Classe 1995, di professione fotografa. Eleonora Sabet ha iniziato a pubblicare i suoi lavori sui social network più noti, per primo Instagram che a oggi conta più di 76 mila followers. Oltre a Instagram, Eleonora possiede un canale YouTube dedicato interamente alla fotografia, dove racconta i backstage dei suoi shooting, tutorial e viaggi fotografici.
Quando hai iniziato a lavorare con la fotografia e cosa vuoi comunicare con le tue foto?
Per me la fotografia ha sempre rappresentato un luogo sicuro. Ho iniziato a prendere sul serio la fotografia durante un brutto periodo della mia vita, in quel momento ho capito che era diventata una necessità. Parallelamente ho affinato le mie capacità tecniche e ho iniziato a fare i primi lavori.
Quando scatto cerco sempre di comunicare un’emozione, soprattutto quando realizzo i miei autoritratti.
Grazie alla mia sensibilità riesco a racchiudere delle emozioni all’interno di uno scatto e voglio che l’emotività sia la mia firma.
Che cosa bisogna imparare per essere una professionista oggi?
Potrà risultare banale come risposta, ma sono dell’idea che l’umiltà debba essere sempre al primo posto. L’essere professionali non per forza deve essere correlato alle capacità tecniche. A parer mio, la tua personalità e il modo di porti ti rende un professionista. Per quanto una persona possa essere unica non sarà mai indispensabile, siamo tutti rimpiazzabili.
Come ci si orienta in un mondo che è bombardato ogni giorno da nuove immagini? E, più semplicemente, che ruolo ha la fotografia in quest’era postmoderna e post-internet?
La fotografia è molto soggettiva, io personalmente non riesco ad apprezzare a pieno fotografie che non mi trasmettono emozioni. Sui vari social networks, vedo foto molto simili dal punto di vista estetico, sembra che si sia creato un nuovo stereotipo della foto “emotiva”. Basta che ci sia un’ombreggiatura rosa ed è fatta! La fotografia non è un colore, la fotografia non è accontentare ma stupire. È difficile gestire le tempistiche di internet. Nel web una fotografia viene considerata vecchia dopo poche ore. Quando non esisteva la fotografia digitale, il fotografo doveva aspettare per vedere i propri scatti. Al giorno d’oggi non c’è più pazienza e cura per una propria creazione. Il pensiero di un fotografo medio suppongo sia “Oggi ho scattato una bella fotografia, torno a casa, un po’ di post produzione e stasera la carico!”. È come se si saltasse uno step importante, quello della consapevolezza e l’analisi di quello che si è appena creato.
Quando la fotografia diventa una forma d’arte oltre che mezzo di comunicazione? Tu ti ritieni un’artista? E ambisci a inserirti nel mercato dell’arte oltre che in quello pubblicitario?
Secondo me la fotografia diventa una forma artistica nel momento in cui vieni travolto dall’emozione e non dalla bellezza estetica. Mi ritengo una piccola artista. Amo scrivere, raccontare storie e la mia in modo delicato. Sono sempre stata una persona molto timida e la mia storia voglio raccontarla con autoritratti importanti. Sicuramente ambisco ad inserirmi nel mercato dell’arte. Da mesi sento un forte conflitto interno… per vivere bisogna fare più cose possibili, non è facile la vita del fotografo, soprattutto se giovane come me. Vorrei vivere della mia arte e dei miei reportage. Spero un giorno di arrivarci!
Il tuo rapporto con i social media come mezzi di promozione e di comunicazione. Che utilizzo ne fai e in che rapporti sei con i tuoi followers? Inoltre, il fatto di avere un grande seguito mediatico pensi sia utile per instaurare collaborazioni di livello?
Personalmente non amo il meccanismo del social ma non nego di utilizzarli a fini promozionali. Purtroppo nella nostra società, in questo momento, non c’è altro modo per auto promuoversi. Col tempo ho avuto un gran seguito e questa cosa mi ha portato ad avere collaborazioni molto interessanti.
Grazie al mio profilo ho avuto modo di lavorare con Kenzo, Lomography, Diego Dalla Palma e molti altri. Sicuramente è un’ottima vetrina se sfruttata bene! Per quanto riguarda il rapporto con i miei followers suppongo sia un rapporto un po’ particolare. Molti mi seguono “solo per la mia faccia”, per gli autoritratti… invece una grande parte mi segue anche per altri scatti. Spesso mi è capitato di dover far notare i miei dispiaceri, non è facile quando sei davanti alla fotocamera ma allo stesso tempo si è dietro. Il mio profilo è prima di tutto mio, non devo aver paura di esprimere rabbia o dispiacere. Non sono un fenomeno mediatico, sono una fotografa e sul mio profilo si dialoga. Il mio pubblico è in continua crescita e ne sono felice, col tempo spero di avere un pubblico sempre di più legato alla mia arte, più che alla mia persona.
Raccontami come ti stai inserendo nel mercato e nel panorama artistico: che tipo di collaborazioni scegli e quali sono stati i tuoi progetti più significativi?
In questo momento sento di avere più contatti nel mondo commerciale e spero presto di averne anche nel mondo artistico. Le collaborazioni le scelgo in base l’identità artistica che col tempo voglio crearmi. Una delle ultime collaborazioni per esempio è con Lomography. Non penso di avere un progetto che sia più significativo degli altri, però ci sono molti scatti che ritengo più significativi di altri, in particolare i miei autoritratti.
Milano, la tua città. Dimmi la tua sul panorama artistico/fotografico milanese. Che opportunità e ispirazioni offre?
Considerando che il mio obiettivo è viaggiare e realizzare reportage, Milano non penso abbia più di tanto da offrire a giovani fotografi non interessati alla moda. Parlo per esperienza personale ovviamente… purtroppo, per ora, nella mia città non ho avuto grandi soddisfazioni personali.
Progetti futuri: vorresti esporre in gallerie, specializzarti in un settore (es, fotografia di moda, documentaria, ritrattistica) o sperimentare altri mezzi artistici?
Viaggiare e fotografare realtà diverse, vederle attraverso i miei occhi e portarle su piattaforme in cui noi giovani siamo abituati a vedere ben altro. Il mio sogno e obiettivo è specializzarmi nel reportage, in particolare ritratti. Amo fotografare le persone e cercare di raccontare la loro storia tramite i miei scatti. A breve inizierò un progetto molto importante di cui non posso ancora parlare… spero in futuro di realizzare una mostra o un foto libro. La mia unica certezza è la fotografia, ormai è diventata una parte di me, l’unico mezzo di comunicazione in cui io mi senta a mio agio.
Per maggiori info: www.eleonorasabet.com