipendente no profit di base a Roma. L’obiettivo del nostro spazio è senza dubbio quello di fare ricerca. Per noi ogni occasione è un momento di sano privilegio e di connessione! Avere una carriera come singoli artisti non ci impedisce di pensare ad un progetto parallelo condiviso che esce fuori dalle ricerche artistiche personali e si ramifica altrove.
I vari membri di Condotto declinano la loro pratica artistica in modo differente: cosa vi unisce e rende la convivenza felice e produttiva?
Caterina Sammartino: Ognuno di noi artisti di CONDOTTO48 ha una propria ricerca artistica e declinata in un modo estremamente personale, ci muoviamo effettivamente tra la pittura, l’installazione e la scultura. Ciascuno di noi porta avanti in modo indipendente il proprio pensiero e i mezzi o le forme espressive con cui si sente più a proprio agio.
Tuttavia siamo e ci sentiamo intrinsecamente vicini, probabilmente perché tra noi c’è molta stima a livello professionale, ma anche, e soprattutto, umano. Siamo amici, ma anche colleghi (e sappiamo benissimo quanto questo sia un binomio molto spesso inconciliabile), eppure siamo riusciti in qualche modo a scindere le due sfere e a trovare, ma soprattutto a costruire anche con molta fatica, quel delicato, ma anche estremamente appagante, equilibrio che ci porta a vivere l’ambiente dello studio, di CONDOTTO48, come un luogo di lavoro ma anche e soprattutto di scambio che ci porta ad una crescita collettiva e individuale, dove abbiamo considerazione del pensiero e della professionalità l’uno dell’altro. Penso che la chiave della nostra convivenza, sia in conclusione, effettivamente la stima che nutriamo l’uno per l’altro, che ci porta a vivere in modo positivo lo Spazio in cui viviamo insieme.
Ci raccontate l’idea della Project Room anticipando qualche progetto futuro? Come selezionate gli artisti ospiti?
Francesca Romana Cicia: Per rispondere a questa domanda, inizierei con la premessa che CONDOTTO48 nasce per necessità di spazio, in diverse forme. Come singoli artisti, cercavamo uno studio per poter lavorare e portare avanti le nostre ricerche individuali. Allo stesso tempo, come insieme di persone, sentivamo l’esigenza di uno spazio per accogliere idee, pensieri, dialoghi, esperienze, scambi, incontri… È così che nel 2022 nasce la Project Room all’interno di CONDOTTO48, dando vita a tutti i progetti che abbiamo potuto accogliere in questi due anni. La scelta degli artisti, sin dagli esordi, è stata seguita da un curatore che ha collaborato con noi fino a Giugno del 2024.
Ad oggi stiamo cercando nuove direzioni e collaborazioni, aprendoci a diverse forme di dialogo. Riguardo gli eventi futuri, al momento, stiamo lavorando insieme al duo curatoriale composto da Beatrice Ciotoli e Irene Iodice per un progetto espositivo che avrà come protagonisti, gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione di Cuticole, una collana di libri di piccole dimensioni, ideata e allestita da Martha Micali e Klim Kutsevskyy, composta graficamente da DITO Studio.
Da dove nasce l’idea di creare questo spazio?
Emanuele Fasciani: L’idea di creare uno spazio artistico nasce da un’esigenza maturata durante gli ultimi anni dell’Accademia e amplificata durante il periodo della pandemia. In quel singolare frangente storico quella che era quasi un’utopia inizia a palesarsi come forte necessità da realizzare. Proprio tra le mura dell’Accademia, istituzione per antonomasia destinata alla conoscenza, è avvenuto un fertile scambio di opinioni, pareri e bisogni tra Francesca ed Emanuele nel cui scambio presto si sono aggregati Luca, Caterina e Verdiana tra i quali è avvenuto un concatenamento di idee che ha traghettato le parole sul piano del reale.
Nella ricerca di uno spazio adatto ci sono state delle difficoltà pratiche, quali la tipologia di quartiere da prediligere, i metri quadrati opportuni da ricercare, la mobilità limitata in zona rossa. Nella fase di osservazione la scelta del locale dove è nato CONDOTTO48 è stata guidata da elementi di semplicità, tra odori di bucato e cucina multietnica. Gli ampi spazi di CONDOTTO48 ci hanno conquistato e la presenza di un condotto di areazione di colore giallo ha immediatamente ispirato il nome, permettendo di familiarizzare con esso fino a convincere tutti che fosse il luogo giusto.
Perchè avete deciso di stabilirvi proprio a Torre Angela? Ci sono motivazioni meramente logistiche dietro questa scelta oppure vi si cela anche una ragione ideologica?
Verdiana Bove: CONDOTTO48 è nato nel 2021, in pieno post covid, dall’esigenza di condivisione del processo creativo, di reciproca critica e supporto tra i membri fondatori. Ci siamo stabiliti a Torre Angela perché abbiamo trovato un ampio spazio che soddisfa le nostre necessità. Al tempo stesso abbiamo riconosciuto la cornice perfetta per fondare una nuova realtà, definire una visione comune del fare arte in un modo tutt’altro che autoreferenziale, ma anzi che potesse accogliere non soltanto gli addetti ai lavori, ma gente comune, in una logica di partecipazione e inclusività tra artista, fruitore, abitanti del quartiere che ci ospita.
Una realtà culturale è allora inevitabilmente un ponte tra periferia e centro: CONDOTTO48 si è affermato come catalizzatore di progetti artistici sperimentali di artisti italiani e internazionali e di proficue collaborazioni con realtà sia indipendenti che istituzionali. Non a caso, tra gli ultimi progetti promossi, vi è OOR – Out Of Residency – il progetto espositivo curato da Porter Ducrist, che ha messo in dialogo i fellows delle istituzioni culturali straniere con gli artist-run space della periferia capitolina, con l’obiettivo di connettere, contaminare e far incontrare i protagonisti della scena artistica romana.