L’arte ha il potere di ispirare, commuovere e sorprendere, ma esiste anche un lato oscuro, una dimensione inquietante e misteriosa che affascina e spaventa allo stesso tempo. Un lato “gotico-onirico” che ha avuto tra i suoi grandi maestri sicuramente Francisco Goya, Odilon Redon, ma anche il polacco Zdzisław Beksiński. Noto per i suoi dipinti che sono stati definiti addirittura “maledetti”, le opere di Beksiński sono un viaggio in un inconscio che si nutre di paure e immagini che vengono giustapposte per creare nuove espressioni estetiche.
Scopriamo insieme la vita e l’opera di Beksiński, pittore irrequieto, i cui dipinti sembra abbiano lanciato un cattivo presagio perfino sulla sua stessa vita e su quella dei suoi familiari.
Chi era Zdzisław Beksiński?
Zdzisław Beksiński è nato il 24 febbraio 1929 a Sanok, una piccola città nella Polonia meridionale. Figlio d’arte, sin da giovane manifestò un talento artistico straordinario e sviluppò un interesse per l’arte e l’architettura. Nel 1955 si laureò in architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia, ma presto abbandonò la professione di architetto per dedicarsi completamente alla pittura.
I Dipinti “Maledetti” di Beksiński
La carriera artistica di Beksiński fu caratterizzata da un’evoluzione artistica notevole. Inizialmente, il suo stile era incentrato su un’interpretazione surreale della realtà, con paesaggi astratti e forme figurative distorte. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, il suo lavoro prese una piega decisamente più oscura e inquietante.
I dipinti maledetti di Beksiński sono caratterizzati da un’atmosfera tenebrosa e onirica, in cui creature mostruose e paesaggi apocalittici si fondono in un’esplosione di colori intensi e contorti. La sua tecnica di pittura dettagliata e minuziosa conferisce alle opere un aspetto iperrealistico, rendendo l’esperienza visiva ancora più inquietante. Le sue creature sembrano anticipare i protagonisti dei film horror di John Carpenter, il Demogorgone di Stranger Things, ma anche videogame come Scorn e Returnal.
Un altro degli elementi distintivi dei dipinti maledetti di Beksiński, che rende la sua opera ancora più misteriosa, è l’assenza di titoli o spiegazioni per le opere.
I Temi Oscuri di Beksiński
Nei suoi dipinti maledetti, Beksiński esplora temi profondi e complessi come la morte, la solitudine, la sofferenza e l’angoscia umana. Le sue opere sembrano essere finestre aperte su mondi oscuri e inafferrabili, lasciando l’osservatore in uno stato di inquietante incertezza. Lo stesso artista ha più volte rifiutato una visione “simbolista” della sua opera, affermando che la sua ricerca sia tutta incentrata su “umore” e “atmosfera”.
Il regista Guillermo del Toro, che si è fortemente ispirato ai sui dipinti per il film “Il labirinto del fauno” di lui ha detto: “Come nella tradizione medievale, Beksiński sembra credere che l’arte sia un monito alla fragilità della carne – qualunque piacere sappiamo essere destinato a perire – così, i suoi dipinti riescono a evocare allo stesso tempo il processo di decadimento e la continua lotta per vita. Portano dentro di sé una poesia segreta, macchiata di sangue e di ruggine”
Beksiński inoltre era fortemente interessato a temi quali misticismo, esoterismo, credendo, pare, in un potere quasi “occulto” della pittura.
La Tragica Fine dell’Artista
La vita di Beksiński è stata segnata da tragedie e sofferenze personali. Tra il 1998 e 1999, anni infatti, l’artista perde prima sua moglie Zofia, con la quale era stato sposato per 47 anni, poi suo figlio Tomasz, il quale si tolse la vita. Queste due perdite hanno avuto un impatto significativo sulla sua arte e hanno portato a un’ulteriore intensificazione dei temi oscuri e tormentati nelle sue opere, costringendo Beksiński a vivere i suoi ultimi anni in completo isolamento.
La tragica fine di Beksiński avvenne il 21 febbraio 2005, quando l’artista fu trovato morto nel suo appartamento a Varsavia, assassinato con 17 coltellate da un giovane delinquente figlio di un uomo che pare lo aiutasse nelle faccende domestiche, per qualche centinaio di dollari.
“Non mi chiedo mai perché sto dipingendo un uccello seduto sulla spalla di qualcuno, può succedere spontaneamente, proprio come in un sogno. La mia creazione è semplice. Se va bene, lo lascio lì. Non significa niente, non c’è alcun simbolismo”
Eredità Artistica
Nonostante la sua prematura scomparsa, l’eredità artistica di Zdzisław Beksiński continua a vivere attraverso le sue opere che, nonostante la loro inquietante natura, hanno attirato l’attenzione di amanti dell’arte e collezionisti di tutto il mondo. I dipinti maledetti di Beksiński continuano a sfidare e affascinare il pubblico, offrendo una finestra inesplorata sulla complessità dell’animo umano e sulla sua capacità di esprimere emozioni e paure recondite. Negli ultimi anni, l’artista ha anche sperimentato con il digitale, dimostrando, fino alla fine, un’incredibile voglia di stare al passo con i tempi nonostante il suo animo solitario.
Nel 2016, inoltre, è uscito un film biografico girato dal regista Jan P. Matuszyńsk intitolato “The last Family” che descrive, con atmosfere pesanti e grigie, la vita e la famiglia dell’artista dal 1977 fino alla sua morte.
Gli orrori e i misteri dell’animo umano trovano una potente espressione nei dipinti maledetti di Zdzisław Beksiński. La sua arte ci invita a sondare gli abissi dell’inconscio e ad affrontare le nostre paure più profonde attraverso un arte che è uno specchio dei nostri turbamenti e delle nostre inquietudini più nascoste. La sua genialità e il suo coraggio nell’esplorare il lato oscuro dell’umanità lo rendono un artista indimenticabile e senza dubbio maledettamente affascinante.