Il giorno 22 giugno, dalle ore 17:00, il Complesso Monumentale della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum di Roma accoglierà la mostra personale “Creatività da Vendere” di Maria Rita Onofri, pittrice, scultrice e orafa. La mostra è organizzata con la curatela di Gastone Ranieri Indoni, critico d’arte e direttore artistico delle esposizioni del Seraphicum. L’evento segna un importante momento nell’ambito del nuovo polo museale culturale della facoltà, la cui mission è il riconoscimento e la valorizzazione dell’eredità artistico-culturale dei luoghi francescani in Italia.
La mostra presenta ventisei opere di Onofri, una delle quali è un’installazione in juta dipinta. L’artista utilizza una tecnica innovativa che fonde la pittura a spatola con l’inserimento di elementi metallici come alluminio, argento e rame. Questa fusione crea un effetto tridimensionale che eleva il quadro tradizionale al livello di bassorilievo, offrendo al pubblico una nuova prospettiva visiva.
Maria Rita Onofri è solita inserire nella sua arte temi profondamente radicati nella natura, interpretandone le diverse apparenze e intrecciandole con la realtà umana e animale. “Sono nata nel colore,” afferma l’artista, spiegando come fin dall’infanzia abbia trovato nei colori un modo per esprimere la simbiosi affettiva e creativa con sua madre.
L’approccio artistico di Onofri è frutto di anni di studi interdisciplinari che le hanno permesso di dominare tanto le tecniche tradizionali quanto quelle innovative. Il suo lavoro sfida la dimensione bidimensionale del quadro per aprirsi a una narrazione spaziale, dove il pubblico può sentirsi partecipe di un dialogo visivo stimolante e profondamente emotivo.
L’esposizione al Seraphicum non solo offre la possibilità di apprezzare il singolare talento di Maria Rita Onofri, ma anche di riflettere sulla capacità dell’arte di connettere storia, cultura e innovazione. Attraverso il lavoro di quest’artista, si apre un dialogo con il patrimonio dei santuari francescani, ponendo le premesse per una continuità culturale che fa della creatività un ponte tra passato e futuro.