“Il Tempio delle Arti” di Ivan Barbato a Roma

“Il Tempio delle Arti” è un tributo del designer orafo Ivan Barbato al Borromini, grande esponente dell’architettura barocca. Un omaggio alla Città Eterna e al mito di Minerva, dea della saggezza e delle arti, il gioiello è stato presentato presso l’Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argentieri di Roma. Questo luogo, risalente al 1509 e dedicato a S. Eligio, ospita da anni manifestazioni culturali che celebrano l’arte orafa, con edizioni precedenti dedicate a Bernini, Klimt e Raffaello. Quest’anno, l’attenzione si è rivolta al celebre architetto barocco Francesco Borromini.

L’opera di Barbato è una perfetta fusione di arte e mitologia, tecniche raffinatissime e brillante creatività, in uno stile che mescola tradizione e innovazione. Ispirato allo stile “borrominiano”, caratterizzato dall’uso di materiali poveri impreziositi dalla manualità dell’uomo, ricchezza e cura del dettaglio, Barbato ha sviluppato un gioiello che rappresenta molto bene lo stile del ‘600. La terracotta, i marmi, gli smalti e i vari metalli convivono in un’opera che vede il lavoro minuzioso di orefici, ceramografi, mosaicisti, incisori e smaltatori.

Il gioiello è caratterizzato linee concave e convesse che prendono spunto dalla facciata della Chiesa di S. Carlo alle Quattro Fontane, riproposte quattro volte a creare il perimetro del medaglione. La stessa chiesa, in miniatura e semplificata, è presente lungo i quattro lati esterni del monile, con colonne romane che poggiano su micromosaici in marmi policromi e elementi in oro giallo incisi e smaltati a fuoco. Il tutto è ornato da una delicata incisione che riproduce disegni barocchi, alternando superfici lucide e opache.

Le colonne richiamano l’antico tempio di Minerva, rappresentata con una terracotta dipinta secondo le tecniche degli antichi vasi etruschi, greci e romani. Un po’ come immaginare una sovrapposizione dell’architettura barocca sulle rovine antiche, similmente a piazza Navona che ricalca lo stadio di Domiziano. Sul retro del medaglione, in titanio, è ricreata la cupola del Pantheon. Attraverso l’oculus della cupola si intravede il logo di Barbato in oro giallo, con sfondo in smalto blu notte.

In omaggio agli artigiani che hanno contribuito alla realizzazione del gioiello, Barbato ha voluto che i loro nomi fossero incisi sull’opera.

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