Per anni, è stato lo spauracchio non solo di chiunque, in America e fuori dall’America, avesse a cuore le sorti di quella che viene spesso definita “la democrazia più antica del mondo”: non solo per le sue politiche dichiaratamente classiste, xenofobe, estremamente aggresive in tema di immigrazione (ha annunciato “deportazioni di massa” contro gli immigrati irregolari), contrarie ad ogni conquista in tema di diritti civili e sessuali (ha annunciato che metterà fine al “delirio transgender” nel suo primo giorno alla Casa Bianca, tagliando i fondi per le politiche di inclusività e di transizione per le persone transgender), ma anche per la sua spregiudicatezza, la sua arroganza, il suo linguaggio violento, il suo trasformare chiunque abbia un’opinione diversa dalla propria in un nemico da additare al pubblico ludibrio, da screditare, da schiacciare; e ancora, per le iperboliche “balle spaziali” gettate in pasto al pubblico per acchiappare voti (vedi il caso degli “immigrati che mangiano i gatti” in campagna elettorale), oltre che per lo spregio sistematico dei meccanismi di bilanciamento dei poteri e delle regole di base della democrazia rappresentativa (l’inquietante tentativo insurrezionale del il 6 gennaio 2021 con l’assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori ne è stata la prova più eclatante).
Il web ha spesso rimbalzato meme, vignette e sfottò su di lui, e molti artisti si sono schierati contro la sua rielezione, anche appoggiando apertamente la candidata democratica, poi risultata sconfitta, Kamala Harris. Oggi, però, piaccia o no, Trump sta per insediarsi per la seconda volta come Presidente eletto degli Stati Uniti. In occasione del suo insediamento, abbiamo chiesto ad artisti, americani e non solo, un parere al riguardo. Ecco le loro risposte.
Alison Jackson: “Trump? È un prodotto che abbiamo creato noi”
Alison Jackson è un’acclamata artista britannica, riconosciuta per la sua innovativa intersezione tra fotografia e cinematografia, e per il miscuglio inestricabile di finzione e verosimiglianza, che rende il suo lavoro estremamente attuale e sintomatico della difficoltà di percepire le news dalle fake news, il vero dal falso. Un capitolo significativo della carriera di Jackson è rappresentato dalla serie Mental Images, un’immersione profonda nel culto della celebrità. Attraverso questa serie, l’autrice esamina criticamente la costruzione sociale della celebrità, una narrazione prodotta dai media e dalle stesse celebrità. Creando “notizie” apparentemente autentiche sulle celebrità, la Jackson presenta una visione spudorata della realtà, sottolineando la nostra infatuazione collettiva per lo sfarzo, il kitsh, l’attrazione per la fama, il voyeurismo e mettendo in discussione il nostro stesso sistema di credenze.
Allison Jackson non ha risparmiato la sua satira impietosa su Donald Trump già da prima delle elezioni nel 2016 e la forza prorompente e provocatoria delle sue immagini le è spesso costata la minaccia di azioni legali, senza però scoraggiarla nei suoi intenti. Nelle sue “rielaborazioni fotografiche mentali”, come lei stessa le chiama, il Presidente appare intento a far festa con membri del Ku Klux Klan, oppure si intrattiene a fare sesso con Miss Mexico, o ancora si fa spruzzare della lozione abbronzante da un’assistente mentre è completamente nudo.
Nel 2024 l’artista londinese ha creato una scultura realistica in silicone che raffigura Trump con una camicia aperta e biancheria intima, in piedi tra le gambe aperte di una donna in silicone che indossa una bandiera statunitense. La Jackson ha raccontato all’agenzia stampa PA che le persone hanno riso, fotografato e urlato contro la scultura mentre veniva portata in giro per New York nella settimana che precede il voto. L’artista ha raccontato di essere interessata ad indagare il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è, tra ciò che è vero e a ciò che è falso e, ha spiegato che Donald Trump impersonifica la metà reale e la metà falsa, suscitando in lei un particolare interesse nell’analizzare quello che Trump rappresenta. All’agenzia stampa PA ha dichiarato: “Mi sono chiesta cosa pensasse la gente comune di Trump, così ho messo questa scultura in strada per sentire cosa avrebbero detto le persone e le loro reazioni a questa scultura sono state incredibilmente interessanti”, per proseguire poi: “La gente ride perché si trova nel mezzo di ciò che rappresenta o sembra rappresentare, quindi è provocatoria, è scioccante, è oltraggiosa, come tutte le cose che Donald Trump rappresenta”. In seguito la scultura di Trump è stata rimossa dalla polizia all’esterno della Trump Tower. Qua, sotto, ecco cosa ci ha detto l’artista a proposito della rielezione di Trump.
Cosa rappresenta per lei Trump in relazione alle scene che crea, al confine tra vero e falso?
Donald Trump capitalizza su questo. Lui stesso è la personificazione del mezzo reale, mezzo falso, quasi un cartone animato, un riflesso del mondo in cui viviamo. Richiama le fake news, usa le fake news e crea un vortice di confusione intorno ad esse. È come un faro arancione con un caratteristico taglio di capelli, il suo USP (unique selling point), che lo ha aiutato a diventare una calamita per le celebrità.
Quindi la figura di Trump che emerge è molto vicina all’essere un’immagine surreale sul confine tra reale e finzione?
Lo troviamo irreale, ridicolo e quindi divertente, ed è riuscito ad assicurarsi una massiccia maggioranza di consensi.
Quanto hanno contribuito i media e il circo delle news (fake o meno) a creare l’immagine di Trump?
Certamente molto, ma se non fosse Donald Trump ora, sarebbe qualcun altro con una simile presa sul nostro mondo virtuale e sfocato, dove reale e falso si fondono senza soluzione di continuità. È un prodotto del mondo che noi stessi abbiamo creato.
Insomma Trump, complici noi stessi, sale al ruolo di celebrità…
Questo mondo saturo di immagini in cui viviamo ci attira e ci allontana dall’autentico. Rende incredibilmente facile creare il falso, mentire, generare uno status di celebrità e fare scalpore. La celebrità stessa diventa intoccabile, perché ne abbiamo soggezione.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla sua elezione?
Cosa aspettarci? Imprevedibilità. E vedere se manterrà le promesse…
Le interviste precedenti le potete trovare qua:
Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 1: Andres Serrano
Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 2: Timothy Greenfield-Sanders
Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 3: Wang Guangyi
Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 4: Dina Goldstein
Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 5: Matt Gondek
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Trump è di nuovo Presidente: cosa ne pensano gli artisti / 7: Eugenio Merino