Oscar 2025: Top e Flop in una notte di deliri e trionfi

E così, anche questa edizione degli Oscar è finita. La 97ª edizione degli Academy Awards ha regalato momenti di gloria, sconfitte amare e un paio di imbarazzi da antologia. Tra scelte audaci e cadute di stile, Hollywood ha messo in scena il suo solito spettacolo tra pomposità e lampi di genialità. Ma chi ha brillato davvero? Chi invece ha affondato sotto il peso dell’autoreferenzialità e delle scelte sbagliate? Ecco il meglio e il peggio della notte più importante per il cinema.

Mikey Madison Foto Rich PolkPenske Media via Getty Images

I TOP

Il Trionfo di Anora

Se c’è una cosa che Hollywood non ama è il rischio. Ecco perché Anora, (be avevamo parlato qui) il film indipendente di Sean Baker, che ha ribaltato ogni pronostico, è una vittoria colossale. In un’annata dominata dai soliti titani e dai blockbuster di plastica, questa piccola meraviglia è riuscita a portare a casa il premio più importante: Miglior Film. E non solo. Anche Baker ha portato a casa la statuetta per la Miglior Regia, zittendo i soliti critici che si aspettavano un’ennesima vittoria scolastica di un grande studio. Anora ha vinto perché è un film che respira, che racconta qualcosa di vero, senza l’aria posticcia di un prodotto costruito a tavolino per piacere agli Academy.

Mikey Madison: la Sorpresa

Tutti parlavano di Lily Gladstone, di Emma Stone, di Carey Mulligan, ma alla fine la miglior attrice protagonista l’ha portata a casa Mikey Madison per la sua interpretazione intensa e sfumata in Anora. Il bello? Il suo talento era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno aveva il coraggio di ammettere che avrebbe potuto vincere. Non è il classico volto hollywoodiano, non è costruita per il red carpet. Ed è proprio questo che rende la sua vittoria così dolce: è un segnale che l’Academy, per una volta, ha premiato la sostanza invece del brand.

Zoe Saldaña, una vittoria che conta

Per anni relegata a blockbuster di fantascienza, incatenata a ruoli in CGI dove la sua bravura si disperdeva dietro il motion capture, Zoe Saldaña ha finalmente ottenuto il riconoscimento che meritava con il premio come Miglior Attrice Non Protagonista per Emilia Pérez (ne avevamo parlato qui). Un premio storico, non solo perché è la prima donna di origini dominicane a vincerlo, ma perché ha spazzato via ogni dubbio sulla sua versatilità. Che Hollywood si svegli e cominci a darle ruoli degni della sua bravura.

Sean Baker foto Myung JChunLos Angeles Times via Getty Images

La rivincita di Sean Baker

Hollywood adora celebrare il cinema indipendente a parole, ma quando si tratta di premi, finisce sempre per scegliere film costruiti con il manuale del perfetto candidato agli Oscar. Ecco perché la vittoria di Sean Baker per la regia di Anora è una di quelle che fanno davvero bene al cinema. Nessuna forzatura, nessun dramma posticcio: solo un regista che racconta storie autentiche con un occhio che cattura il vero. Finalmente qualcuno che non cerca di impressionare con virtuosismi inutili, ma che capisce che il cuore del cinema è nelle persone, non nelle inquadrature pompose.


I FLOP

Adrien Brody: L’Oscar al sonno profondo

Era il favorito per la sua interpretazione in The Brutalist, e ha vinto. Peccato che, invece di sfruttare l’occasione per dare un discorso memorabile, abbia deciso di regalare al mondo uno dei momenti più noiosi della serata. Se c’era un modo per spegnere l’entusiasmo intorno alla sua vittoria, lui l’ha trovato. Lungo, sconclusionato, incapace di dire qualcosa di interessante. Quasi un miracolo che qualcuno sia riuscito a rimanere sveglio fino alla fine.

Kieran Culkin: Premio alla nonchalance

Sappiamo tutti che Kieran Culkin ha quell’aria di chi sembra fregarsene di tutto, e spesso è proprio questo a renderlo affascinante. Ma c’è una linea sottile tra il “troppo cool per emozionarsi” e il “troppo annoiato per stare sul palco”, e lui l’ha abbondantemente superata con il suo discorso di accettazione per il Miglior Attore Non Protagonista. Troppo freddo, troppo distante, come se fosse stato trascinato lì controvoglia. Hollywood ama l’umiltà e la passione, e lui non ha mostrato né l’una né l’altra.

La gaffe social degli Oscar

Questa è da incorniciare. In un trionfo di incompetenza, l’account ufficiale degli Oscar ha pubblicato una foto di Selena Gomez con Benny Blanco, ma lo ha confuso con Bad Bunny. Il risultato? Un’esplosione di meme, prese in giro e critiche su quanto l’Academy sia ancora lontana dalla realtà. Dopo anni di figuracce su inclusività e rappresentazione, ci mancava solo questo epic fail per confermare che, dietro le quinte, nessuno sa davvero cosa sta facendo.

Karla Sofía Gascón: dalla gloria alla polemica

Era la prima attrice trans candidata come Miglior Attrice, e il suo ruolo in Emilia Pérez aveva tutto il potenziale per essere una delle vittorie più significative della serata. Ma la scoperta di vecchi tweet offensivi ha rovinato tutto. Una macchia indelebile su una candidatura che avrebbe potuto fare storia in modo positivo. Risultato? Nessuna statuetta, nessuna celebrazione, solo un’ombra pesante su un film che meritava di più.

L’errore tecnico

Come ogni anno, la serata è stata punteggiata da esibizioni musicali dal vivo. Peccato che questa volta qualcosa sia andato storto, con problemi tecnici che hanno trasformato una delle performance in un momento di puro imbarazzo. I cantanti sul palco cercavano di salvare il salvabile, ma il danno era fatto. Forse l’Academy dovrebbe investire un po’ di quei milioni nel reparto tecnico, invece di continuare a regalare figuracce.

Gli Oscar 2025 ci hanno regalato momenti da incorniciare e altri da dimenticare il più in fretta possibile. Da un lato, il trionfo di Anora, Sean Baker e Mikey Madison ci ha ricordato che il cinema indipendente ha ancora una voce forte e chiara. Dall’altro, i discorsi imbarazzanti, gli errori tecnici e le gaffe social dimostrano che Hollywood continua a inciampare su sé stessa quando meno se lo può permettere.

Ma almeno, per una volta, i premi più importanti sono finiti nelle mani giuste. E questo, di questi tempi, è già una vittoria.

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