Brendan Dawes è uno dei 50 artisti presenti in “CRYPTO ART – Begins”, il primo libro NFT che racconta la storia e l’evoluzione della Crypto Arte
“CRYPTO ART – Begins” racconta gli entusiasmanti inizi ed evoluzione della Crypto Arte attraverso la storia e il lavoro di 50 tra i migliori artisti nel mondo che hanno contribuito alla sua nascita e sono ancora parte attiva del presente e futuro della sua rivoluzione con i loro progetti NFT.
CRYPTO ART – Begins presenta Brendan Dawes
Brendan Dawes è un artista inglese che introduce programmazione e intelligenza artificiale nella sua pratica creativa.
Le sue opere NFT stupiscono per la capacità di dare una forma immediatamente materiale ai riferimenti della cultura digitale, nonostante la loro apparenza estremamente astratta.
CHI È BRENDAN DAWES?
Il cuore del percorso artistico di Brendan Dawes è la tecnologia. Da bambino riceve un computer in regalo e inizia a esplorare la programmazione.
In seguito persegue la sua passione ideando progetti visionari come designer.
I suoi primi lavori indagano come tradurre l’immaterialità dell’universo digitale in qualcosa di tangibile. Invenzioni che prendono forma dal suo fascino per i media.
LA SUA ARTE
È il lavoro “Cinema Redux” a cambiare la traiettoria di Dawes per sempre, portandolo all’attenzione del mondo dell’arte.
Nel 2004 l’artista pubblica sul suo sito un’immagine che corrisponde a un distillato visivo di un intero film. 60 fotogrammi catturati a un minuto di distanza dall’altro sono in grado di tradurre in un’immagine immediata un’intera pellicola.
Nel 2008 il MoMA decide di inserire “Cinema Redux” nella sua mostra “Design and the Elastic Mind”.
Segue naturalmente, dunque, il debutto di Brendan Dawes nella Crypto Art che avviene nel 2020 su KnownOrigin.
Il suo lavoro attira subito l’attenzione del noto collezionista NFT WhaleShark che celebra la sua arte per la sua estetica accattivante e la capacità di dare forma all’immaginario digitale.
Fanno parte del suo metodo processi generativi che coinvolgono dati, machine learning e programmazione .
“Black Mamba’s Revenge” esprime perfettamente la fascinazione per la cultura pop e il cinema tipica della poetica di Dawes.
La scena di lotta finale del film cult di Tarantino, “Kill Bill Vol.2” viene processata dall’intelligenza artificiale per creare delle stime delle pose assunte dagli attori nel muoversi attraverso l’inquadratura.
I pixel che compongono le diverse posizioni sono poi fusi tra loro trasformandosi in delle forme fluide che si librano nello spazio dell’immagine.
Il risultato è un estratto essenziale della nota scena di vendetta. I colori, i movimenti delle forme, tutto ricorda l’atmosfera del film.
Un lavoro sulla rielaborazione dei riferimenti della cultura di massa che è l’evoluzione concettuale di “Cinema Redux” e che dimostra la capacità di Dawes di parlare il linguaggio dell’universo digitale.
LA CURATRICE ELEONORA BRIZI DICE DI BRENDAN DAWES
Eleonora Brizi, curatrice e founder di Breezy Art, la quale ha curato per The NFT Magazine la selezione dei 50 artisti presenti nel libro “Crypto Art Begins” scrive dell’artista Brendan Dawes:
“Nella sua stimolante intervista, Brendan Dawes ha paragonato l’arte e la tecnologia al cinema francese della Nouvelle Vague, nato grazie a una cinepresa più leggera.
La gente ha iniziato a riprendere da angolazioni diverse e a fare film per strada, al di fuori di qualsiasi intenzione originale degli inventori di quel tipo di telecamera.”
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