Milano Scultura 2024, come è andata la prima edizione presso Villa Bagatti Valsecchi

Dal 4 al 6 ottobre 2024, si è tenuta l’ottava edizione della fiera Milano Scultura, quest’anno per la prima volta presso Villa Bagatti Valsecchi a Varedo. 

Si è chiusa domenica 6 ottobre Milano Scultura 2024, un’edizione all’insegna del cambiamento, dal momento che, dopo ben sette edizioni, quest’anno la fiera milanese dedicata alle arti plastiche si è spostata dal centralissimo e postindustriale edificio della Fabbrica del Vapore verso la brianzola e maestosa Villa Bagatti Valsecchi di Varedo. Nei giorni tra il 4 e il 6 ottobre, Milano Scultura ha offerto l’opportunità di conoscere tredici gallerie e quattordici artisti, visitare cinque progetti speciali, presenziare a talk e performance e godere dello sterminato parco che circonda la villa e in cui, nei secoli, si sono sedimentati pezzi di storia, come testimonia un muro di cinta proveniente dalla cinquecentesca struttura del Lazzaretto di Milano

La direttrice Ilaria Centola e il curatore Valerio Dehò hanno inquadrato la decisione di cambiare sede – optando per una villa rimasta chiusa al pubblico per tanti, troppi anni – all’interno di un più ampio cambio di progettualità della manifestazione che va di pari passo con un ulteriore riconoscimento della cultura quale motore per il territorio. Si è voluto, dunque, lavorare per rendere l’ottava edizione della fiera il primo tassello di un progetto volto a incrementare il numero delle gallerie e degli artisti partecipanti, sviluppare il rapporto con lo spazio esterno e infine rendere Villa Bagatti Valsecchi un “vero e proprio centro culturale e uno spazio di identificazione con la manifestazione”.

Davide Medri Present two 2024

L’edizione appena conclusa di Milano Scultura ha presentato un’ulteriore novità, anch’essa dettata dal mutato contesto: sono stati privilegiati allestimenti essenziali, senza barriere tra le singole gallerie (presenti al piano terra della villa) e gli artisti (le cui opere sono esposte al primo piano). Niente rigidi stand fieristici, ma un compenetrarsi di opere, spazi espositivi e stanze della villa, al fine di offrire una ampia, ma anche selezionata, panoramica sulla produzione scultorea e plastica contemporanea, da cui emerge una sensibilità per il tema del recupero dei materiali e della sperimentazione con essi, oltre che una multisfaccettata (e storicamente mai interrotta) indagine della figura umana.

Con il programma espositivo si sono volute sfruttare appieno le potenzialità del luogo, tramite mostre antologiche, progetti speciali, incontri e performance artistiche e musicali. La prima mostra collaterale, Essential, ha esposto le opere del gruppo Mistiche Nutelle (nato nel 1990 e composto da Oscar Baccilieri, Vittorio Dario Brocadello, Mauro Luccarini, Maurizio Mantovi, Oddone Ricci e Adriano Tetti), assemblaggi di citazioni ai simboli – ribaltati di segno – del potere e della cultura di massa e riletture del contemporaneo attraverso il filtro dell’ironia e della satira.

Alessandra Aita Il bacio 2024

Anche i lavori presentati nella seconda esposizione, This is the End, vogliono essere un esplicito grido contro le crisi e le storture della contemporaneità, da un’incontrollata urbanizzazione, fino all’abuso dell’intelligenza artificiale: l’ampio spettro di tematiche è stato affrontato dagli artisti (Elisa Cella, Nicola Evangelisti, Nadia Galbiati, Camilla Marinoni, Andrea Meregalli, Matteo Suffritti) con un altrettanto ampio ventaglio di materiali e tecniche artistiche. Tra le mostre si conta anche Tempo mobile incastonato nella forma fossile, collettiva curata da Vittorio Raschetti e progetto speciale della manifestazione, insieme a Mazeman Portrait di Andrea Prandi

I talk, che si sono tenuti durante le giornate di sabato e domenica, hanno permesso di ampliare le tematiche centrali nella manifestazione e di approfondire la storia della inedita sede di quest’ultima. Gli incontri sono stati incentrati, da una parte, sul ruolo dei social nella valorizzazione della cultura (con Elisabetta Roncati, consulente, scrittrice e creator digitale, e Claudio Gamba, storico dell’arte) e, dall’altra parte, sulla storia della nuova sede della fiera (con Elena Riva, prof.ssa ordinaria di Storia moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e, dunque, anche sul rapporto tra arte e paesaggio (con Ugomaria Macola, Presidente OverArt e Presidente del Parco dell’Arte dell’Idroscalo di Milano), tema ineludibile in un contesto come quello di Varedo.

Carlo Guzzi Altro da me 2017

Il parco, degno di nota per la sua estensione e per la rigogliosità, è infatti diventato a sua volta spazio espositivo, così tra gli alberi e i gruppi scultorei in stile settecentesco si stagliavano le opere inserite della sezione Out of Limits: le briccole veneziane erose dalle maree e colorate da Enrico Marcato; le silhouette lignee realizzate da Carlo Guzzi, uomini distanti ma in relazione; e, ancora, i lavori ispirati alla segnaletica stradale di Francesco Garbelli, che hanno attirato l’attenzione dei più giovani visitatori a passeggio per il parco. 

Quella di quest’anno è stata, dunque, una edizione di grandi novità e la prima occasione per prendere le misure con una nuova sede e seconda pelle, come titola il testo in catalogo del curatore Dehò: seconda nel senso che arriva dopo la lunga e significativa esperienza nella prima sede milanese; ma dietro c’è anche l’aspirazione della manifestazione legarsi sempre più alla Villa e a identificarsi con essa, come fosse, appunto, una seconda pelle, sempre associata a “un moderato nomadismo [che] consente di sperimentare e di aprirsi a esperienze di incrocio tra linguaggi e tecniche” e a pubblici sempre diversi.

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