Marco Rèa e i suoi “passeggeri” alla ricerca di un’identità

Il concetto di viaggio, inteso come esplorazione fisica e interiore, è al centro della nuova mostra personale di Marco Rèa, Viaggio sulla luna, fino al 9 novembre presso la galleria Rosso20sette arte contemporanea. La mostra, accompagnata dai testi di Ivana Salis e dell’artista stesso, presenta ventuno opere su carta e introduce per la prima volta nella sua produzione lavori su tela. Un catalogo con un multiplo su carta, firmato e numerato in una tiratura limitata di 50 esemplari, arricchisce l’evento.

Nella riflessione di Rèa, il viaggio non è solo un movimento verso una meta, ma diventa una metafora dell’indagine sulla condizione umana. Come osserva Ivana Salis, l’artista si pone come un “antropologo visivo”, capace di elaborare un linguaggio di segni che esprimono la complessità della nostra epoca. Le figure da lui create, spesso ispirate all’estetica dei manifesti pubblicitari, emergono da un processo di distillazione che le svuota della loro patina superficiale per rivelare dimensioni più profonde, individuali e collettive. I suoi “passeggeri“, così definiti dall’artista, si muovono su piani immaginari che attraversano spazi di attesa e di speranza, di cambiamento e di ricerca identitaria.

Le opere su tela e carta di Rèa, caratterizzate da un uso magistrale del nero, esplorano la tensione tra figura e sfondo, tra pieno e vuoto. Le linee, dense o sottili, tracciano i contorni di volti che rappresentano non solo individui, ma l’umanità nel suo insieme, composta da storie, memorie e contaminazioni culturali. La rappresentazione del viaggio, secondo l’artista, non è quella di un cammino lineare o predeterminato, ma piuttosto di un’esperienza incerta, aperta a molteplici interpretazioni. I suoi personaggi potrebbero essere visti come viaggiatori spaziali in rotta verso la Luna, ma anche come esseri anonimi che osservano da vicino le nostre vite quotidiane, pronti a catturare lo sguardo di chi si ferma a riflettere.

Rèa stesso lascia molto spazio all’immaginazione dello spettatore. Come sottolinea, il motivo del viaggio e l’identità dei protagonisti restano volutamente indefiniti. L’artista affida a chi osserva il compito di completare la narrazione, trasformando il pubblico in co-creatore dell’opera. In questo modo, Viaggio sulla luna diventa non solo una mostra, ma anche un invito a riflettere sul nostro ruolo come esploratori di mondi interiori e collettivi, sospesi tra realtà e immaginazione.

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