Dal 5 all’8 settembre torna a Capo Vaticano per la decima volta il Family Festival “Estate a Casa Berto” organizzato e diretto da Antonia Berto, figlia di Giuseppe Berto, e dal giornalista Marco Mottolese. La manifestazione si svolge nella Tenuta che dagli anni Cinquanta fu rifugio e dimora di Berto.
Tutti conosciamo Giuseppe Berto per “Il Male Oscuro“, romanzo incentrato sulla travolgente energia degli stati d’animo. Lo stile è dichiaratamente psicanalitico, l’ispirazione a La coscienza di Zeno di Svevo e a La cognizione del dolore di Gadda sono evidenti. Nella suggestiva cornice di Capo Vaticano dove si erge il fatale promontorio dei vaticini custodito dalla Sibilla, che gli antichi naviganti dei tempi di Omero consultavano prima di affrontare Scilla e Cariddi, Berto inizia a fare scorrere il suo flusso di coscienza, lo fa con attenzione, sensibilità e con quella profondità d’animo che gli è sempre appartenuta. La nevrosi non è descritta: è mimata e incarnata. Questo è l’unico modo per liberarsi di quel male oscuro che dà nome al romanzo. Berto ripercorre gli avvenimenti salienti della sua esistenza, li analizza, li sviscera con precisione e puntiglio. Dal complicato rapporto col padre, al presunto complesso di Edipo nei confronti della madre, tutto scorre, senza barriere e limiti. Tutto serve e contribuisce a trovare un ordine, presunto o tale, a tutti quei pensieri confusi e apparentemente slegati tra loro che affollano la sua mente. Ciò è reso possibile grazie allo sfondo, quel paradiso nascosto, quel punto di approdo che gli ha permesso di dare vita a delle risonanze emotive e creative senza eguali.
Noi, in vista dell’inaugurazione del Festival, abbiamo incontrato Marco Mottolese e abbiamo fatto una chiacchierata con lui.
Come è nata l’idea di dare vita ad un festival dedicato a Giuseppe Berto?
Antonia era tornata in Italia, dopo trentatre anni negli Stati Uniti, per occuparsi dei diritti delle opere del padre e della tenuta. Io le ho dato una mano. Poi nel 2015, quasi per gioco, abbiamo deciso di fare un primo evento dedicato a Berto. Abbiamo avuto un grande riscontro, così, l’anno dopo, abbiamo dato vita a qualcosa di più strutturato e meditato. Berto era una personalità particolare: il nostro intento era (ed è) quello di rivalutare la sua figura e scoprire tutta una serie di cose che non erano state riconosciute. Alla base del nostro progetto vi è la volontà di creare un ambiente familiare, dove sia gli ospiti che gli avventori stiano insieme, come una vera e propria famiglia. Il marito di Antonia è uno chef e cucina per tutti, anche questo è un ulteriore elemento che unisce e lega le persone.
Com’era il rapporto di Berto con gli abitanti di Capo Vaticano? E come le sembra che il paese viva il festival e la sua memoria?
La verità è che lui era molto legato a quella terra, l’aveva scelta come rifugio, come musa ispiratrice per la sua scrittura. Ogni scrittore ha dei posti che lo ispirano e altri che lo frenano, che lo bloccano. Capo Vaticano era per Berto un vero e proprio talismano; partecipava alla vita cittadina, giocava a carte con i contadini, si recava al faro a chiacchierare con il guardiano, andava in giro a cercare suppellettili archeologiche che ancora si trovavano in loco. Tra gli abitanti ha lasciato un bellissimo ricordo e gode anche di un alto grado di riconoscenza: ha preservato ettari di terra che oggi sarebbero abbandonati a loro stessi. La Costa degli Dei è un luogo magico e, senza ombra di dubbio, lo dobbiamo proprio a lui. Capo Vaticano lo sa ed esprime la sua gratitudine.
Ogni anno il festival è sempre più ricco e gode di buon successo di pubblico e di critica, avete intenzione di andare avanti con altre edizioni?
Quest’anno è il decimo anno che facciamo il festival (con una pausa nel 2020 per il covid); abbiamo un team di giovani molto attivo: si occupa di tutto, dalla logistica, alla fotografia a qualsiasi altra mansione. Gli stessi dipendenti di Antonia sono tutti coinvolti nella manifestazione, inoltre abbiamo anche una buona parte di volontariato. Noi speriamo che l’avventura continui, da un gioco siamo arrivati ad avere un festival tra i più importanti della Calabria. La Regione e il Comune iniziano ad aiutarci: questo ci permetterà di avere un numero di presenze maggiore.
