Il documentario di Laura Poitras ripercorre la carriera artistica di Nan Goldin e il suo impegno nella battaglia agli oppioidi
“All the Beauty and the Bloodshed” – documentario diretto dalla regista premio Oscar Laura Poitras che racconta la storia della battaglia agli oppioidi portata avanti dall’artista e attivista Nan Goldin – vince il Leone D’Oro alla 79a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Poitras è già conosciuta a livello internazionale per “Citizenfour” (2014), documentario su Edward Snowden.
In questa pellicola porta al grande pubblico l’incredibile battaglia che Nan Goldin ha combattuto per far sì che la famiglia Sackler ammettesse le sue responsabilità nell’epidemia di oppioidi che ha colpito negli Stati Uniti a partire dagli anni ’90.
Poitras, la regista, ha iniziato a lavorare al film nel 2019 quando si è avvicinata alla causa grazie alla conoscenza con Goldin.
Quello che doveva essere un film di denuncia contro una delle famiglie più odiate d’America è inevitabilmente diventato una testimonianza sull’eredità artistica e sociale di Nan Goldin.
Nel film, dunque, si parte dal racconto delle azioni di attivismo ideate da Goldin, come P.A.I.N. – il gruppo fondato dall’artista per indurre i musei a smettere di accettare fondi dalla famiglia Sackler -, per approdare ai lavori per cui l’artista è passata alla storia.
Tra questi, l’ormai iconica mostra di diapositive “The Ballad of Sexual Dependency” (1985) che ha raccolto le immagini che Goldin ha scattato alla sua famiglia di amici tra la fine degli anni ‘70 e la metà degli anni ‘80.
Un racconto realistico della dipendenza, ma anche un ritratto affettuoso delle persone che l’artista ha amato.