La nuova serie Netflix ci porta a scoprire attraverso il genio e la sregolatezza di Andy Warhol.
“The Andy Warhol Diaries” è la nuova serie Netflix che racconta la vita del grande artista da un punto di vista completamente diverso.
La serie, diretta da Ryan Murphy, porta con sé un importante passo avanti nella sperimentazione dell’IA, la voce di Andy è stata ricreata a computer tramite spezzoni dei suoi discorsi e suona quasi inquietante. È esteticamente stridente, la voce dell’artista pop sembra addirittura alienarsi dai suoi sentimenti e persino dal suo stesso talento.
Il risultato è una narrazione piatta, quasi robotica di osservazioni ed eventi, che narra un flusso di filmati della sua vita e carriera senza emozione o intonazione.
Warhol visse in un epoca – anni ’70 e ’80 – ricca di movimentazioni sociali di ogni genere a partire dalla promiscuità dei generi all’uso di droghe come moda etc. Le divisioni tra cultura alta e bassa stavano crollando.
I suoi famosi ritratti e la sua rivista “Interview”– periodico americano che si occupava principalmente delle superstar americane che si raccontavano in interviste e scatti inediti- hanno anticipato e portato avanti questo cambiamento. Ma come mostra bene la docu-serie, mentre cavalcava le onde di una società in evoluzione, anche Warhol era soggetto ai suoi pregiudizi e alle sue tragedie.
I Diari
Dallo scritto dei suoi diari emerge anche la sana competitività con la superstar emergente Jean-Michel Basquiat, che era increspata da tensioni razziali e generazionali a cui Warhol era cieco. A questo si intrecciano anche le sue relazioni segrete con uomini del jet set americano, tra cui ricordiamo quello con Jon Gould dirigente della Paramount.
La nostra immagine dell’artista è quella di un genio autonomo: un eremita nella sua fabbrica, che ridefinisce il concetto di celebrità, da una prospettiva fredda e sempre legata ai soldi. Ma la serie “The Andy Warhol Diaries” ci mostra la parte più intima e personale dell’artista.
La serie dà il meglio di sé quando mostra le testimonianze di coloro che hanno conosciuto e lavorato con Warhol, tra cui Pat Hackett, che ha curato i suoi diari discorsivi, e Bob Colacello, un collaboratore chiave di Interview.
Ma non mancano anche i racconti più intimi e profondi, come quando racconta dell’attentato subito dallo stesso Warhol da parte di Valerie Solanas, in cui emerge la parte più nichilista del celebre artista.
“The Andy Warhol Diaries” ha una durata che può limitare il suo pubblico solo agli appassionati, nel complesso però, la serie ci cattura attraverso la voce priva di affetto di Warhol che insiste nel trovare l’emozione dietro il suo sguardo freddo e allo stesso tempo far emergere quei sentimenti che per troppo tempo l’artista ha mantenuto segreti.
Cover Photo Credits: Courtesy Andy Warhol Foundation