Sandro Somarè alla Fondazione Galleria Milano

L’archivio d’artista ha un’importanza cruciale nella conservazione e valorizzazione delle opere d’arte, fedele testimone della carriera e della poetica, ma anche dell’autenticità delle opere.

L’attività di archiviazione è solitamente svolta da chi ha una profonda conoscenza della ricerca e del pensiero dell’artista e deriva da uno studio mirato, da scritti, ricerche, pubblicazioni, dall’esame dell’intera produzione, di mostre ed eventi. Ciò avviene in primis per salvaguardare la genuinità e integrità del messaggio concettuale, filosofico e artistico dell’autore.

Sandro Somarè Senza titolo 1973

È così che la collocazione dell’Archivio Sandro Somarè presso gli spazi della neonata Fondazione Galleria Milano in via Romilli 7 a Milano, è sembrata una scelta naturale, e rappresenta il primo tassello del progetto della Fondazione di valorizzazione degli archivi d’arte contemporanea chiamato appunto Archivi Riuniti.

Questo evento segna un momento importante per la memoria dell’artista, coincidente con la pubblicazione del catalogo generale delle sue opere e dell’antologica dedicata alla sua opera, sempre nella sede della Fondazione, curata da Nicola Pellegrini, Ornella Mignone e Bianca Trevisan.  I progetti, che hanno richiesto anni di lavoro, sono stati fortemente voluti da Patrizia Ascari Somarè e Carla Pellegrini Rocca e resi possibili proprio grazie alle eredi dell’artista Patrizia Ascari Somarè, Elena Somarè e Maria Somarè.

Sandro Somarè è stata una figura importante nella storia della Galleria Milano, fondata originariamente da suo padre Enrico Somarè nel 1928. Dopo la chiusura forzata della galleria a causa della guerra nel 1938, Sandro e suo fratello Guido l’hanno riaperta nel 1964, collaborando con importanti artisti come Aldo Bergolli, Gianni Dova e Mario Rossello. Nel 1965, la direzione della galleria passò a Carla Pellegrini Rocca, con cui Somarè mantenne un lungo e fruttuoso rapporto artistico e personale, fino alla scomparsa dell’artista nel 2012.

Sandro Somarè Höelderlin 2002 2005

Nella sede della Fondazione viene ripercorsa l’intera carriera di Sandro Somarè, dagli esordi negli anni Cinquanta fino alla sua scomparsa nel 2012, offrendo una panoramica approfondita del suo lavoro e della sua influenza nella scena artistica milanese. La sua opera è stata esposta in diverse mostre personali e collettive presso la Galleria Milano, testimoniando il legame indissolubile tra l’artista e questo spazio.

La mostra esplora tutte le fasi della sua poetica artistica, seguendo un percorso che abbraccia oltre cinque decenni di produzione. Il viaggio artistico di Somarè inizia con l’interesse per la pittura di paesaggio, che dagli anni Sessanta viene reinterpretata in una chiave più astratta e geometrica. Un esempio di questa fase iniziale è l’opera Qualcosa in più”, in cui forme fluide e morbide si fondono con elementi astratti. Questo segna il primo passo verso la trasformazione stilistica che caratterizzerà la sua carriera.

Negli anni successivi, Somarè si immerge nello studio della luce e degli edifici, sia nei loro aspetti interni che esterni, utilizzandoli come simboli di solitudine e introspezione. In opere come Un luogo e un mito”  e “Ingresso, l’artista esplora l’architettura come metafora di uno spazio mentale e psicologico, dove gli edifici diventano riflessi dell’esperienza umana.

Sandro Somarè, Attesa, 1966

L’interesse per l’uso simbolico della luce è evidente già dalle opere degli anni Sessanta come Morte nel cubo / Autoritratto in un tempo e in uno spazio particolari, Fuori si muore e Attesa. In queste opere, Somarè utilizza campiture omogenee di colore, riducendo la palette a tonalità fredde e neutre come grigio, sabbia e azzurro, spesso accompagnate dal nero come sfondo. Questa riduzione cromatica, unita alla semplicità delle forme geometriche, riflette una visione esistenziale di solitudine e vuoto, con richiami alla metafisica e al cubismo.

Sandro Somarè Porta Nuova 1969

La città di Milano gioca un ruolo fondamentale nella poetica di Somarè, come dimostrano opere come Porta Nuova  e Piazza Conciliazione, che omaggiano la città e la sua architettura. Dagli anni Settanta, l’artista si concentra sulla rappresentazione degli ingressi e degli interni di edifici in stile Liberty, elementi emblematici del centro meneghino, creando un racconto malinconico e sofisticato della vita cittadina.

La fase finale della sua carriera vede una maggiore astrazione e una sintesi delle forme, culminando nella serie pittorica dedicata al poeta tedesco Friedrich Hölderlin. Realizzate tra il 2000 e il 2005, queste opere sono caratterizzate da una scala cromatica delicata, tipica della poetica di Somarè, arricchita però dall’uso di un blu intenso, che esprime una profonda riflessione esistenziale.

Sandro Somarè Höelderlin 2000

La mostra offre, quindi, una visione completa del percorso artistico di Sandro Somarè, tracciando la sua evoluzione dalla pittura di paesaggio verso una sempre maggiore astrazione e introspezione psicologica.

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