A Torino è tornata la Contemporary Art Week, iniziata con l’accensione delle Luci d’artista che fino al prossimo gennaio illumineranno le strade e le piazze della città. Le installazioni Scia’Mano di Luigi Ontani e VR Man di Andrea Angelidakis sono tra le novità della ventisettesima edizione, entrambe esposte in piazza Vittorio Veneto. Ma è anche tempo di festa. La sera del 2 novembre è stata la Notte delle Arti Contemporanee. Musei, gallerie e spazi per l’arte hanno posticipato la loro chiusura e ridotto i prezzi d’ingresso.
Dal 31 ottobre al 3 novembre, eventi, performance, aperitivi e concerti hanno animato l’accogliente parco di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75. La Flashback Art Fair – l’arte è tutta contemporanea è giunta alla dodicesima edizione, con una stima complessiva di 26.000 visitatori. E il dato parla chiaro: dice molto sulle energie spese in termini di comunicazione e programmazione dalla città di Torino e dagli enti preposti all’organizzazione della manifestazione. Flashback Art Fair si propone come un ricordo, un ritorno al passato ma anche un incontro con le nuove prospettive della storia dell’arte intrecciate con le urgenze e le questioni d’attualità.
“Equilibrium?” è stato il tema scelto dalle direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. Un invito, una provocazione, una lettura consapevole dell’esistenza, o apparente presenza, di uno stato di quiete, di bilanciamento nella sfera sociale e psicologica così come nel mondo dell’arte, nella politica o nella scienza. Italians no longer have work riflette un uomo in bilico su una corda alla ricerca di coordinazione mentre gioca contro la forza di gravità. È l’immagine pensata dall’artista leccese Sandro Mele, iconica copertina della dodicesima edizione.
La tematica è stata indagata dalle quaranta gallerie presenti, provenienti da sette Paesi, con una proposta che spaziava dall’arte seicentesca ai linguaggi degli anni Novanta. Tre piani colmi di opere, fra arte classica, moderna e contemporanea, in cui si rischiava di perdere il filo narrativo e in cui gli accostamenti rischiavano di essere un po’ forzati.
Non sembra mancare, invece, l’equilibrio nell’allestimento espositivo di uno degli stand più suggestivi della fiera, Mancaspazio della gallerista Chiara Manca, progettato per l’occasione dall’exhibit designer Andrea Isola. Le sculture di Emilia Palomba, rispettose dell’artigianato sardo, riflettono l’identità, il linguaggio e la percezione del tempo. Su un’altra parete splendono i disegni della celebre artista Maria Lai, legata indissolubilmente alle tradizioni e alla cultura della sua terra natale, la Sardegna.
Mancaspazio nasce a Nuoro ed è un punto di riferimento per l’arte contemporanea dell’isola nuragica. Per questa sua presenza in terra torinese la galleria ha scelto di ribadire le proprie radici, esaltandole al femminile con due donne artiste che hanno attraversato il Novecento mantenendo la loro operatività fino agli inizi del nuovo millennio. Emilia Palomba e Maria Lai, pur nella differenza sostanziale dei loro linguaggi, sono due emblemi della cultura sarda, due modi diversi di trasferire le origini in un’incursione nella contemporaneità.
Se le sculture di Emilia Palomba sono fantasmi di guerrieri indomiti fatti più di memoria che di ceramica, le magiche trame di Maria Lai si sono fatte disegno, ritratto, figura femminile. Sono spigolosi i tratti del volto, sono duri, come i visi scavati di donne isolane segnate dal sole. Il filo è dentro di loro, nelle storie che hanno riannodato in solitudine, rammagliando pezzi di passato dispersi in una quotidianità rituale.
È sinonimo di garanzia la presenza della galleria Andrea Ingenito Arte Contemporanea, storicamente con sede a Napoli, ma che ha portato le sue radici anche in terra milanese dal 2014. A Flashback particolare attenzione ai nomi sacri del Dopoguerra, da Andy Warhol e Mark Tobey, a Franco Angeli, Mimmo Rotella e Mario Schifano. In esposizione anche un nucleo di artisti emergenti.
La pittura figurativa di qualità illumina lo stand di Gian Enzo Sperone, cui va riconosciuta un’influenza sul contemporaneo in Italia e all’estero. Due approcci diversi, ma un’armonia ben riuscita tra il culto della femminilità, della bellezza, e la predilezione per il mistero, indagati con la sua sensibilità da Paola Gandolfi, e l’attitudine al mito, alla memoria e alla spiritualità impressa nei trascendenti lavori da Stefano Di Stasio.
Si muove tra l’attenzione al sociale e alle dinamiche della sfera climatico-ambientale l’installazione presentata da Alessandro Bulgini negli spazi di Vivarium, il parco artistico di Flashback. Light of The Apocalypse è un faggio secolare, morto a causa dei disequilibri climatici. L’artista lo trasforma con tocchi di rosso vivo, avvolgendolo di luci e sfere luminose. Sacro e profano, rinascita e distruzione, Bulgini invita a porre l’attenzione sulla ricerca di un equilibrium tra mondi apparentemente antitetici.