L’intelligenza artificiale per riconoscere i falsi

L’uso dell’intelligenza artificiale nelle perizie di autenticazione, da Art Recognition alle ricerche della Case Western Reserve University

Il mondo dell’arte negli ultimi anni sta sperimentando sempre di più con le nuove tecnologie e, mentre queste sono spesso approcciate con l’intento di usarle come mezzo di produzione artistica, si è scoperto che possono essere utili anche per i processi di autenticazione delle opere. 

Infatti, una delle piaghe che affliggono il mercato dell’arte è la circolazione di falsi. Non è fuori dal comune che opere non originali vengano acquistate da collezionisti privati o grandi istituzioni. 

Di recente, sembra che l’intelligenza artificiale e il Machine Learning possano fare la differenza nella lotta contro questo fenomeno. 

Nel 2021 un’indagine strumentale svolta con tecnologie basate sull’intelligenza artificiale ha segnalato che il “Sansone e Dalila” di Peter Rubens conservato alla National Gallery di Londra è al 91,78% un falso

La perizia è stata svolta da Art Recognition, una start-up svizzera che si serve della consulenza scientifica dell’Università di Tilburg e che dal 2015 lavora a più di 400 autenticazioni. 

Questo verdetto smentisce la perizia svolta nel 1929 da Ludwig Burchard.

Si pensa che l’opera esposta alla National Gallery sia una copia realizzata nella prima metà del ‘600, mentre l’originale sarebbe andata perduta nel 1940 – alla morte del primo proprietario, Nicholas Rockox, che l’aveva commissionata a Rubens nel 1608-1609. 

“Sansone e Dalida” è un’opera che ha sempre destato sospetti tra i critici perché colori e composizione sono completamente differenti dal tipico stile del maestro fiammingo.

Il dubbio è stato poi rafforzato quando si è scoperto che Ludwig Burchard era solito mentire sulle autenticazioni per motivi di tornaconto economico. 

Per svolgere la perizia, l’AI (Artificial Intelligence) è stata sottoposta a un processo di apprendimento basato su 148 opere di Rubens di autenticità certa.

La tecnologia usata da Art Recognition appartiene all’ambito del Deep Learning e rende l’AI capace di processare migliaia di immagini ad alta risoluzione nella loro interezza e nei singoli dettagli che le compongono. 

L’analisi delle immagini è guidata da un serie di parametri che combinano informazioni su materiali, colore e tratti a informazioni di carattere storico.

Alla fine della perizia l’AI è in grado di fornire una percentuale di autenticità e tutti i dati a supporto del risultato. 

L’intelligenza artificiale di Art Recognition viene superata dalla Case Western Reserve University

L’anno scorso su Heritage Science è uscito uno studio svolto dai ricercatori della Case Western Reserve University che mostrava come, usando una combinazione di tecniche di analisi ottica e 3D Imaging, fossero in grado di identificare falsi con un’accuratezza del 96%.

La novità è che grazie a questa nuova tecnologia, possono essere sottoposti ad autenticazione digitale anche dipinti ad olio e acrilico, disegni, acquerelli e sculture. Formati che prima era molto complesso analizzare. 

Un passo avanti rispetto alla tecnologia usata da Art Recognition a dimostrazione della velocità con cui progrediscono le scoperte sull’utilizzo dell’AI nell’arte.

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