La riflessione pittorica intima di Renato Barilli interroga la quotidianità

Critico d’arte militante, imperterrito promotore delle neoavanguardie e uno dei principali animatori della scena artistica della seconda metà del Novecento, Renato Barilli (Bologna, 1935) rappresenta un tassello fondamentale della storia dell’arte italiana, che con la sua intelligenza e sensibilità ha saputo anticipare e intercettare alcune delle tendenze destinate a cambiare l’arte per sempre.

In tempi non sospetti Barilli intuii, da un lato, il crescente bisogno di tornare ad indagare il corpo e le sue molteplici possibilità espressive e, dall’altro, i risvolti della fusione tra arte tecnologia, concentrando i suoi studi sulla ricezione e sulle dinamiche di fruizione dell’opera d’arte.

Dall’unione di quest’intuizione e dell’irriverente clima culturale che ha animato Bologna negli anni ’70, scaturì la prima Settimana Internazionale della Performance (1977). Manifestazione rivoluzionaria che portò alla GAM di Bologna l’azione performativa “Imponderabilia”, ideata da Marina Abramović e il suo futuro compagno Ulay. Seguita dai progetti di altre due pietre miliari della performance: gli artisti statunitensi Bob Kushner e Laurie Anderson.

Quelle sette giornate sconvolsero il senso dell’arte facendosi motrici di una riforma che attraverso la corporeità metteva in discussione il sistema delle arti. La manifestazione palesò il grado di arretratezza morale tipico dell’Italia del secondo dopoguerra, aprendo le porte a nuovi linguaggi fino ad allora avversi alle istituzioni italiane e quindi emarginati dalla scena artistica ufficiale.

Dopo la stagione della performance, un’altra impresa di Barilli fu la creazione di “Videoart Yearbook” (2006), una rassegna estiva che tuttora presenta una serie di video realizzati da artisti italiani proiettati in sequenza nella sede del Dipartimento delle Arti Visive di Bologna. Evento annuale istituito allo scopo di portare alla conoscenza del grande pubblico e valorizzare la produzione video, che inizialmente incontrò parecchia resistenza nel Bel Paese, fedele a linguaggi artistici più tradizionali e storicizzati.

Potremmo dedicare innumerevoli pagine alle ricerche accademiche e alla critica letteraria e artistica di Renato Barilli, eppure in quest’articolo desideriamo svelarvi un aspetto meno conosciuto della sua persona: la produzione artistica. Ebbene sì, se pensavate che i titoli di critico, professore universitario, storico dell’arte, intellettuale e poeta fossero sufficienti a descrivere questa figura icona vi sbagliavate!

In occasione della recente inaugurazione della mostra personale “Viaggio intorno alla mia stanza”, a cura di Sandro Malossini, dedichiamo un focus al Barilli artista, che con il suo ritorno alla pittura ci proietta in una dimensione visuale familiare e profondamente legata alla sfera domestica, ad una realtà semplice eppure mai banale da raccontare. Trasportandoci in quell’universo delle “piccole cose”, che muta forma e rappresentazione in base a chi lo osserva, rivelando molto dell’autore.

 “Dopo tanti anni ho ricominciato a dipingere anche in onore ai miei genitori che mi hanno dato il dono della pittura” (Renato Barilli)

Fino al 21 giugno 2024, nelle sale dell’Assemblea legislativa regionale di Bologna è possibile ammirare 48 opere, che invitano il pubblico a fermarsi e riflettere per osservare la propria dimora con uno sguardo nuovo. Introspezione ed intimità sono le parole chiave di questa serie: primo passo di un’avventura divisa in due parti, una prima rivolta all’interno, all’ordinarietà delle mura domestiche, e una seconda pronta ad aprirsi alla complessità e caoticità del mondo esterno.

Lentamente, quadro dopo quadro, conosciamo ogni dettaglio della sua abitazione, particolari in cui risiedono storie e ricordi racchiusi in una pittura evocativa e densa di riferimenti. La dimensione privata delle scene si riflette nella scelta del formato ridotto (35×50 cm), adatto a proteggere i piccoli tesori della propria quotidianità che richiedono la collaborazione del fruitore, il quale deve necessariamente avvicinarsi per conoscerne il contenuto. Bisogna perdersi nella tranquillità delle scene dipinte, lasciarsi andare a pensieri lenti e ragionati per apprezzare questa mostra che raccoglie silenzi colmi di significato, figli di una bellezza estremamente ordinaria.

Con questa serie pittorica, Renato Barilli offre al mondo un’altra sfaccettatura della sua personalità, che si focalizza sulle piccole imprese di tutti i giorni, rivelandoci la delicatezza e l’umanità di una figura nota per la sua testardaggine e per l’audacia dimostrata negli scritti letterari e accademici, nonché nell’attività da curatore.  

Photo Courtesy: https://cronacabianca.eu/

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