Nell’attuale clima di tensione che pervade il Medio Oriente, la Palestina accusa Israele di aver preso di mira “deliberatamente” i siti archeologici a Gaza. Questa preoccupante notizia, diffusa attraverso la nota piattaforma Artnet News, getta un’ombra cupa sulla già complicata questione politica ed etnica che coinvolge la regione, aggiungendo un ulteriore elemento di conflitto che tocca direttamente il delicato tema del patrimonio archeologico e culturale.
Stando alle dichiarazioni ufficiali del Ministro del Turismo e delle Antichità palestinese, Hani Hayek, almeno 188 siti archeologici e storici sarebbero stati deliberatamente presi di mira dalle azioni militari israeliane. Numeri che aumentano a dismisura se si considera che, secondo quanto affermato dallo stesso ministero, circa 200 luoghi di rilievo culturale sarebbero stati distrutti nel corso dell’ultimo anno.
Le rovine di luoghi di culto, come la ‘Grande Moschea Omari’, meglio conosciuta come ‘Grande Moschea di Gaza’, sono ormai tristemente celebri. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di una situazione che coinvolge un’infinità di monumenti, musei, siti archeologici e luoghi simbolo della cultura palestinese.
L’accusa portata avanti dall’amministrazione palestinese non si limita alla sola distruzione del patrimonio culturale. Secondo le parole di Hani Hayek, Israele si sarebbe reso colpevole di voler “cancellare la storia del popolo palestinese” attraverso un sistematico attacco ai luoghi che rappresentano la storia e l’identità nazionale di questa popolazione. Un tentativo di genocidio culturale che trova purtroppo numerose conferme in altre regioni del mondo.
Ma le preoccupazioni della Palestina non si esauriscono qui. I siti archeologici palestinesi, infatti, non sarebbero i soli a essere presi di mira dalle azioni militari israeliane. Anche i musei, i luoghi di culto e le chiese storiche sarebbero state distrutte, insieme al prezioso patrimonio artistico e storico in essi contenuto.
La comunità internazionale, purtroppo, sembra rimanere in gran parte silenziosa di fronte a queste gravi violazioni del patrimonio culturale palestinese. Organizzazioni come Blue Shield e il Consiglio Internazionale dei Musei, si sono limitate a rilasciare dichiarazioni di condanna senza intraprendere azioni concrete per tutelare i siti archeologici e le opere d’arte minacciate dalla distruzione.
Solo l’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha condotto un’indagine indipendente che ha confermato la distruzione di almeno 69 siti in Gaza ad opera delle forze armate israeliane. Un dato che sottolinea la gravità della situazione e che conferma le accuse mosse dal governo palestinese.
La distruzione del patrimonio culturale e archeologico della Palestina da parte di Israele non è solo una questione di diritto internazionale, ma tocca da vicino la sfera identitaria e storica di una popolazione che vede negata la propria esistenza e il proprio passato. La protezione dei siti archeologici e dei luoghi storici non è solo un dovere etico, ma rappresenta una necessità imprescindibile per la salvaguardia della memoria e dell’identità palestinese.
Fonti:
Artnet News, “Palestine Accuses Israel of ‘Deliberately’ Targeting Archaeological Sites in Gaza”, 27 Novembre 2024.