George Miller ritorna al mondo di Mad Max con Furiosa: A Mad Max Saga, un prequel che si concentra sulla figura precedentemente interpretata da Charlize Theron e ora affidata ad Anya Taylor-Joy. Questo nuovo capitolo si addentra nelle origini di Furiosa, mostrando la sua trasformazione in una guerriera impavida e indomita, diversamente dal tono più rivoluzionario di Mad Max: Fury Road. Il film si distingue per la sua capacità di approfondire l’universo post-apocalittico creato da Miller, narrando una storia di vendetta e rivincita.
La trama si snoda attorno alla giovane Furiosa, interpretata da Alyla Browne, rapita dal suo idilliaco Luogo Verde e portata via da un gruppo di motociclisti minacciosi. La madre, Mary Jo Bassa, si lancia in una disperata ricerca che la porta al covo dei rapitori, capeggiati dal temibile Signore della Guerra Dementus, interpretato da Chris Hemsworth. Nonostante un tentativo di salvataggio fallito, che vede la madre di Furiosa torturata e uccisa, la ragazza rimane intrappolata nelle grinfie di Dementus. La situazione si complica quando Dementus stringe un’alleanza con Immortan Joe, il tiranno della Cittadella, che prende Furiosa come una delle sue spose. Da adulta, Furiosa (Anya Taylor-Joy) si camuffa da uomo per sfuggire ai pericoli della Cittadella e lotta per conquistare la sua libertà.
Furiosa: A Mad Max Saga si contrappone a Mad Max: Fury Road per molteplici aspetti. Non è solo un prequel che arricchisce una narrazione già esistente, ma è anche un’opera che, pur rimanendo fedele all’essenza del franchise, offre una prospettiva nuova e preziosa. A differenza del minimalismo narrativo del suo predecessore, questo film è più articolato e dialogato, nonostante le scarse battute pronunciate dalla Furiosa adulta. La narrazione visiva è ridotta, e l’attenzione ai dettagli scenografici e visivi è meno marcata, lasciando spazio a dialoghi tra i personaggi maschili che circondano la protagonista. Tra questi spicca Dementus, un personaggio che Hemsworth interpreta con una miscela di comicità e ferocia.
Man mano che la storia si sviluppa, emergono alcune problematiche nella scrittura, soprattutto quando entra in scena Praetorian Jack, interpretato da Tom Burke. Sebbene Furiosa sia presentata come una figura autosufficiente e determinata, il film esplora un rapporto complesso tra mentore e allieva, evitando cliché sentimentali ma allo stesso tempo limitando il personaggio di Furiosa. Questo aspetto evidenzia anche le difficoltà di Anya Taylor-Joy nel distaccarsi dalla sua eleganza innata, diversa dalla Furiosa selvaggia di Theron.
Il film gioca con la sua storia, e riguarda visivamente alla storia del franchise con un breve cameo di Max Rockatansky, e trova la sua identità nell’azione e nell’inseguimento, differenziandosi dalla rappresentazione analogica di Mad Max: Fury Road con l’aggiunta di effetti CGI. Nonostante questo cambiamento, Miller riesce a creare un film d’azione di alta qualità, ben calibrato, vibrante e suggestivo, che definisce il carattere di Furiosa. Mentre Mad Max: Fury Road si ispirava al western classico, Furiosa: A Mad Max Saga si orienta verso il tema della vendetta, tipico dei film di Sergio Leone, in particolare C’era una volta il West. Inoltre, il film combina elementi post-apocalittici con scenari desertici che ricordano sia Ben-Hur sia Dune di Villeneuve. Nel suo climax emotivo, Furiosa: A Mad Max Saga supera le incertezze narrative e si ricollega alla ferocia di Mad Max: Fury Road, culminando in un finale teso e violento. Nonostante il confronto inevitabile con Mad Max: Fury Road, Furiosa: A Mad Max Saga si distingue come un’opera sontuosa di Miller, che riesce a catturare l’attenzione nonostante le alte aspettative.