La programmazione di MEET continua anche ad agosto con la mostra Out of order di John Sanborn, l’esperienza immersiva in VR Atmospheric Forest di Rasa Smite e Raitis Smits, un’open call e campus per bambini.
In una Milano rovente, MEET Digital Culture Center offre una fitta programmazione estiva, riconfermandosi così come punto di riferimento per l’arte digitale e l’immersività sperimentata attraverso linguaggi nuovi.
La rilevanza di MEET nel panorama italiano è stata recentemente sugellata dal musicista elettronico Jean-Michel Jarre il quale, nella cornice di The Atlas of Digital Art, ha affermato che: “Abbiamo bisogno di posti come questo: è un’opportunità, non solo per Milano e per l’Italia, ma per l’Europa. Un luogo davvero importante, un’antenna per intercettare nuove correnti e nuove tendenze“. Nel fare ciò, il centro culturale milanese dà risonanza alle voci e alle opere di protagonisti tanto italiani quanto internazionali. Fino a inizio settembre (eccezion fatta per una settimana di chiusura, dal 12 al 19 agosto), gli spazi di MEET ospitano la mostra Out of order dell’artista americano John Sanborn e l’esperienza immersiva in realtà virtuale Atmospheric Forest degli artisti lettoni Rasa Smite e Raitis Smits.
La personale di John Sanborn, curata dalla Presidente del MEET Maria Grazia Mattei, ripercorre con poche ma significative tappe la produzione dell’artista americano lungo quattro decenni: dai video trasmessi su monitor a tubo catodico, simbolo degli anni Settanta e Ottanta, si passa alle installazioni video Body Quartets (2015-2020) e Mind Quartets (2024), che restituiscono uno stato di trasformazione e di perenne confronto tra corpo e mente; e ancora, Out of Chaos | Frisson (2024), opera realizzata da Sanborn in collaborazione con Lali Wilde, richiede il diretto coinvolgimento dello spettatore (e del suo smartphone) per essere attivata, affinché immagini statiche e stranianti si animino grazie alla realtà aumentata e vengano assemblate l’una con l’altra, creando nuovi percorsi di senso.
Infine, le ultime due stanze allargano il discorso al mitologico e al divino, con le opere Mythic Status (2015-2016) e V+M (2015). La prima presenta quattro video e sound portrait di altrettante divinità greche (Apollo, Atalanta, Nyx ed Hercules) trasposte nel contemporaneo e definite dall’artista “i guerrieri della politica di genere contemporanea”.
La sfida al binarismo di genere, tesa a una piena autodeterminazione di sé, appare centrale anche in V+M, esposta nella sala immersiva (dove il martedì è possibile lasciarsi trasportare nel tributo al Rinascimento realizzato da Refik Anadol): mentre Marte e Venere improvvisano una danza, lo spettatore è sopraffatto da stimoli visivi e sonori. La storia di Venere e Marte, quali esempio dell’equilibrio tra energie opposte, risulta paradigmatica per tutta l’esposizione, nella quale si assiste a un continuo slittare tra polarità quali corpo-mente, maschio-femmina, reale-virtuale, ordine-caos per giungere alla conclusione che sia possibile trovare una sintesi nell’ibridazione, nella trasformazione, nella queerness che porta a una liberazione individuale e collettiva.
Nei fine settimana della stagione estiva, inoltre, è possibile calarsi nel mondo virtuale di Atmospheric Forest di Rasa Smite e Raitis Smits. L’opera rappresenta il terzo appuntamento del programma MEET the Nature, realizzato in collaborazione con l’azienda ItalMesh e finalizzato a inaugurare, in ogni stagione, una nuova installazione incentrata sull’ambiente e l’ecosistema, mettendo fertilmente in dialogo arte e scienza. Atmospheric Forest, in particolare, permette di visualizzare le relazioni tra foresta, cambiamenti climatici e atmosfera, prendendo in esame i composti organici volatili emessi dagli alberi. L’esperienza immersiva è l’esito artistico di un progetto di ricerca triennale sul Pfynwald, un’antica foresta di conifere alpina svizzera drammaticamente colpita dalla siccità e punto d’osservazione degli effetti del cambiamento climatico.
Gli artisti, a partire dai dati ambientali e metereologici forniti dagli scienziati, hanno dato forma a flussi di particelle animate: lo spettatore-attore si muove e fa spazio tra questi flussi, arrivando ad attraversare gli alberi e a diventare esso stesso parte di tale ecosistema, con una fusione panica tra umanità e ambiente.
Un’emanazione di tale attenzione alle sperimentazioni e, al contempo, di una sensibilità verso tematiche attuali è rappresentata dalla open call Flux | Female Digital Creativity, atta a sviluppare, presentare e promuovere la creatività digitale femminile attraverso un programma di formazione e mostre, che avrà luogo durante il mese di ottobre. La call, aperta fino al 30 agosto, è rivolta ad artiste donne o transgender impegnate a sperimentare con l’arte digitale e la tecnologia blockchain e a guardare ai punti di contatto con il mercato dell’arte. Il fine del progetto, originato dalla partnership tra Labin Art Express (Istria, Croazia), MEET Digital Culture Center (Milano, Italia), MOTA (Lubiana, Slovenia) e Alice in Blockchains (Zagabria, Croazia), è quello di promuovere una serie di artiste interessate a indagare le nuove frontiere dell’arte contemporanea e i nuovi media artistici.
Infine, dal 26 agosto al 6 settembre, si terranno al MEET dei campus estivi di robotica, con i quali il centro culturale accoglie da giugno anche i più piccoli per accompagnarli nella scoperta dei rapporti tra arte, scienza e tecnologia. Il campus, organizzato dalla Scuola di Robotica, si articola in due programmi (programma Space Explorers e programma Masterpiece) e prevede momenti di gioco, progettazione e creazione di robot al fine di stimolare la creatività, la collaborazione e la conoscenza consapevole e responsabile della robotica.