Feral Horses: come i Millenials possono investire in arte

Feral Horses: come i Millenials possono investire in arte

Feral Horses è una startup fondata nel 2014, ma lanciata sul mercato nel 2017, nonché la prima piattaforma online che permette agli utenti/investitori di acquistare quote di proprietà di opere d’arte contemporanea e, in un secondo momento, svolgere attività di trading sulle stesse.

La startup ha base a Milano e a Londra ed è stata lanciata da un team italo-francese composto da quattro ragazzi, Francesco Bellanca (CEO), Christian De Martin (CFO), Lise Arlot (CMO) e Romano Olivieri (Art Director).

Feral Horses startup via wwwferalhorsescouk

 

L’obiettivo è quello di offrire agli utenti, più o meno abbienti, la possibilità di diventare investitori “dal basso”: questi possono, infatti, acquistare quote di opere d’arte, rivenderle e/o riscuotere i profitti derivanti dal loro affitto.

“Creare un mercato dell’arte accessibile a tutti, meno rischioso, trasparente e più efficiente, che renda possibile investire in arte con soli £5. L’arte è un bene che va condiviso ed è per questo che riteniamo la comproprietà delle opere, più importante della proprietà individuale”, spiega Francesco Bellanca CEO di Feral Horses. in un’intervista rilasciata ad Artribune. E aggiunge: “Vogliamo aprire il mercato dell’arte a chi, fino ad ora, non aveva le possibilità economiche per farlo. La nostra piattaforma attrae specialmente i millennials, quella generazione che è alla ricerca di nuovi investimenti, ma che ha bisogno di fare micro-investimenti dato le esigue possibilità economiche”.

Difatti, la piattaforma prevede due aree: in una – mercato primario – gli utenti possono comprare quote delle opere d’arte (a partire dallo 0,1% della proprietà) direttamente dagli artisti a un prezzo fisso, in un’altra – mercato secondario – gli utenti potranno fare trading delle proprie quote.

Nella sezione primary market le quote vengono vendute ad un prezzo prestabilito (il primo portfolio aveva una quotazione media di 6mila sterline), e ciascun investitore può comprare fino al 20% di ciascuna opera.

Dopo 45 giorni, se l’opera d’arte ha raggiunto una percentuale minima concordata con l’artista (es.:75% delle quote), questa accede al secondary market, nel quale le quote possono essere vendute e comprate liberamente. L’azienda trattiene una fee dell’1% su queste transazioni secondarie.

Feral Horses startup via Wiredit

Feral Horses vuole, dunque, sviluppare un servizio onnicomprensivo che possa portare liquidità e trasparenza e che possa facilitare l’accesso ai benefici dell’arte come asset alternativo

Tramite contratti di noleggio di 6/12 mesi, le opere vengono esposte in spazi sempre diversi, garantendo costante visibilità agli artisti e alle loro creazioni”, ha dichiarato Bellanca. “Inoltre, affittiamo ad aziende dotate di spazi pubblici dove poter esibire le opere allo scopo di renderle note ai più. Con il profitto generato dalla locazione, diamo l’opportunità agli investitori di ottenere un guadagno costante, diminuendo il rischio tipico dell’investimento in alternative assets, come l’arte.

Rispetto all’autenticità delle opere ci sono garanzie sicure: infatti la startup collabora direttamente con gli artisti viventi, o con le gallerie, che rilasciano i certificati di autenticità delle opere.

Infine, tra i successi della startup, si conta la vendita, nell’estate del 2017, di 17 opere di 9 artisti europei, in soli 60 giorni, e l’inaugurazione della prima galleria temporanea con l’esposizione delle medesime. Al momento i servizi offerti sono disponibili in tutta Europa, ma il team si sta preparando al lancio negli USA.

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