Il numero come punto di chiosa universale: Giorgio Piccaia e il Fibonacci Tour per la Pace

Il numero è un linguaggio invisibile che permea la natura e la nostra esistenza, un codice segreto che regola l’ordine del mondo. È da questo concetto che parte Giorgio Piccaia con la sua mostra itinerante Natura Est – Fibonacci Tour per la Pace, dove il numero diventa protagonista assoluto, una chiave tra l’ordine naturale e la ricerca artistica. La Sequenza di Fibonacci, che da secoli affascina matematici e filosofi per la sua ricorrenza nell’architettura naturale, nelle mani di Piccaia si trasforma in una metafora visiva di armonia e pace. Il numero, che appare come entità astratta e fredda, viene reinterpretato dall’artista come un organismo vitale, un segno poetico, simbolo di conciliazione universale e emblema di vita.

Nei suoi dipinti, la progressione numerica di Fibonacci si manifesta attraverso cifre dipinte in colori vivaci, con tratti decisi che evocano la vibrazione dell’equilibrio cosmico. Il confronto immediato potrebbe essere fatto con Mario Merz, che esplora la sequenza in termini di crescita organica e di espansione quasi ansiogena. Tuttavia, mentre Merz si lascia sopraffare dalla potenza esponenziale del numero, Piccaia cerca un punto di chiosa universale, un luogo di pacificazione dove il numero si riconcilia con l’essenza stessa del mondo naturale, e non semplicemente con la sua espansione infinita.

Giorgio Piccaia Fibo Myosotis azzurri 2024 acrilico su acetato cm 38×28

Le 27 opere di Piccaia, realizzate tra il 2023 e il 2024, esposte nell’ex canonica di San Carpoforo al Centro Internazionale di Brera a Milano fino al 31 ottobre, creano un’atmosfera quasi cabalisticamente esoterica, dove la matematica diventa strumento di meditazione e riflessione sulla natura dell’universo. In particolare, l’installazione “7 Bandiere/Aquilone”, collocata nel cortile del Centro Brera, gioca con l’idea del numero come entità dinamica, simbolo di libertà e appartenenza. I numeri dipinti sui tessuti fluttuano come petali, evocando il fiore Non ti scordar di me, un delicato richiamo alla memoria e alla resilienza della vita.

Il titolo della mostra, Natura Est, porta con sé un doppio significato: “La Natura c’è” e “La Natura è a Est”, l’Oriente da cui nasce la vita, la luce, la conoscenza. I numeri, antichi e invisibili, sono la struttura segreta dell’universo, come i Pitagorici affermavano. Anche se i numeri non si possono vedere direttamente, essi si manifestano nelle proporzioni perfette della natura: i petali di un fiore, la spirale di una conchiglia, o la distribuzione frattale delle infiorescenze vegetali.

Giorgio Piccaia Natura Est la terra su fondo giallo acrilico su carta cm 70×50

Piccaia espande la sua esplorazione verso una varietà di materiali e tecniche, spaziando da carte pregiate a papiri egiziani, fino ad arrivare a supporti industriali come acetati e plexiglas. L’artista crea tele che si costruisce da solo, come un vero pictor rinascimentale, e sviluppa un dialogo continuo tra tradizione e contemporaneità. Il suo lavoro non è solo un’operazione tecnica, ma un’indagine profonda sulla natura dell’esistenza, una riflessione che abbraccia tanto il quotidiano quanto l’assoluto.

Le opere di Piccaia sono sospese tra la precisione scientifica della geometria sacra e la forza espressiva del gesto pittorico. Le sue pennellate, a volte delicate e fluide, altre volte energiche e caotiche, sembrano suggerire che la bellezza dell’universo non risiede solo nell’ordine, ma anche nella tensione tra l’ordine e il disordine. Il numero diventa un mantra visivo, una sequenza infinita che, come un respiro, scandisce il ritmo del cosmo e guida l’artista in un percorso di ricerca interiore.

Questa capacità di coniugare matematica e poesia è una delle caratteristiche più affascinanti dell’arte di Piccaia. Nato a Ginevra nel 1955 e figlio d’arte, ha assorbito influenze diverse, mescolando esperienze visive e performative. Gli incontri con figure come John Cage e Jerzy Grotowski hanno fortemente influenzato il suo percorso, insegnandogli il valore del silenzio e del gesto essenziale, elementi che riecheggiano nelle sue opere attuali. Questa ricerca dell’essenziale si riflette nella scelta di Piccaia di ridurre il linguaggio artistico a una sintesi profonda, dove il numero diventa non solo soggetto, ma anche strumento di meditazione spirituale.

Giorgio Piccaia Fibonacci orientale 2023 acrilico su papiro cm 48×37 Archivio n231

In un mondo che diventa sempre più digitale, Piccaia guarda anche al futuro con una visione innovativa. In collaborazione con DeArt e NF3 Studio, ha integrato nelle sue opere la tecnologia NFT e Blockchain, dotando i suoi lavori di chip NFC che garantiscono l’autenticità e proteggono l’opera dall’eventuale contraffazione. Questo intreccio tra fisico e digitale non è solo un’innovazione tecnologica, ma una riflessione sulla permanenza e l’autenticità nell’arte contemporanea.

In conclusione, l’opera di Giorgio Piccaia ci invita a considerare il numero come un veicolo di conoscenza che, attraverso la geometria sacra, ci connette all’armonia dell’universo. I suoi lavori, con le loro forme astratte e i loro colori decisi, parlano un linguaggio invisibile che si muove tra il visibile e l’invisibile, esplorando la connessione profonda tra l’uomo, la natura e l’infinito.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno