“Il ritorno di un genio nell’arte concettuale: Luciano Bertoli e ‘Le Curve di Mandelbrot’”

Il prossimo 21 settembre la città di Reggio Emilia sarà il palcoscenico dell’arte grazie a “Frattempo. Le Curve di Mandelbrot”, una retrospettiva dedicata all’ARTista Luciano Bertoli, ormai scomparso. Conosciuto per il suo eclettismo, Bertoli ha spaziato dal disegno alla pittura, dalla scultura alla luce e al suono, dominando ogni linguaggio artistico con una precisione quasi matematica e una profonda passione per le scienze esatte.

La mostra, tenuta presso il maestoso Palazzo da Mosto, fornirà una fervida prospettiva sull’opera dell’artista, alimentata da un ricco programma di eventi collaterali che animerà l’esposizione per due mesi, fino al 24 novembre. Non si tratta solo di un’occasione per apprezzare la sua produzione artistica, ma anche per approfondire il suo lavoro attraverso visite guidate, discussioni face to face e laboratori per le famiglie.

Per la prima volta nella sua città natale dopo la sua morte, la mostra è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani e curata dalla brillante Martina Corgnati. Il filo conduttore dell’esposizione è la serie di dipinti “Le curve di Mandelbrot”, lavori risalenti agli anni ’90 che presentano una straordinaria originalità tanto da uscire dal mainstream artistico e commerciale.

L’artista Luciano Bertoli era noto per il suo approccio unico alle sue opere, basato su un’approfondita ricerca interdisciplinare che univa arte e scienza. Il nome della mostra proviene dalla sua serie di dipinti, che si ispirano all’Insieme di Mandelbrot, una struttura matematica scoperta dal fisico polacco Benoit Mandelbrot e poi resa popolare da “Scientific American”, una rivista di alta divulgazione scientifica.

Bertoli ha mostrato un profondo apprezzamento per questa forma matematica, riconoscendo le sue potenzialità estetiche e utilizzandola come fonte d’ispirazione per la sua serie di dipinti. Tuttavia, contrariamente a un semplice tentativo di replicazione, Bertoli ha esplorato un nuovo universo di immagini, prevalentemente organiche e tattili, riuscendo così a creare una fusione armoniosa di arte e scienza.

È imprescindibile notare come Bertoli non si sia limitato a riprodurre matematicamente le forme di Mandelbrot, ma piuttosto le abbia utilizzate come punto di partenza per creare un universo visivo unico che rappresenti il suo personale e profondo interrogativo sulla vita, sulla generazione dei corpi e su ciò che ne è la proiezione: la macchina.

La retrospettiva “Frattempo. Le Curve di Mandelbrot” è quindi un imperdibile appuntamento per tutti gli amanti dell’arte, una preziosa occasione per riflettere sullo straordinario contributo che Luciano Bertoli ha apportato all’arte contemporanea e per celebrare il suo inestimabile legame con la città natale di Reggio Emilia.

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