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La febbre di Alberto Giacometti sbarca a Londra. Il prestigioso Barbican Centre ha annunciato una trilogia di mostre in collaborazione con la Fondation Giacometti, previste da maggio 2025 a maggio 2026. Tre artisti contemporanei di primo piano, Linda Benglis, Mona Hatoum e Huma Bhabha, presenteranno le loro opere accanto a selezioni delle opere del celebre scultore svizzero, nell’ambito di queste esibizioni dirompenti.
Le tre mostre, intitolate “Incontri”, saranno ospitate in uno spazio espositivo piacevolmente intimo all’interno del Barbican Centre. Le artiste impegnate nel progetto hanno trascorso un “periodo di profonda connessione” con le sculture di Giacometti, in visita alla Fondation Giacometti a Parigi.
L’esposizione inaugurerà l’8 maggio del prossimo anno con al centro le opere di Huma Bhabha, scultrice pakistano-americana, che ha costruito una reputazione internazionale per le sue sculture che spesso incorporano materiali non artistici e ritrovati, con un “rifacimento della figura” al centro del suo approccio artistico.
Il 4 settembre la seconda mostra farà il suo ingresso, con l’artista multimediale britannico-palestinese Mona Hatoum. Residente a Londra, dalla metà degli anni ’90 Hatoum crea installazioni di grande scala che mirano a coinvolgere lo spettatore in conflittuali emozioni di desiderio e repulsione, paura e fascinazione.
L’ultima esposizione, aperta a febbraio 2026, ruoterà attorno alle sculture dell’artista americana Linda Benglis, nota per le sue opere realizzate in cera e lattice, che risultano allo stesso tempo giocose e viscerali, organiche e astratte.
Ogni artista presenterà sia opere preesistenti che nuove creazioni realizzate appositamente per le mostre, rispondendo spesso direttamente alle opere del celebre scultore svizzero. Infatti, gli artisti hanno giocato un ruolo chiave nel processo di selezione delle opere di Giacometti per le loro mostre.
Sculture iconiche di Giacometti, tra cui “Walking Man I” (1960) e “The Cage” (1950), saranno esposte al Barbican durante le tre mostre.
Giacometti è noto per le sue figure bronzee allungate dalla superficie ruvida, una caratteristica distintiva della sua arte che gli ha fatto guadagnare il primo premio per la scultura alla Biennale di Venezia nel 1962, valendogli l’acclamazione mondiale. Riferendosi all’architettura brutalista iconica del Barbican, Émilie Bouvard, direttore delle collezioni alla Fondation Giacometti, ha chiamato la collaborazione con il Barbican una “opportunità unica per confrontare l’opera di Giacometti con questo spazio culturale unico, la cui architettura deve molto agli anni ’50”.
Oltre a “ricordare il passato”, le mostre puntano anche a guardare “verso il presente”, dimostrando ancora una volta la fecondità creativa di Giacometti per gli artisti viventi di oggi, sul terreno solido della figura umana, dell’umanità, del sogno e dell’impegno”.
Queste tre mostre promettono di offrire non solo un tributo rispettoso all’eredità di Giacometti, ma anche una rivisitazione critica attraverso le lenti di artisti contemporanei di primo piano. Con l’interesse sempre crescente della piattaforma globale Artnet per la vetrina artistica, si prevede una grande risonanza mediatica e un notevole afflusso di visitatori.
L’eredità di Giacometti continua a ispirare e influenzare la nuova generazione di artisti, contribuendo a mantenere viva la sua memoria e a esplorare nuove interpretazioni del suo lavoro unico. Con il suo linguaggio scultoreo distintivo, Giacometti ha davvero disegnato una traccia indelebile nel panorama artistico contemporaneo.