Franco Tella, “i Ludi In Fabula per educare i bambini” al Teatro Romano di Ostia

Si è svolto lo scorso 8 e 9 maggio, al Teatro Romano di Ostia antica il Festival teatrale “Ludi In Fabula”. Si tratta del primo festival teatrale ostiense, organizzato dal Servizi Educativi del Parco archeologico di Ostia antica grazie ad Alessandro d’Alessio, direttore del Parco, Dario Daffara, responsabile dei Servizi Educativi e Franco Tella, archeologo e in questo caso in veste di regista e autore, a seguito della mostra “Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia antica”, che si è tenuta nel 2022 proprio all’interno del teatro. Undici classi delle scuole elementari di Ostia hanno messo in scena I due fratelli di Terenzio, La pentola del tesoro di Plauto e La Ballata di Appio, Giulio e Gaio, di Franco Tella con cui ho fatto due chiacchiere.

Da cosa è scaturita l’idea di realizzare questo festival? 

Quest’anno è stata la prima edizione di Ludi in fabula, però questa esperienza in realtà, nell’ambito dei Servizi Educativi del Parco di Ostia antica (progetto partito nel 2017) è iniziata nel 2020. La prima rappresentazione a teatro, fatta da una scuola di Ostia Lido, è stata il 30 gennaio 2020. A inizio anno scolastico ci eravamo incontrati con la Maestra Maurino per definire l’idea. Lei ha preparato gli alunni per questa data. Sono state fatte delle riprese dalla tv dire giovani. La commedia che abbiamo messo in scena è stata I due fratelli di Terenzio. La seconda rappresentazione era prevista per il mese di febbraio ma pochi giorni prima una maestra mi ha telefonato per dirmi che, a causa del covid, erano state chiuse le scuole. Quindi è saltato tutto. Abbiamo poi ripreso con il progetto nel 2022 quando abbiamo rifatto una sola rappresentazione de I due fratelli.

Le novità più sostanziose risalgono all’anno scorso, però.

Sì, l’anno scorso abbiamo introdotto una ballata, musicata da un compositore che quest’anno ha curato anche l’altra. L’anno scorso quindi abbiamo iniziato a unire rappresentazione teatrale con un pezzo musicato e ballato. Da quest’anno invece l’abbiamo chiamato Ludi in fabula e l’abbiamo definito come festival vero e proprio. 

L’idea quindi è nata all’interno dei laboratori legati ai Servizi Educativi e poi  è stata sviluppata seguendo un preciso filone?

Sì, quello di fornire elementi formativi per dei bambini. Temi come quello del commercio, dell’educazione, dell’alimentazione e della scuola romana, sono tutti argomenti idonei a dei bimbi. Abbiamo organizzato giochi per i bambini più piccoli e laboratori a tema. Io ho tradotto la commedia di Terenzio apposta per loro, per renderla fruibile per  quarte e quinte elementari. Ho ridotto molto, da cinque atti sono arrivato a due. Ho aggiunto il coro per fare partecipare più bambini, i personaggi sarebbero stati troppo pochi per coinvolgere tutti. 

Perché la scelta di mettere in scena La pentola del tesoro e I due fratelli? 

Siamo partiti con Terenzio e I due fratelli, il mio collega Dario spingeva più per Plauto, era stato a Sarsina e aveva assistito all’Aulularia. Io avevo fatto I due fratelli ad un esame di letteratura latina all’università, mi era piaciuta molto.  Questa commedia riguarda la paideia, il modo di educare i ragazzi, tema del passato della Commedia Nuova poi ripreso dal mondo romano ma sempre attuale. C’è sempre questo problema nella società.

Come affrontare l’educazione è un tema giusto per i ragazzi. Serve per confrontarsi con gli altri. Anche l’altra commedia segue questo ragionamento perché  racchiude al suo interno un altro tema molto attuale: quello dell’avarizia. Abbiamo trovato stimolante ed educativo parlare di chi mira ad accumulare denari non guardando alla sostanza delle cose che ha intorno. 

Parlando della tua ballata, quando è nata e come ti è venuta l’idea?

La ballata, io avevo mia figlia in prima o seconda, alla Gramsci, una scuola molto aperta. Il direttore scolastico, Domenico Bernardini, era eccezionale. A me  e a mia moglie, archeologa come me,  aveva colpito tanto. Aveva istituito molte attività collaterali all’interno della scuola: corsi di pittura, di ceramica. Ogni anno faceva la settimana della scienza, all’interno della quale  i genitori o i nonni esperti di qualcosa andavano in classe a parlare di temi che potessero interessare ai ragazzi.

C’era anche qualcosa che riguardava la storia, l’archeologia. In quel momento stavano studiando gli acquedotti romani, allora mi sono fatto venire un’idea. Ho buttato giù una ballata per bambini. Facevo parlare i personaggi più importanti legati alle acque romane, innanzitutto, per l’età repubblicana, Appio Claudio, il costruttore della via Appia e il primo dell’acquedotto romano. Per l’età imperiale invece Frontino, il magistrato delle acque, presidente degli acquedotti, carica che ogni anno veniva rinnovata. Lui è importante per ricostruire la storia  delle acque di Roma, scrive un trattato attraverso cui sappiamo una serie di informazioni scientifiche e  amministrative che ci è di vitale importanza. Nella ballata è un personaggio autorevole che dice, in un modo facile e comprensibile per dei bambini, dati storici e oggettivi.

E già qui fu un successo, ma poi il lavoro si è ampliato.

Ai bambini piacque molto. Feci una prima edizione, poi la casa editrice mi disse di farne una seconda, così  la ballata è stata ampliata con l’inserimento di  un altro personaggio storico, Gaio Nasennio Marcello, di cui conosciamo abbastanza grazie ad un’iscrizione in cui  una sua liberta ci dice tutto quello che ha fatto ad Ostia, di cui è stato anche censore. Tra le altre cariche è stato presidente a vita delle acque di Ostia. Da qui mi sono inventato che fosse una specie di pupillo di Frontino, sicuramente si saranno conosciuti ma il resto è finzione letteraria.

Avete in programma di fare una nuova edizione del Festival?

Certamente la volontà c’è. Bisognerà capire come strutturarlo, sarebbe bello ampliare l’offerta formativa. Tutto dipenderà dai fondi che ci arriveranno, sicuramente il materiale c’è e la voglia di fare anche.

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