In arrivo la seconda “Biennale dello Stretto”, all’insegna di pluralità e condivisione

La Biennale dello Stretto 2024 si terrà dal 18 settembre al 14 dicembre, articolandosi tra Reggio Calabria, Messina e Campo Calabro, con il Forte Batteria Siacci come principale polo espositivo. Questo luogo storico, costruito tra il 1894 e il 1898 e nascosto sulla collina per sfuggire alla vista dal mare, diventa per la seconda volta il cuore pulsante della Biennale, offrendo oltre diecimila metri quadri di superficie per mostre, installazioni e dibattiti.

Il programma dell’edizione include una serie di “Talk”, previsti dal 18 al 22 settembre, il 18 e 19 ottobre, e il 13 e 14 dicembre, che si terranno presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, l’Università di Messina e il Forte Batteria Siacci. Questi incontri coinvolgeranno figure di spicco dell’architettura e delle discipline umanistiche per discutere non solo di architettura e città future, ma anche delle mediazioni necessarie tra desiderio e realtà, visione e proiezione.

La Biennale propone anche Progetti Speciali, tra cui una Biennale “diffusa” con tappe a Badolato, Parigi e Palermo, e l’installazione luminosa “Linee e ponti di luce” che, durante le giornate inaugurali, offrirà una riflessione sul complesso rapporto tra unione e separazione nel Mediterraneo.

Il “Contest Under 35”, intitolato “Abitare in un altro mo(n)do. Nomadismo e via vai”, è rivolto a giovani architetti, designer, antropologi e artisti sotto i 35 anni, invitati a esplorare nuove forme di abitare e mobilità contemporanea. Questo concorso, in collaborazione con l’Università di Messina, mira a portare nuove voci e prospettive nel dibattito sulla città del futuro.

Questo evento mira ad esplorare il tema della pluralità che si manifesta nella struttura del progetto, che unisce competenze, prospettive e pratiche diverse, dalle arti visive all’architettura, dall’antropologia alla narrativa. Tuttavia, il vero nodo critico risiede nella capacità della Biennale di superare la retorica della “culturalità mediterranea” come spazio di incontro e scambio. Di fronte a temi urgenti come la crisi climatica, la trasformazione urbana e il multiculturalismo, essa deve evitare le narrazioni preconfezionate del Mediterraneo come crocevia romantico di civiltà.

L’approccio di “sconfinamento” scelto dai direttori appare come un tentativo di superare le barriere simboliche e ideologiche che continuano a dividere le sponde del Mediterraneo. L’architettura è proposta come pratica di resistenza culturale, un mezzo per esplorare e criticare l’organizzazione degli spazi urbani e sociali. La sfida sarà trasformare questa riflessione in un dialogo aperto con le comunità locali, spesso marginalizzate nelle decisioni sul loro territorio.

La scelta del Forte Batteria Siacci come sede della mostra rappresenta la tensione tra visibilità e invisibilità che caratterizza molte dinamiche contemporanee del Mediterraneo, simbolo di un possibile futuro di dialogo e co-creazione.

In definitiva, la Biennale dello Stretto 2024 punta a diventare un evento culturale di rilievo internazionale, stimolando una riflessione critica sulle sfide contemporanee del Mediterraneo e trasformando la pluralità in un vero dialogo piuttosto che in una semplice esposizione delle differenze.

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