Macchiaioli, Casorati e gli altri: il 2025 delle mostre milanesi sarà forse un anno “di passaggio”

C’è un’atmosfera un po’ strana, in questi giorni a Milano. Spuntano ovunque le gru per issare gli alberi di Natale in centro, i turisti non mancano. La Scala si appresta alla sua Prima (di scena “La Forza del Destino”, lunghissima opera di Giuseppe Verdi che ha la fama di portar male, e va detto che uno degli interpreti principali è stato in effetti sostituito dopo forfait), ma con poco glamour: il presidente Sergio Mattarella ha scelto un profilo basso, niente passerelle (sarà invece alla cerimonia di riapertura ufficiale di Notre-Dame). La premier Giorgia Meloni diserta il palco reale. Arriveranno il ministro alla Cultura Alessandro Giuli e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Vip? In molti dicono: “Pochi“.

Non è aria di leggerezza (le rivolte al Corvetto, gli scioperi continui, le due guerre in corso). E quest’atmosfera un po’ pesante resta appiccicata un po’ ovunque anche dove – bisogna dirlo – bisognerebbe sorridere: prendiamo, ad esempio, i numeri del settore cultura. Li ha snocciolati l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: i visitatori sono in linea con quelli dello scorso anno (raggiungeremo i 3 milioni per le mostre di Palazzo Reale e gli ingressi ai musei civici), i successi non sono mancati. Dati alla mano, la mostra di Dolce e Gabbana a Palazzo Reale è stata la più visitata della stagione, con 174mila presenze mentre al momento “tira” parecchio la mostra dedicata a Munch, che mette in fila costante milanesi e turisti e che promette, a fine gennaio, di registrare un record di presenze (arrancano invece le esposizioni dedicate al fotografo Ugo Mulas, siamo sui 15mila visitatori, e soprattutto Baj, in Sala della Cariatidi, fermo poche settimane fa a 10mila).

Anche Picasso non ha fatto il botto come sperato e qui viene da chiedersi se un calendario decisamente sovraffollato non penalizzi di fatto un po’ tutti: Sacchi è convinto del contrario (“le inaugurazioni simultanee ci hanno sempre dato grandi soddisfazioni“, ci ha detto) ma forse un ragionamento serio sulla questione andrebbe fatto, anche in considerazione dei costi delle singole mostre. Perché, se è vero che esiste la mitica “card musei”  (15 euro) che, oltre all’ingresso per un anno ai musei civici promette uno sconto del 20% sulle mostre temporanee, il singolo biglietto ormai sfiora i 20 euro, e non sono pochi, di questi tempi.

Ma vediamo che cosa ci riserva il prossimo anno. La cosa più bella – lo diciamo subito – non arriva nel 2025 ma nell’anno olimpico, il 2026: Sua Maestà Anselm Kiefer porterà nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale una sua installazione site-specific a febbraio, proprio per l’apertura dei Giochi invernali. Non è tutto: sempre nel 2026 riaprirà il museo Egizio del Castello Sforzesco (che non sarà certo come quello di Torino ma ha il suo perché) e soprattutto la strepitosa Sala delle Assi di Leonardo da Vinci, chiusa da oltre dieci anni e riaperta solo per pochi mesi nel 2019. 

Potremmo farci bastare questo per essere contenti. In effetti, il 2025 delle mostre meneghine ci appare come un anno “di passaggio”: a Palazzo Reale arriveranno i Macchiaioli (bravi sì, ma non certo entusiasmanti), poi una grande antologica su Felice Casorati (questa promette bene), un affondo al Mudec sull’Art Déco, in occasione del centenario dell’Exposition internationale des arts décoratifs et industrieles modernes di Parigi e poi ancora, sulla scia del successo del Surrealismo (il cui centenario però tutto il mondo ha festeggiato quest’anno…), una mostra dedicata a Leonor Fini e una a Leonora Carrington, mentre in autunno arriverà Man Ray

GAM Pellizza da Volpedo Il Quarto Stato olio su tela cm 283×550 Foto Carrà

Più originale ci pare l’affondo alla Gam che sarà dedicato a Giuseppe Pellizza da Volpedo, il “papà” del (più che mai attuale) Quarto Stato (la sua Fiumana fa parte della collezione permanente di Palazzo Citterio: da sabato la vedremo). Troppo a lungo sottovalutato, troverà finalmente spazio con un progetto espositivo in 60 opere e in un museo civico, la Galleria d’Arte Moderna, che è un piccolo angolo di Parigi a Milano ancora troppo poco visitato. 

Laura Owens Untitled

E il contemporaneo? Il Pac si prende finalmente la scena. La mostra in corso dedicata a Marcello Maloberti appare particolarmente riuscita e a marzo arriva l’artistar iraniana Shirin Neshat. Da segnalare, in Sala delle Cariatidi, l’intervento di Nico Vascellari che in primavera presenterà “Pastorale”, monumentale installazione dedicata al rapporto tra uomo e natura. Da febbraio ad aprile si prende gli spazi di Palazzo Reale (e sarà interessante capire la risposta del pubblico) la Collezione Giuseppe Iannaccone con opere di Cindy Sherman, Nan Goldin, Kiki Smith, e via andare…

Intanto, ci dicono che sta già facendo il botto di prenotazioni “Tim Burton’s Labyrinth, progetto espositiv-spettacolare (ma è giusto inserirlo nel piano mostre?) che apre la settimana prossima ed è firmato dal mitico Tim Burton. Che non verrà a Milano per l’inaugurazione, nemmeno lui. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno