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Susan e Michael Hort possono essere definiti senza esagerazione i più infaticabili collezionisti d’arte di New York. Sin dal 1985, essi hanno dimostrato una particolare predilezione per l’arte emergente e hanno spesso preso rischi in termini economici acquistando pezzi di artisti sconosciuti, scommettendo sul loro futuro successo. Questa visione audace e lungimirante li ha portati ad accumulare nel tempo una collezione di oltre 5000 opere.
Ma, come spesso accade nel mondo dell’arte, insieme alla grande passione c’è anche il difficile problema della conservazione. “Che cosa faremo con tutta questa arte?” si chiede Susan Hort. “Puoi scegliere di vendere o donare. Non vogliamo vendere l’arte all’asta e se la doni a un museo, la stipano nel seminterrato.”
Gli Hort hanno infatti un legame molto personale con la loro collezione. Essa rappresenta non solo una vita di apprezzamento per l’arte, ma contiene anche i ricordi di tragici eventi familiari. Nel 1995 la loro primogenita Rema Hort Mann, appassionata d’arte al punto da diventare membro fondatore del gruppo di giovani collezionisti del New Museum, morì a soli trent’anni. In memoria della figlia, la famiglia Hort ha istituito una fondazione per il sostegno a giovani artisti emergenti e a persone affette da tumore.
Dallo straziante vuoto lasciato da tali eventi, Susan e Michael Hort si sono ricavati uno spazio in cui far vivere l’arte. Nel pavimento della loro dimora privata in Tribeca, ad esempio, hanno creato un palco rotondo in vetro che si apre su una stanza segreta piena di sculture. Così, i visitatori con un occhio attento possono sempre trovare qualcosa di nuovo e inaspettato da scoprire.
Tuttavia, il vero gioiello della loro visione artistica è rappresentato dal museo privato di cui stanno curando la creazione presso l’Art Omi Pavilions, un progetto del collezionista e ammiratore delle loro prospettive innovative sul collezionismo, Francis Greenburger.
Il progetto dell’Art Omi Pavilions di Greenburger comprende 18 padiglioni individuali, dislocati su 190 acri di terra a Chatham, New York. Ciascuno di questi padiglioni rappresenterà una distinta visione artistica e collezionistica, offrendo ad artisti e collezionisti la possibilità di unirsi per creare qualcosa di unico.
Susan e Michael Hort hanno perso due importanti figure della loro vita, ma non hanno perso la loro passione per l’arte o la determinazione nel preservare la loro collezione per le prossime generazioni. Hanno rivolto la loro attenzione alla piattaforma Artnet, un database essenziale per il mercato dell’arte, catalogando attentamente ogni pezzo della collezione, dall’opera più grande a quella più piccola. Grazie a questa operazione, anche in futuro, qualsiasi membro della famiglia desideroso di ripercorrere le orme dei Hort nel collezionismo d’arte avrà una preziosa guida a disposizione.
Per quanto riguarda il destino di gran parte della collezione dei Hort, essi progettano di trasferirla nel loro futuro museo privato, attualmente in costruzione presso l’Art Omi Pavilions. Questa soluzione sembra essere l’unica in grado di risolvere il problema posto da dimensioni e numero delle opere della collezione. “I nostri figli”, dice Susan, “amano alcune cose, ma c’è troppa arte e le opere sono troppo grandi. Non possono prenderle tutte”.
La decisione di creare un museo privato sancisce il passaggio da collezionisti d’arte privata a sé stessi, a curatori di una collezione d’arte che sarà accessibile al mondo intero. Ma, indipendentemente da come si sceglie di definirli, Susan e Michael Hort rimangono legati all’arte con una passione che trascende le definizioni. Il loro impegno per la preservazione dell’arte come elemento vivente è quello che li rende i più audaci collezionisti d’arte di New York.