È finalmente arrivato il momento per Keith Haring di entrare nella collana delle graphic biographies dedicata agli artisti più influenti.
Tra gli ultimi volumi, editi da Centauria, c’è quello dedicato all’indimenticato artista, scomparso oramai da più di 30 anni a causa dell’AIDS. Il libro è firmato da Paolo Parisi, autore che si era già confrontato con le vite di Basquiat, ma anche di Coltrane e Billie Holiday.
L’originalità di questo lavoro sta soprattutto nel racconto della poliedrica personalità di Keith Haring senza astrarlo dalla propria contemporaneità. L’Illustratore cerca, infatti, di rendere omaggio anche a un periodo creativamente esplosivo, narrando di un’epoca in cui probabilmente si aveva la sensazione che potesse succedere di tutto, nel bene o nel male.
In questo racconto dell’America, della fine degli anni‘70 e dell’inizio degli anni ’80, possiamo immergerci visivamente e muoverci nel percorso di formazione di un artista che sin da piccolo ha cercato con il disegno il proprio posto nel mondo.
Un percorso di crescita che per Keith Haring sicuramente non è stato facile: “Sto cercando di avvicinarmi al mondo dell’arte contemporanea, sto cercando il mio personale punto di svolta”, si legge in una pagina. Un percorso che è stato senza ombra di dubbio intenso e radicale “mi interessa l’arte come mezzo per vivere la vita: non come mezzo per guadagnarsi da vivere…”.
Gli esordi di un artista possono apparire a volte tentativi abbozzati più che traguardi, ma è proprio la ricerca di un punto di svolta che alimenta la tensione creativa di un genuino percorso di ricerca. È quello il momento in cui un artista prende coscienza della forza del proprio lavoro e di quanto possa essere influente nel mondo in cui vive. Keith Haring nel suo diario scriverà: “Un artista è un portavoce per una società in qualsiasi punto della storia. Il suo linguaggio è determinato dalla percezione del mondo in cui tutti viviamo”.
Paolo Parisi con le sue illustrazioni non solo sottolinea la poetica di Haring, ma ne sposa appieno la missione “fare un’arte che sia vissuta come esperienza del più ampio numero di individui” e infatti si intuisce che con questo suo lavoro, approfittando della “semplicità” del fumetto, vorrebbe comunicare la forza del messaggio di Haring.
In più di 120 pagine in quadricromia con i colori che prediligeva l’artista, l’autore ha condensato la breve ed energica vita di Keith Haring in periodi che corrispondono a tre ideali capitoli: dal 1958 al 1977 in cui vengono mostrate tutte le esperienze prima dell’arrivo a New York; dal 1978 al 1986 ci immergiamo nella frenetica scoperta della Grande Mela dove emergerà la sua identità artistica con i disegni nella metropolitana insieme agli altri writers. Dal 1987 al 1990 gli ultimi intensi anni con le aperture dei popshop a New York e Tokyo, il murales Tuttomondo a Pisa e l’avanzare inesorabile dell’AIDS che aveva segnato anche il suo attivismo politico e sociale.
Sulle ultime pagine della graphic biography sono annotati titoli di libri, film, dischi che l’autore del lavoro suggerisce per comprendere appieno l’avventura artistica di Haring all’interno della cultura di quegli anni. Ogni libro, come ogni opera d’arte, deve sempre rimandare ad altre scoperte, ogni storia è un ponte verso nuove sponde.
Scriveva Keith Haring in un passo del suo diario, che merita un a particolare attenzione: “La gente mi chiede spesso: “da dove prendi tutte queste idee?”. Io rispondo: Non sono sicuro, so solo che adesso vivo nel XX secolo e assorbo informazioni a un ritmo molto veloce. Lo facciamo tutti. L’informazione proviene da qualsiasi tipo di fonte, da nuove fonti ogni giorno. La tecnologia si sta muovendo più rapidamente, forse, di quanto noi possiamo starle dietro. Assimilo informazioni da queste fonti, le canalizzo attraverso la mia immaginazione e le immetto nuovamente nel mondo. Sto cercando continuamente di trovare nuove vie per portare a queste cose nel mondo ed espandere la definizione di “artista”. Come le sue opere, il pensiero di Keith Haring suona molto contemporaneo, egli ha ancora tanto da dire.
Cover Photo Credits: Graphic Biography Keith Haring – Courtesy Paolo Parisi, 2021 Centauria srl Milano