Si svolgerà giovedì 13 marzo alle ore 11.00 presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano a Roma la conferenza stampa di presentazione della mostra Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray. La rassegna, interamente dedicata all’iconica artista messicana, aprirà al pubblico sabato 15 marzo e resterà visitabile fino al 20 luglio. L’esposizione, prodotta da Navigare srl da un’iniziativa del Ministero della Difesa – Difesa Servizi S.p.A., gode del patrocinio della Regione Lazio, della Città di Roma e dell’Ambasciata del Messico in Italia e si avvale della curatela di Vittoria Mainoldi. Attraverso un percorso articolato in sette sezioni, la mostra indaga il profondo legame tra Frida Kahlo e il fotografo ungherese Nickolas Muray, testimoniando non solo il loro intenso rapporto personale ma anche il modo in cui lo sguardo di Muray ha contribuito a definire l’immagine pubblica e privata dell’artista.
Frida Kahlo è diventata un’icona globale, simbolo di ribellione, sofferenza e determinazione, e il rapporto con Nickolas Muray, che durò circa un decennio tra amicizia e passione, rappresenta una finestra unica sulla sua complessa personalità. Il percorso espositivo si apre con una selezione di circa 50 fotografie provenienti dall’archivio di Muray, scattate tra il 1937 e il 1946, molte delle quali inedite per il pubblico italiano. Tra le immagini più celebri spicca il ritratto di Frida Kahlo sulla panchina bianca del 1939, scatto iconico che esalta il contrasto tra la sua fragilità fisica e l’intensa espressività del volto, testimoniando la capacità di Muray di cogliere non solo la bellezza estetica della pittrice ma anche la sua straordinaria forza interiore. Attraverso queste fotografie è possibile esplorare le molteplici sfaccettature della sua personalità: Frida non è solo la pittrice dal talento visionario, ma anche la donna che si costruisce con determinazione un’identità visiva e simbolica, esprimendosi attraverso il corpo, l’abbigliamento e la messa in scena di sé.
La mostra non si limita alle immagini, ma si addentra nella dimensione più intima dell’artista grazie a una ricostruzione dettagliata del suo universo personale. Una sezione è dedicata alla corrispondenza tra Frida e Nickolas Muray, lettere che rivelano il tono confidenziale e affettuoso del loro legame, permettendo di immergersi nella loro relazione al di là dell’obiettivo fotografico. Un altro spazio significativo è occupato dalla ricostruzione dello studio di Frida Kahlo nella Casa Azul di Coyoacán, il luogo in cui l’artista ha trascorso gran parte della sua vita e che ha rappresentato il fulcro della sua produzione artistica. Qui, tra pennelli, tavolozze e oggetti personali, viene ricreato l’ambiente creativo che ha nutrito la sua arte.
Grande attenzione è riservata anche al guardaroba di Frida Kahlo, elemento fondamentale della sua iconografia e parte integrante del suo linguaggio espressivo. La mostra presenta otto fedeli riproduzioni dei suoi caratteristici abiti tradizionali, completi di accessori e gioielli realizzati artigianalmente. L’abbigliamento, per Frida, non era solo una questione estetica, ma un atto di resistenza e di affermazione identitaria: attraverso le sue lunghe gonne tehuane, gli scialli ricamati e gli accessori floreali, l’artista ha trasformato il proprio corpo, segnato da sofferenza e malattia, in un manifesto vivente della cultura messicana.
Non meno significativa è la sezione dedicata ai francobolli commemorativi che numerosi Paesi hanno emesso in onore di Frida Kahlo a partire dal 2001, quando gli Stati Uniti d’America le hanno dedicato un francobollo ufficiale: un tributo alla sua figura non solo come artista ma anche come simbolo di resistenza, emancipazione e autenticità. Chiude il percorso una sala video, in cui vengono proiettati filmati d’epoca che restituiscono un’ulteriore dimensione della vita di Frida Kahlo, mostrando la sua gestualità, il suo sguardo magnetico e il contesto storico e culturale in cui ha operato.