Quest’anno Palermo celebra il 400esimo anniversario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, patrona della città, amatissima dai palermitani (ne abbiamo parlato qua). Vissuta nel XII secolo, Rosalia era una nobildonna che scelse la vita eremitica. Nel 1624, durante un’epidemia di peste, il marinaio Vito Amodeo, guidato dalle visioni di Geronima La Gattuta, trovò i suoi resti in una grotta sul Monte Pellegrino. Portate in processione, le reliquie della santa furono attribuite al miracoloso declino della peste, e Santa Rosalia fu proclamata patrona di Palermo. Da allora, il Festino si celebra ogni anno il 14 e 15 luglio, combinando celebrazioni religiose, popolari, artistiche e culturali.
Sono stati numerosi gli artisti, soprattutto palermitani, ad aver rappresentato la “santuzza” in chiave contemporanea. Ecco, qui di seguito, le migliori 7 interpretazioni contemporanee della Santa.
1. TvBoy
Lo street artist Tvboy, noto per aver le sue opere ironiche e provocatorie, tra cui il celebre bacio di Salvini e Di Maio, ha realizzato non uno, bensì due murales raffiguranti Santa Rosalia. Il primo, apparso a Barcellona (città dove tutt’ora l’artista vive) nel lontano 2019, non ha neanche compiuto un giorno che misteriosamente è stato cancellato. Il secondo murale, invece, era apparso subito dopo nel capoluogo e città natale di Tvboy, Palermo, e più precisamente nella zona storica zona della Vuccirìa, e al posto del sacro cuore ha lo scudetto del Palermo Calcio, con i consueti colori rosa nero e l’aquila, mentre nella croce che tiene in mano c’è scritto “Forza Palermo”. “Sono molto legato alla figura protettrice di Santa Rosalia e a Palermo”, ha detto l’artista, aggiungendo che “era giusto che l’opera rivivesse qui e mi auguro abbia lunga vita”.
2. Igor Scalisi Palminteri
Un altro street artist che ha dedicato un murale alla Santuzza è il palermitano Igor Scalisi Palminteri. Nel 2018, infatti, è apparso un enorme murale posto su una facciata di un palazzo nel quartiere Ballarò (tra vicolo dei Benedettini e via Mongitore) realizzato dall’artista. Il gigantesco murale era parte del progetto “Cartoline da Ballarò’” curato sempre da Palminteri assieme a un altro artista palermitano, Andrea Buglisi, che ha visto il coinvolgimento di Fulvio di Piazza, Alessandro Bazan e Crazyone, con l’obbiettivo di riqualificare le zone urbane attraverso l’arte. “Questa Santa Rosalia ha i capelli corti perché rappresenta tutte le donne che ogni giorno scendono in battaglia, lottano per difendere i propri diritti e non si stancano di combattere contro i soprusi e le violenze che subiscono”, ha affermato Palminteri, ribadendo che “la mia Rosalia ha un teschio sul ventre perché “Forte come la morte è l’Amore”. Nessun uomo potrà mai uccidere l’amore delle donne.
3. Laboratorio Saccardi
Non poteva mancare un’interpretazione della Santuzza da parte del Laboratorio Saccardi, duo artistico palermitano formato da Vincenzo Profeta e Marco Leone Barone, che, con piglio provocatorio e stile fortemente dissacratorio, da sempre indaga vizi e virtù italiche, e siciliane in particolare, attingendo alla cronaca come alla cultura popolare, al folklore, ai simboli della religiosità diffusa. Questa volta, il Laboratorio più punk dell’arte italiana ha preso una classica statuetta votiva della Santa, di quelle che vengono riprodotte e vendute a decine di migliaia di copie, e l’ha colorata coi loro toni e colori pop. “Volevamo qualcosa di popolare, di veramente basso, oltre il trash”, spiegano gli artisti. “Adeguarsi a un’usanza tipica di certi quartieri popolari, nei quali si vendono appunto le statuette in gesso, che poi la gente ridipinge. Così abbiamo pensato di farlo anche noi”.
4. Francesco De Grandi
Sono numerose le opere del pittore palermitano Francesco De Grandi dedicate alla Santa. Un libro d’artista, Vite di Rosalia, edito nel 2024 da Silvana Editoriale, unisce i disegni di De Grandi con i racconti di Davide Camarrone. Il libro, concepito come un romanzo a più voci illustrato dal segno incon fondibile del pittore palermitano, ripercorre le vicende storiche e leggendarie della Santa. Ma altre volte De Grandi si è cimentato con l’immagine di Rosalia, come testimonia il quadro I piedi di Rosalia, nel quale la santa più amata dai palermitani viene ritratta solo attraverso i suoi piedi nudi e sporchi, simbolo della sua condizione volontaria di eremita.
5. Max Ferrigno
Anche Max Ferrigno, artista nato a Casale Monferrato ma da anni residente a Palermo, si è cimentato nell’iconografia della “santuzza”. Il recentissimo progetto Vite di Rosalia reinterpreta infatti la figura di Santa Rosalia con uno sguardo nuovo, meno influenzato dall’iconografia pop che caratterizzava il suo stile precendente, con un recupero di influenze liberty e déco. Il progetto è formato da quattro diverse opere pittoriche realizzate sulla base di un reportage fotografico con una giovane modella palermitana, attrice e danzatrice nella scuola di Emma Dante, che incarna la giovane Rosalia Sinibaldi prima della sua svolta mistica, su uno sfondo floreale tipicamente liberty.
6. Basik
Ancora un murale, questa volta realizzato dallo street artist Lucio Bolognesi, in arte Basik, nel quartiere Kalsa di Palermo. St. Rosalia aligns to center the image of Palermo, del 2018, affronta l’immagine della santa scegliendo di non rivelarne il volto, ma rappresentandola solo attraverso gli oggetti-simbolo legati al mito della Santa e a quelli di altri santi patroni cristiani e pre-cristiani della città. Al centro del murale, su un fondo nero che ricorda gli sfondi dei quadri barocchi, c’è un vaso dorato che contiene un teschio, riconducuibile al ritrovamento dei resti della Santa, oltre alla corona, simbolo del Genio di Palermo, e ad altri elementi che rimandano agli altri santi patroni.
7. Tutto e niente
Anche lo street artist Tutto e niente, uno dei più profilici artisti urbani di Palermo, ha ovviamente dedicato molte delle sue raffigurazioni alla Santa. Immersa nelle “sue” rose o attorniata da un’aureola, la Santa di Tutto e niente racchiude in sé, a sentire lo stesso artista, “tratti rivoluzionari“. “C’è la forza della ribellione contro il potente e contro l’abuso in Rosalia Sinibaldi, la forza di dire no ad un destino già scritto, la forza della speranza. Guarire dalla peste si può, insegna Rosalia, da quella che è dentro di noi e tormenta l’anima, una peste sempre diversa e sempre uguale per intensità di pene e afflizioni… Rosalia che combatte contro l’ingiustizia più grande, quella dell’amore imposto… Nella sua fuga e nel suo rifiuto c’è il potere eversivo di chi sa dire NO!”.