Il festival attrae anche un gran numero di esponenti della cultura, del cinema e della musica. Questo determina un festival ricco e completo: tra gli altri saranno presenti Diego de Silva e Massimo Sideri.
Sì, senza ombra di dubbio, alla base credo che ci sia il fatto che le persone si trovano bene al Festival, rispondono positivamente al clima familiare che abbiamo creato. Il Professor Alleva, etologo che venne l’anno scorso a parlare degli animali, quest’anno ci ha chiesto di tornare. Sarà presente Diego de Silva che ha scritto la prefazione di Fantarca, un libro emblematico, distopico, scritto da Berto nel 1964 e ambientato nel 2160 che affronta la questione meridionale ma con un punto di vista straniante: il mondo è affidato alle macchine e alla tecnologia. Berto immagina che tutti i calabresi vengano spediti su Saturno. I personaggi del libro sono tutte persone che lui ha conosciuto e a cui si è ispirato. Il grande musicologo e pianista Roman Vlad trasse per la Rai, nel 1966 per la regia di Vittorio Cottavi, un’opera musicale in un solo atto che verrà proiettato durante la presentazione del libro. Poi verrà Massimo Sideri, esperto di innovazione e intelligenza artificiale che ci parlerà di Italo Calvino e di come anche questo scrittore abbia, esattamente come Berto, anticipato i tempi. Massimo Sideri dialogherà con Emanuele Trevi, scrittore e giornalista, Premio Strega 2021 e Giancarlo Loquenzi, conduttore di Zapping, Rai Radio 1. Il tutto sarà accompagnato da musica e proiezioni cinematografiche. Ogni anno proiettiamo un discreto numero di film in cassetta, quest’anno essendo il decennale, ci siamo focalizzati più su documentari sulla vita di Berto.
Estate a casa Berto
PROGRAMMA
5 settembre: 19,00: Lectio Magistralis dell’etologo e accademico dei Lincei Enrico Alleva “Dal
pesce al filosofo: evoluzione del cervello negli animali vertebrati”.
A fine “Lectio” domande e approfondimenti a cura dei giornalisti Giancarlo Loquenzi
e Antonio Armano. 21,30: “Musicare i pensieri”: sul palco il musicista Naip.
Introduce la giornalista Valeria Bonacci.
6 settembre: 19,00: Letteratura e innovazione. “Il visconte cibernetico. Come Italo Calvino ha
anticipato ChatGPT”. Il giornalista e firma del Corriere della Sera Massimo Sideri
dialoga sul tema con Giancarlo Loquenzi ed Emanuele Trevi. 21,30: Cineforum. Proiezione del documentario “Oh rovina! Breve saggio sul non finito” (2023) di Domenico Lagano. Alla presenza del regista e di Angelo Maggio, fotografo etnografico, ideatore del progetto “Cemento Amato”.
7 settembre: (ingresso gratuito) 18,30: Cerimonia di premiazione del Premio “Opera Prima Giuseppe Berto”. Dialogo con gli autori della cinquina condotto da Giancarlo Loquenzi e alla presenza dello scrittore Emanuele Trevi, Presidente della giuria del Premio Berto.
Letture dell’opera vincitrice a cura dell’attrice Anna Ammirati.
A seguire: proiezione del documentario “Viaggio nel Sud: la questione meridionale”
di Virgilio Sabel. Inchiesta Rai del 1958 commissionata agli scrittori Giuseppe Berto e
Giose Rimanelli. La puntata in proiezione è dedicata alla Calabria. In onore del “Premio Berto 2024”, verranno serviti in anteprima i nuovi cocktail “del
Capo” prodotti da Distillerie Caffo.
8 settembre: 19,00: Presentazione della riedizione del romanzo di Giuseppe Berto “La Fantarca”
(Neri Pozza editore). Ne parlano: Diego De Silva; Anna Mallamo; Antonio Armano,
Carlo Ducci, Marco Mottolese. Letture a cura dell’attrice Anna Ammirati.
Durante la presentazione, proiezione di spezzoni del film Rai “La Fantarca” (1966). Il
film è un’opera musicale per la televisione, diretta da Vittorio Cottafavi nel 1966,
con le musiche sono di Roman Vlad e riduzione del testo originale a cura di
Giuseppe Berto. Lo scrittore Diego De Silva firmerà le copie del suo nuovo libro “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi) in uscita il 10 settembre. 21,30: Concerto conclusivo. “C’era una volta…Cap1°”. Sul palco gli Isobel Kara.
Per tutta la durata del festival: mostra fotografica Cemento Amato a cura di Angelo
Maggio.