In una torrida Capri di metà estate, la piazzetta Umberto I brulica di attività, con turisti e residenti che si mescolano sotto il sole dorato del tardo pomeriggio. Conosciuta affettuosamente come “La Piazzetta”, questo luogo è un piccolo angolo paradisiaco che incarna perfettamente l’essenza della vita isolana. Situata in posizione elevata rispetto al porto di Marina Grande, la piazza si apre come un salotto a cielo aperto con caffè storici e i ristoranti eleganti si affacciano su una vista mozzafiato: da un lato le colline verdeggianti dell’isola, dall’altro il mare scintillante che si estende all’orizzonte, punteggiato da barche e yacht che vanno e vengono. L’aria è intrisa di profumi mediterranei, un mix di salsedine, fiori e cibo appena preparato dai ristoranti vicini.
In questa cornice idilliaca, dal 5 agosto si erge imponente il “Spaceman Shiny” dello scultore toscano Filippo Tincolini, un astronauta di oltre quattro metri, che domina la piazza come un guardiano futuristico. La scultura, realizzata in resina di colore light blu fluo, cattura immediatamente l’attenzione con il suo aspetto luminoso e dinamico, riflettendo il modo in cui la tecnologia illumina e talvolta sovrasta il nostro mondo naturale.
Ma c’è di più dietro questa figura tecnologica. Foglie e fiori emergono dalla tuta spaziale dell’astronauta, introducendo un elemento naturale che contrasta con il materiale sintetico della scultura. Questi dettagli vegetali rappresentano la “naturalità” intrinseca dell’essere umano, un richiamo a non perdere di vista la nostra essenza mentre ci proiettiamo nelle dimensioni astratte dell’esplorazione spaziale.
Il concetto di “andare fuori misura nella misura”, che Tincolini abbraccia nella sua arte, è chiaramente visibile nello Spaceman Shiny. “Fuori misura” si riferisce alla capacità dell’artista di spingersi oltre i limiti convenzionali, esplorando nuove frontiere e ponendo domande esistenziali attraverso il suo lavoro. L’astronauta gigante rappresenta proprio questo: un viaggio verso l’ignoto, una sfida ai confini della realtà.
La “misura”, d’altra parte, si trova nella profonda conoscenza storico-artistica (come ci ha raccontato in questa intervista) e nella maestria tecnica che Tincolini ha acquisito nel corso degli anni. Ogni dettaglio dell’opera è il risultato di un attento studio e di una ricerca incessante, che uniscono tradizione e innovazione in un equilibrio perfetto.
A pochi passi dalla piazza, la galleria Liquid Art System ospita altre opere di Tincolini, creando un percorso ideale tra l’installazione pubblica e una riflessione più intima e raccolta. L’interno della galleria è un’oasi di calma, un luogo dove il tempo rallenta, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nell’arte. Qui, le serie “Flowered Soul” e “Ancient Gods” convivono in un dialogo silenzioso tra la scultura classica e l’innovazione moderna. Le opere in marmo, scolpite con una maestria che richiama le tradizioni millenarie di Carrara, offrono un contrasto affascinante con l’astronauta tecnologico della piazzetta.
Con il calare della sera, la piazzetta Umberto I si riempie di una luce calda e morbida, che dona un’atmosfera quasi magica all’installazione. L’astronauta brilla sotto i riflettori, continuando a catturare l’attenzione e l’immaginazione di tutti. Le voci si abbassano, e una quiete serena avvolge l’isola, mentre l’arte di Tincolini continua a offrire un ponte tra la realtà e il sogno, un invito a esplorare l’ignoto e a riflettere sulla propria esistenza, offrendo una possibile via d’uscita dal labirinto della vita.