La 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre 2024, ha scelto ancora una volta, per il settimo anno consecutivo, un’immagine creata dall’illustratore bresciano Lorenzo Mattotti come poster ufficiale dell’evento.
Mattotti, nato a Brescia nel 1954, ha studiato studiato architettura prima di dedicarsi completamente all’arte del fumetto e dell’illustrazione. Negli anni ’80, è diventato uno dei principali esponenti del movimento di rinnovamento del fumetto italiano, contribuendo con opere innovative e sperimentali. Tra i suoi lavori più celebri si trovano “Fuochi” (1986), una graphic novel che ha ricevuto ampi riconoscimenti, e collaborazioni con importanti riviste e giornali internazionali come The New Yorker, Le Monde e Vanity Fair.
Oltre al fumetto, Mattotti ha illustrato libri per bambini, creato manifesti e collaborato a progetti cinematografici, dimostrando una versatilità eccezionale nel suo campo. Il suo lavoro è caratterizzato da un uso espressivo del colore e da una forte componente narrativa. Un altro aspetto caratteristico del suo stile è l’uso di linee fluide e morbide, che conferiscono alle sue figure un senso di dinamismo e vitalità. Queste linee, spesso accompagnate da una ricca texture, contribuiscono a creare composizioni visivamente coinvolgenti e ricche di dettagli. Mattotti si ispira a diverse influenze artistiche, tra cui l’arte classica, l’espressionismo e il surrealismo, integrando questi elementi in un linguaggio visivo moderno e innovativo. Le sue figure sono spesso stilizzate, con proporzioni esagerate e pose dinamiche che evocano movimento e vitalità, ma anche con degli elementi anatomici pesanti, quasi metafisici, che vengono nascono da sfondi talvolta neutri, quasi per abiogenesi.
La versatilità di Mattotti si manifesta anche nelle sue collaborazioni in vari campi, tra cui la pubblicità, il cinema e la letteratura per l’infanzia. Ha lavorato per riviste come The New Yorker, Le Monde e Vanity Fair, portando il suo stile inconfondibile a un pubblico più ampio. La sua capacità di adattarsi a diversi media senza perdere la sua identità artistica è una testimonianza della sua abilità e creatività.
I precedenti poster, dal 2018 ad oggi
Mattotti ha creato i poster ufficiali della Mostra del Cinema di Venezia dal 2018 al 2024, ognuno con un tema e uno stile particolari e con un focus narrativo su personaggi che diventano portatori di valori rappresentativi della settima arte. Una donna con un monocolo, simbolo della curiosità, campeggiava nel poster del 2018 con un abito multicolore e guanti rossi su uno sfondo neutro, nel 2019 invece la scena viene presa da due figure su piattaforme galleggianti che evocano il viaggio e la scoperta; altre due figure fluttuanti, chiaro richiamo a Matisse e il suo “cerchio”, danzano nello spazio con leggerezza nel 2020; una scena di ripresa cinematografica che mostra due persone che interagiscono con videocamere, esprimendo energia e vitalità (2021); una figura alata, elegante e vestita d’oro, simboleggia magia e bellezza, portando il numero 90 per celebrare l’anniversario del festival nel 2022; un’auto decappottabile con due persone per celebrare l’avventura e la libertà nel poster dell’anno scorso.
Per il lavoro di quest’anno, ancora una volta, Mattotti mescola simbolismo e uso espressivo dei colori per incarnare l’essenza del cinema. Al centro dell’imamgine si staglia un elefante stilizzato, simbolo di forza e memoria, raffigurato con linee fluide e morbide che gli conferiscono un aspetto quasi in movimento, evocando vitalità e potenza. Lo sfondo è una sinfonia di colori brillanti, con tonalità calde e fredde che si intrecciano in un contrasto dinamico, catturando l’attenzione e aggiungendo profondità all’immagine. I colori vivaci e saturi, tipici dello stile di Mattotti, sottolineno la maestosità dell’elefante, mentre l’Isola nello sfondo (forse quella di San Giorgio?) rappresenta la lontananza da un territorio familiare, verso l’esotico.
L’elefante nel poster può essere visto anche come un simbolo della durabilità e della memoria del cinema, un’arte che, come l’elefante, ha una lunga storia e una presenza imponente, una dignitificazione del cinema come forma d’arte.
Lorenzo Mattotti stesso scrive: “Cosa ci fa un Elefante in Laguna? Sicuramente è un’immagine inconsueta, inaspettata, ma che ci porta indietro con la memoria, quando, molti anni fa, un Elefante era arrivato a Venezia e si aggirava per le strette calli veneziane durante un famoso Carnevale della Biennale, quello del 1981… Questo Elefante ora attraversa la Laguna e percorre le vie della Fantasia, del Mistero e della Magia che si scopre nel Cinema. È lui stesso Memoria e anche Storia del Cinema: una festa, una parata, uno spettacolo! E questo speciale Elefante colorato ci ricorda anche l’Esotico, il Lontano, l’Oriente, uno sguardo verso altre civiltà, altre culture… Alla Biennale Cinema si sono sempre incontrati altri mondi, altri linguaggi, altri immaginari, che da 92 anni arrivano in laguna. Un Elefante che va verso Oriente, ma che ha la capacità di accogliere“