Era più bello pensare che fosse opera degli alieni. Torna invece sotto i riflettori lo strettissimo e discusso legame tra mondo dell’arte e business. Dove tutto, in fin dei conti, ruota sempre inevitabilmente intorno a un’operazione di vendita.
Un elicottero dell’agenzia per la fauna selvatica sta sorvolando il deserto dello Utah, negli Stati Uniti, alla ricerca di pecore, quando il pilota scorge tra le rocce una presenza quanto mai inconsueta: si tratta di un monolite di metallo riflettente alto 3 metri, conficcato nella terra rossa del deserto. No, non si tratta della prima scena di un film di fantascienza (anche se l’ipotesi aliena sarà la più gettonata per i giorni a seguire): è successo tutto, realmente, poche settimane fa, il 18 novembre. Il monolite dello Utah è rapidamente diventato un caso mediatico, dilagando sui social network, dividendo le opinioni: come non pensare subito a un segnale alieno, che comunicasse a noi umani l’imminenza di un qualche accadimento interplanetario? Se quella fantascientifica è stata senza dubbio l’ipotesi più virale, non sono mancate supposizioni diverse, come un possibile omaggio al capolavoro di Kubrick “2001: Odissea nello spazio”, un intervento voluto da un movimento ambientalista, una parte di un set cinematografico abbandonato sul luogo delle riprese, etc… Il mistero si è infittito quando il monolite, il 27 novembre, è sparito, lasciando il posto a un mucchietto di pietre. E si è infittito ulteriormente quando, in giro per il mondo, ne sono comparsi altri.
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Nelle ultime settimane di monoliti ne sono apparsi diversi, dall’Inghilterra alla Romania, dalla California all’Italia, tra le vigne dell’Alto Adige. E con grande delusione dei tanti che auspicavano un primo vero contatto dell’umanità con una popolazione aliena, anche la soluzione al mistero non è tardata ad arrivare, confermata dagli stessi autori di tutta l’operazione. I monoliti non sono infatti che il centro di un progetto artistico messo in atto dal collettivo The Most Famous Artist, una comunità internazionale di artisti: sono loro a realizzare e posizionare le sculture in giro per il pianeta. Senza grande sorpresa di chi storceva il naso davanti alle prime fantascientifiche ipotesi, l’operazione ha mostrato rapidamente la sua deriva profondamente commerciale: il collettivo, una volta rivelatosi, ha dichiarato che loro monoliti sono infatti in vendita a 45000$, consegnabili direttamente a casa degli acquirenti. Sul loro profilo Instagram stanno iniziando infatti a comparire le prime foto delle sculture installate nelle proprietà dei collezionisti. Torna così sotto i riflettori lo strettissimo e discusso legame tra mondo dell’arte e business; dove tutto, in fin dei conti, ruota sempre inevitabilmente intorno a un’operazione di vendita. Dove è la vendita stessa a mettere in moto il meccanismo, senza alcuna possibilità di slegarsi da essa.
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