Pray for Pride, arte queer tra provocazione, gioco e ironia

Una mostra nata quasi per gioco, quella che ci presenta Alfonso Umali, curatore di Pray for Pride, che ci racconta “con alcuni amici artisti volevamo fare qualcosa in occasione del Pride, sul tema della difesa dei diritti e della libertà”.

E quindi, come nasce Pray for Pride?

“Il tema della mostra è serio, ma io volevo comunicarlo con ironia, quindi anche in maniera leggera e giocosa, ma capace di far riflettere. Dovremmo domandarci del perché l’omosessualità sia ancora un tema così tanto delicato, e perché la lotta per amare liberamente, difendere diritti fondamentali, come il matrimonio tra persone dello stesso sesso (una conquista che in questi giorni anche la Thailandia ha fatto propria), oppure creare una famiglia al di là delle differenze di genere, non sia già un diritto. Il Pride ci ricorda che ogni conquista va difesa e che non bisogna smettere di lottare e di essere fieri di quello che siamo, per questo dico: Pray for Pride, preghiamo per il Pride!”.

Una caratteristica della mostra aperta il 29 giugno (giorno in cui a Milano si festeggiava con una grande parata l’orgoglio gay) agli Eroici Furori di Milano,  e che sarà visibile sino al 10 luglio, è che tra i nomi noti di artisti già affermati troveremo anche alcuni artisti emergenti, si è voluto creare un mix in cui le voci “più mature” si confrontassero con altre più giovani e più fresche, inglobando quindi diverse generazioni. Ventidue artisti hanno affrontato il tema dei diritti LGBTQIA+ con media diversi e secondo la loro visione. 

Giuseppe Veneziano, “Cristo” LGBT, 2020, stampa su tela.

Il Cristo” LGBT di Giuseppe Veneziano, un Cristo barbuto e capellone acconciato come vuole la tradizione, con indosso però un paio di mutande leopardate recanti sull’elastico in bella evidenza il marchio Dolce & Gabbana. In alto sulla croce, inoltre, il cartiglio I.N.R.I. è sostituito dall’acronimo LGBT, che scandalizzò l’Italia “benpensante”. 

Mataro da Vergato, Pendienteros – Royal Eros Series.

Gli straordinari “gioielli” e la spada in digitale di Mataro da Vergato create con silhouettes di uomini nudi e baci gay sullo sfondo nero.

Max Ferrigno, Kiss me, 2024, stampa su plexiglass, cm 30×30.

Baci lesbo anche quelli usati da Max Ferrigno nella sua opera su plexiglass che raffigura le labbra di due ragazze in primissimo piano.

Felipe Cardeña, Lovin’ Kissing, 2024, collage su tela, cm 70×70.

L’amore e il bacio omoerotico sono protagonisti anche nella coloratissima opera di Felipe Cardeña, l’artista dalla biografia controversa, noto per i suoi motivi floreali, le figure iconiche prese dalla società di massa e i collage dallo stile pop, molti dei quali mirano a una critica della società dei consumi.

Irriverente e ironico il Topolino di Max Papeschi: la grande capacità di questo artista è quella di offrirci delle immagini gioiose, simpatiche, ironiche, ma con un forte retrogusto di denuncia politica e sociale.

Anche Florencia Martinez denuncia un disagio con i suoi ritratti “resistenti”, scattati al Pride 2023, giovani con gli occhi chiusi in segno di protesta contro ogni discriminazione.

Ironico ed estremamente talentuoso, Francesco De Molfetta, conosciuto soprattutto per le sue sculture dal taglio ironico-concettuale, ha lavorato in tandem col fotografo Federico Laddaga per realizzare dei tableaux vivants, dal taglio ironico e paradossale, ispirati ai capolavori del passato.

Il Cupido LGBTQIA+ di Stefano Banfi, dio dell’amore, chiamato così dagli antichi romani e corrispondente al dio greco Eros, rappresentato come un fanciullo dalle ali arcobaleno, armato di arco e ormai senza frecce usate tutte per suscitare in noi la passione.

