“Sospesi”: l’Italia negli scatti di Jacopo Di Cera e Massimo Vitali alla Galleria Maison Bosi

La Galleria Maison Bosi di Roma inaugura dal 14 novembre al 4 dicembre 2024 la mostra Sospesi, a cura di Serena Tabacchi, in Via Margutta, famosa via romana delle arti. L’esposizione presenta un dialogo visivo tra due noti fotografi italiani, Jacopo Di Cera e Massimo Vitali, che esplorano l’italianità attraverso scatti che colgono momenti sospesi della vita collettiva. Un percorso fotografico che riflette su come l’Italia, i suoi luoghi iconici e il suo popolo, abbiano mutato i propri confini culturali dagli anni ‘90 fino a oggi.

Attraverso dieci fotografie, installazioni digitali e audiovisive, Sospesi offre un’indagine sulla realtà sociale e identitaria italiana, ponendo a confronto due prospettive complementari. Jacopo Di Cera propone una visione dall’alto, con scatti zenitali realizzati con droni di ultima generazione, che annullano la profondità di campo per creare una composizione visiva omogenea e collettiva. Questa scelta stilistica dà vita a paesaggi “livellati”, dove le distanze si annullano e le differenze individuali svaniscono in un’unica trama visiva. Nelle sue fotografie, i soggetti si fondono con il paesaggio, raccontando un’idea di appartenenza e di interconnessione che sfida la visione gerarchica della società, offrendo allo spettatore una prospettiva distaccata che invita a riflettere sulla dimensione collettiva dell’italianità.

appa Futur Festival Jacopo Di Cera Courtesy dell artista

In contrasto, Massimo Vitali è noto per le sue grandi panoramiche che ritraggono spiagge e piazze italiane, catturando la vita quotidiana in un’esplosione di dettagli. Con il suo obiettivo, Vitali rende ogni gesto, ombra e movimento un elemento narrativo autonomo, creando immagini che celebrano la vitalità e l’eterogeneità degli spazi pubblici italiani. I suoi scatti restituiscono un’Italia piena di colori e di sfumature emotive, dove la complessità delle interazioni umane è esaltata dalla profondità di campo, che permette di osservare i soggetti in un contesto sociale condiviso, ma ricco di storie individuali. Vitali immerge lo spettatore in questi “affreschi contemporanei”, dove il senso di appartenenza si intreccia con l’esplorazione individuale.

L’esposizione, ideata per raccontare il valore della sospensione, sviluppa un dialogo tra tradizione e modernità, esaltando la complessità culturale italiana in un momento di continui cambiamenti sociali. Serena Tabacchi, curatrice della mostra, sottolinea come questa dualità sia centrale nell’opera di entrambi gli artisti: Sospesi rappresenta un’esperienza di osservazione profonda che si nutre sia dell’immersione dettagliata di Vitali sia della visione collettiva e unificata di Di Cera. La presenza di scene iconiche italiane, come spiagge e piazze affollate, non è solo una celebrazione dei luoghi, ma una riflessione su ciò che rappresentano: luoghi di ritrovo, simboli della cultura italiana e di un’identità che continua a evolversi.

L’uso di tecnologie diverse riflette la diversità dei loro approcci: Di Cera, con le sue fotografie dall’alto, spinge l’osservatore a un distacco riflessivo, quasi contemplativo, in cui l’Italia appare come una tela uniforme e interconnessa; Vitali, invece, punta sui dettagli e sulla prospettiva ravvicinata, trasformando le sue immagini in racconti visivi che restituiscono la dimensione emotiva e caotica della vita quotidiana. Insieme, i due approcci permettono di cogliere l’evoluzione di un’Italia in bilico tra la stabilità delle tradizioni e la fluidità del cambiamento.

La mostra Sospesi è dunque un’occasione per riflettere sul significato della collettività e della memoria culturale, attraverso l’incontro tra generazioni e stili diversi, entrambi orientati a raccontare un’Italia che cambia, ma che continua a tenersi ancorata a quei simboli che da sempre rappresentano il suo spirito. Le fotografie di Di Cera e Vitali restituiscono un ritratto dell’Italia che affascina e interroga: un Paese sospeso, in cui ogni scena è un invito a riflettere sulle trasformazioni sociali e sulla persistenza dei legami che continuano a definire l’identità italiana.

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