Il Pedaggio d’Ingresso Veneziano – Risultati Contraddittori e Tumulti Politici nel Tentativo di Contenere l’Overtourism.

Recentemente, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha dichiarato con orgoglio che la nuova tassa d’ingresso di cinque euro è un “grande successo”. L’ingresso è stato implementato all’inizio dell’anno nel tentativo di limitare l’incessante afflusso di turisti che visitano la città durante le ore di punta, una misura che alcuni interpretano come un passo avanti indispensabile per gestire l’ormai cronico problema dell’overtourism.

Secondo i dati forniti dalla città, su 29 date tra aprile e metà luglio, prevalentemente durante i festeggiamenti nazionali e i fine settimana, la tassa ha generato 2,43 milioni di euro da 485.000 pagamenti, triplicando così l’iniziale stima di 700.000 euro.

Nonostante il successo finanziario, persistono nell’aria voci di dissenso. Giovanni Andrea Martini, membro del consiglio comunale, ha sostenuto, utilizzando dati a supporto, che la tassa non abbia in realtà contribuito a limitare l’afflusso di turisti. Al contrario, si è registrato un aumento nel numero di visitatori nei giorni di punta, mettendo in discussione l’efficacia dell’iniziativa.

Critici come Franco Migliorini, architetto specializzato in problemi legati all’overtourism, hanno messo in discussione l’adeguatezza del prezzo della tassa, sostenendo che cinque euro sono insufficienti a dissuadere i turisti. “Praticamente tutto a Venezia costa più di 5 euro, persino un caffè,” ha commentato Migliorini.

Durante i 29 giorni in cui è stata applicata la tassa, i visitatori hanno dovuto registrarsi online per ottenere un codice QR indispensabile per accedere alla città. Esenzioni sono state previste per i visitatori notturni, già soggetti al pagamento di una tassa turistica, e per determinate categorie come studenti e lavoratori. Non sono state applicate sanzioni per inadempienza, cosa che ha indotto alcuni a dubitare dell’efficacia del controllo.

Simone Venturini, addetto al turismo, ha elogiato l’introduzione della tassa come una “rivoluzione culturale”, essendo ora possibile una conteggio preciso dei visitatori e un coinvolgimento precoce con i turisti. Tuttavia, il futuro della tassa resterà incerto fino all’analisi dei dati futuri, che potrebbero portare ad un aumento nel numero di giorni di applicazione della tassa, o addirittura ad un aumento del suo importo.

All’ombra di questi eventi, prende forma un turbolento scenario politico. Innovazioni e cambiamenti radicali come la tassa d’ingresso possono essere affette da controversie politiche, ritardando o addirittura bloccando il loro progresso. Il sindaco Brugnaro è infatti attualmente sotto indagine, un consigliere comunale è stato recentemente arrestato in relazione a un’operazione immobiliare, e esponenti di partiti di opposizione chiedono le dimissioni dell’amministrazione, minacciando così il futuro dell’iniziativa.

In mezzo a tutto questo, Venezia continua ad attirare visitatori da tutto il mondo. La 60esima Biennale di Venezia, nonostante le restrizioni legate al Covid, ha attirato nel 2022 ben 880.000 visitatori, battendo ogni record per la prestigiosa mostra internazionale. La questione rimane complessa e in bilico tra proteggere l’ecosistema unico di questa città galleggiante e soddisfare la curiosità dei tanti che vogliono ammirare le sue bellezze.

In conclusione, il dibattito sul pedaggio d’ingresso a Venezia è aperto. Se da un lato essa presenta lati positivi, dall’altro solleva domande sul suo reale impatto e sulla sua sostenibilità a lungo termine. Pertanto, resta fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione per capire se questa misura rappresenterà realmente una soluzione efficace per lo spinoso problema dell’overtourism.

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