Sara Forte, Pepo Jenko, vetro di murano, 26 cm.

Con l’antica tecnica dei vetri di Murano, Sara Forte ha invece riprodotto la sua scultura fallica, a dimostrazione che nulla è volgare o, come diceva San Paolo, “tutto è puro per i puri”.

Carla Mura, Pussy 1.

Orgogliose della nostra sessualità! La dimostrazione la dà Carla Mura con le sue Pussy interamente ricamate a mano all’interno di una composizione studiata fin nei minimi dettagli.

Alessandro Manvati, “Frutto”, 2024.

Il giovane artista Alessandro Manvati, invece, ci fornisce una versione della Pussy in LED, rigorosa e sintetica come un taglio di Fontana con quel tocco Pop.

Elena Ovecina (Courtesy Giampaolo Abbondio).

Elena Ovecina ci racconta una sessualità fluida con le sue foto scattate a ragazz* dal corpo androgino e dalla sensualità che strega.  

Anna Muzi, Liquid Sky, olio su tela, 100×100 cm.

Anche la spogliarellista di Anna Muzi è fluida e ricorda le icone del cinema con una pittura ricercata ma rigorosa ed essenziale. 

Gabriella Kuruvilla con il suo stile unico, fatta di parole e immagini, ci racconta con i suoi i quadri e dipinge con i suoi racconti per porre l’accento sul tema dei diritti.

Lo stile fumettistico di Dario Arcidiacono racconta in modo ironico e grottesco un’umanità che sembra impazzita, tra ermafroditismo, complottismo e cultura sadomaso.

Alessandro Grimoldieu, Achille e Patroclo.

Alessandro Grimoldieu ci affascina con la sua reinterpretazione in chiave contemporanea della mitologia greca, rappresentando Achille e Patroclo con un segno veloce e immediato. 

Leone Solia, Interdetto, 2024, tecnica mista su tavola di legno, 120×60 cm.

Invece, con i collages pittorici ma dal sapore punk, Leone Solia unisce due mondi completamente diversi tra loro: la religione e la pornografia, citando uno dei capolavori di Pier Paolo Pasolini Salò o le 120 giornate di sodoma.

Andrea Saltini, Letal, 2024, olio su tela, 70×70 cm.

Andrea Saltini, già finito in passato nell’occhio del ciclone per le sue opere in odore di blasfemia, non si smentisce e presenta un nuovo lavoro provocatorio, senza paura di essere criticato.

Tomoko Nagao, A banana silver yellow, 2024, stencil su tela, 30×40 cm.

Tomoko Nagao, con il suo tipico stile giocoso e “superflat”, allude alla sessualità in maniera ironica, con un occhio al pop e uno all’estetica manga. 

Il giovane pittore Federico Crespi gioca con gli stereotipi alludendo alla sessualità presente ovunque, persino nel cibo.

Paolo Cassarà, Jesus.

Le sculture e i bassorilievi di Paolo Cassarà, spesso caratterizzati da una forte ironia, ma anche da una sensualità e da una malinconia sottile, che riflettono la ricerca di un’identità all’interno di un sistema dominato dal conformismo e dalle mode effimere. 

Ritratto di Ambra Grande durante la performance.

Infine, in occasione dell’inaugurazione della mostra, la giovane performer, nonché studentessa dell’Accademia di Brera, Ambra Grande ha affascinato tutti con la sua performance dedicata al corpo, alla sessualità, al dionisiaco.

Per continuare a parlare di diritti il 2 luglio alle 18.30, sempre agli Eroici Furori di Milano, si affronterà il tema delle Icone Queer con la presentazione del libro di Elisabetta Roncati, Arte Queer: corpi, segni e storie (qui l’intervista in cui parla del suo libro), e del libro di Michele Lazzaro ZIGGY MKTG:il marketing secondo Davide Bowie, conduce la serata Paola Fiorido.

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