Desiderio e decadenza: a Milano Terry Rodgers svela i segreti nascosti dell’alta società

Desiderio, lussuria, abbondanza, eccesso, solitudine, sono solo alcuni dei temi toccati da Terry Rodgers, artista americano, classe 1947, che racconta attraverso alcuni lavori presentati in una affascinante mostra, “The Last Supper – Visions of Eternal Return”, nella sede milanese di Wizard Gallery, in corso fino al prossimo 3 novembre. Le sue opere, presentate internazionalmente in moltissime mostre personali e collettive tra gli Stati Uniti e l’Europa, sono riflesso di una società contemporanea complessa, una società dei consumi, popolata da personaggi caratteristici, un’alta borghesia, spesso giovani privilegiati incastrati in una condizione di totale confusione costante, tipica della società attuale, sospesi in un limbo incerto, in cui emerge chiaramente la disconnessione tra desiderio, immaginazione e realtà.

È un’arte provocatoria la sua, dai contenuti spesso estremi che sfidano i limiti del convenzionale. Seducenti figure disinvolte ed audaci, incontri di corpi impegnati all’abbandono di sé stessi al piacere, si muovono in contesti di intimità e trasgressione. Corpi che a loro volta seducono l’osservatore, inducendolo ad una riflessione più ampia. Questi personaggi, pur nella loro esplicita fisicità, in una dichiarata sensualità di gesti e pose, sembrano voler comunicare qualcosa di più e portano ad interrogarsi sul rapporto tra identità e desiderio. Il loro fascino non è solo carnale o meglio, non solo, è anche una seduzione più astratta, intellettuale, che spinge a riflettere sulle dinamiche del potere, dell’autenticità e della vulnerabilità.

Terry Rodgers installation view Courtesy Wizard Gallery

Anche quando l’artista dipinge immagini di gruppo, feste a bordo piscina, gli sguardi dei personaggi sono spesso persi nel vuoto, a tratti sconnessi dalla realtà. Ogni figura è immersa in una propria solitudine e chi osserva ne rimane attratto. Lo spettatore però non viene attirato grazie allo sguardo che sorprendentemente non si incontra, ma è forse proprio grazie a questa distanza che si viene a creare una sottile quanto forte carica emotiva, innescando un gioco sottile tra attrazione e distacco. Qualcosa viene lasciato in sospeso. Nonostante la distanza degli sguardi, tutto quello che è rappresentato risulta magnetico agli occhi del visitatore, di un’intensità e potenza singolare.

Terry Rodgers spinge a riflettere sulla condizione di noi tutti, sulle nostre debolezze, sui nostri compromessi, sulla complessità delle relazioni umane e tutto quello che ci rende migliori. Pone interrogativi anche sul ruolo del corpo nella società di oggi, sul confine tra libertà individuale e pressione sociale. Nascono in questo modo molte domande circa il ruolo del corpo inteso come insieme ed oggetto di norme, valori ed aspettative sociali. Il corpo è strumento di comunicazione e come tale rappresenta anche un agglomerato di ideali culturali, in un mondo in cui le norme sociali esercitano un’influenza costante.

Terry Rodgers installation view Courtesy Wizard Gallery

I dettagli minuziosi lasciano senza parole e i colori accesi e vibranti creano immagini reali, corpi lucidi, brillanti, vivi. L’insieme di tutti i particolari crea una forte attrazione ed attenzione. “Con dettagli squisiti e pennellate generose, le numerose figure, gli oggetti e gli altri pezzi d’arredamento si raggruppano con uguale opulenza seguendo le linee di composizioni sofisticate e dense. Operando come campi di risonanze semantiche, i quadri presentano colori, forme e motivi che insieme creano nuovi e inaspettati significati che rivelano l’interesse di Rodgers per le questioni di classe, genere e identità”.

L’artista statunitense ritrae la “politica del corpo contemporanea” muovendosi tra piacere visivo e desiderio indicibile, giocando con una certa carica provocatoria, rivendicando il corpo non solo come “fisico” ma anche come intellettuale, un’entità complessa e completa, capace di richiamare l’attenzione su sé stesso, sugli altri ed invitando ad andare oltre. Una mostra non solo affascinante dal punto di vista estetico, ma anche rivelatrice, capace di svelare e far riflettere su aspetti nascosti e complessi della società moderna, attraverso rappresentazioni estremamente dettagliate, tipiche dell’iperrealismo, altre fotografiche, che permettono di cogliere sfumature ed aspetti della realtà in modo davvero intenso.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

La Musa surreale, Alessandra Redaelli racconta Gala Dalì in prima persona nel suo nuovo libro

Nel libro La musa surreale, Alessandra Redaelli ripercorre, attraverso la voce della stessa protagonista, la vita della musa di Salvador Dalì, non solo come compagna del celebre pittore, ma come una figura indipendente, capace di determinare il proprio destino.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno