Giger, a Torino una mostra sul cretore dello “Xenomorfo” di Alien

A dieci anni dalla scomparsa di Hans Ruedi Giger, il Mastio della Cittadella di Torino accoglie la più ampia retrospettiva italiana mai dedicata all’artista svizzero, un nome che ha profondamente influenzato l’immaginario visivo contemporaneo. Dal 5 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025, “Beyond Alien: H.R. Giger presenterà oltre settanta opere originali tra dipinti, sculture, disegni, fotografie e oggetti di design, provenienti dal Museo Giger in Svizzera, offrendo una panoramica completa sul lavoro di un artista che ha ridefinito i confini tra surrealismo, fantascienza e orrore cosmico.

Giger è conosciuto universalmente per aver dato vita all’iconico Xenomorfo del film Alien di Ridley Scott, ma la sua produzione è molto più complessa e stratificata. Definendosi un maestro dello stile “biomeccanico”, Giger ha creato un’estetica unica, che mescola elementi organici e tecnologici, forgiando un universo visivo che esplora il confine tra il corpo e la macchina, tra il naturale e l’artificiale. La mostra curata da Marco Witzig, uno dei maggiori esperti internazionali dell’artista, permette di attraversare decenni di sperimentazioni artistiche, restituendo l’immagine di un creatore poliedrico, capace di operare con disinvoltura in diversi medium.

Una sezione chiave della mostra è dedicata al contributo di Giger al cinema. Le sue opere legate alla saga di Alien rivelano l’influenza che l’artista ha avuto nel ridefinire il genere dell’horror fantascientifico. Giger non si è limitato a concepire l’aspetto dell’alieno, ma ha creato un intero universo visivo, fatto di ambientazioni decadenti e strutture tecnologiche in rovina, che trasmettono un senso di profonda inquietudine e fascinazione. Alien ha così segnato una svolta nella rappresentazione del mostruoso, portando un’estetica oscura e perturbante nell’immaginario collettivo e facendo di Giger un riferimento imprescindibile nella storia del cinema di genere.

Oltre al cinema, la musica ha rappresentato un altro ambito di esplorazione per Giger. La mostra mette in luce le collaborazioni con artisti di spicco come Debbie Harry, Emerson, Lake and Palmer e i Dead Kennedys, per i quali ha realizzato iconiche copertine di album. Tra queste, spicca la collaborazione con Debbie Harry per l’album KooKoo, in cui l’immagine della cantante, trasformata da Giger in un’icona gotica e quasi sacrale, rappresenta un esempio emblematico della sua capacità di infondere ogni lavoro di una tensione visiva tra attrazione e repulsione.

Un altro elemento centrale dell’esposizione è l’approfondimento sul surrealismo e l’orrore cosmico, un campo in cui Giger ha saputo fondere le suggestioni letterarie di H.P. Lovecraft con un’estetica personale. Le sue opere creano un senso di straniamento tipico del surrealismo, ma al tempo stesso elevano questa sensazione a nuovi livelli, portando lo spettatore a confrontarsi con un universo in cui la paura e il desiderio convivono. Emblematiche in tal senso sono le opere dedicate a Li, la sua compagna, dove il volto della donna è trasfigurato in forme aliene e inquietanti, ma capaci di suscitare un profondo senso di attrazione.

Nonostante il suo vasto impatto sulla cultura pop, Giger è rimasto ai margini dell’establishment artistico, raramente riconosciuto dalle istituzioni ufficiali. Tuttavia, la sua influenza è evidente in ambiti che spaziano dalla moda al design, dai videogiochi all’illustrazione. In un’epoca segnata da un senso crescente di incertezza e paura, l’universo oscuro e visionario di Giger si rivela ancora una volta incredibilmente attuale.

La mostra, patrocinata dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino, sarà affiancata da una serie di eventi collaterali organizzati in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Tra questi, incontri alla Mole Antonelliana e proiezioni presso il Cinema Massimo, permetteranno di esplorare ulteriormente l’eredità culturale e visiva di un artista che ha saputo guidare il pubblico attraverso le tenebre della sua immaginazione, illuminandone le profondità e rivelandone la bellezza.

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