Abbiamo dialogato con Marco Carminati, storico dell’arte, vicepresidente degli Amici di Brera e voce narrante della serie podcast “Storie dalla Grande Brera”, un viaggio affascinante alla scoperta della storia e dei segreti della Pinacoteca di Brera a Milano. Realizzata da Chora Media con il sostegno della Pinacoteca di Brera e degli Amici di Brera, la serie esplora, in quattro episodi, i luoghi simbolo e le figure storiche che hanno plasmato questo iconico istituto culturale. Dalla suggestiva statua di Napoleone nel cortile d’onore alle vite di personalità femminili di spicco come la critica d’arte Fernanda Wittgens e la matematica Gaetana Agnesi, ogni episodio svela dettagli e racconti spesso poco noti. La serie culmina nell’attesa apertura di Palazzo Citterio come nuova sede espositiva per le opere d’arte del Novecento.
Carminati, che ha scritto la serie con Francesca Bottenghi e Francesca Berardi, ci accompagna in questa intervista a scoprire l’origine e l’intento di “Storie dalla Grande Brera”.
Cosa ha ispirato l’idea di creare un podcast dedicato alla Pinacoteca di Brera?
Sono stati due i motivi di ispirazione, il primo è che alla fine dell’anno, si inaugurerà il Palazzo Citterio, sogno di Franco Russoli (direttore della Pinacoteca di Brera dal 1957 al 1973 ndr), che fu coltivato fin dal 1972, creare uno spazio ulteriore per la Pinacoteca e documentare l’arte del Novecento, l’arte del secolo appena trascorso. Il secondo motivo è che l’associazione Amici di Brera, la più antica associazione di amici di Musei al mondo, fra due anni, compirà cento anni e, quindi, il prossimo biennio vedrà una serie di iniziative per celebrare questo anniversario.
Quali aspetti della Grande Brera vengono raccontati nel podcast? Ci sono storie o aneddoti inediti che desiderava mettere in luce?
Il podcast è diviso in quattro puntate, nelle quali si è immaginato una sorta di ingresso, quasi fisico, nella Pinacoteca. Quando si entra nella struttura, la prima cosa che si incontra è il cortile. Questo cortile è il tema del primo podcast, un cortile che ha un aspetto architettonico grandioso. Venne realizzato nel 1600 da Francesco Maria Ricchini per i gesuiti che allora abitavano il complesso di Brera. Oggi noi entriamo da una porta da via Brera, ma è una porta aperta nel 1700, quando l’istituzione diventò pubblica, e si pensò allora di arredare il cortile con delle grandi statue. Quindi il primo podcast racconta, proprio questo, chi sono questi personaggi che si trovano sotto le arcate del cortile di Brera. La cosa singolare è che non sono artisti, come ci si aspetterebbe, ma sono personaggi che hanno in qualche modo aiutato l’Accademia e la Pinacoteca di Brera. Letterati come Tommaso Grossi, matematici come Bonaventura Cavalieri, Gabrio Piola, economisti come Pietro Verri. Una sorta di pantheon degli spiriti magni che dialogano anche con statue più piccole, che sono dei busti inseriti nelle nicchie o su mensole nelle pareti. La cosa curiosa è, che fra tutte queste persone è presente solo una donna, la matematica Gaetana Agnesi.
Gaetana Agnesi è una figura molto affascinante, fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria presso l’Università di Bologna. E quindi cosa avete pensato?
Abbiamo dedicato un podcast a Gaetana Agnesi insieme a un’altra grande donna che ha fatto la storia di Brera, questa volta a cavallo dell’ultima guerra mondiale, cioè Fernanda Wittgens, critica d’arte e museologa, che fu la prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera, oltre che la prima donna in Italia a ricoprire il ruolo di direttore di un importante museo o galleria.
Cosa troveremo nelle altre puntate?
Il secondo podcast si concentra sulla statua più vistosa e forse più importante anche dal punto di vista artistico, il colossale bronzo di Canova, che illustra Napoleone come Marte pacificatore. Partendo dalla sua realizzazione attraverso tutte le avventure vissute, fino all’unità d’Italia, quando finalmente viene collocata in quel punto e da lì non si è più mossa. L’ultimo invece è dedicato al Palazzo Citterio. Nel podcast si rievoca un po’ la storia di questo palazzetto settecentesco, che appunto venne acquistato dallo Stato nel 1972, per farne la sede della Pinacoteca del Novecento. In tutti questi anni si sono succedute diverse visioni, fino ad oggi dove si è arrivati a decidere di esporre dentro questo nuovo contenitore le collezioni Jesi e Vitali, preceduti da quadri dipinti dalla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento e poi gli acquisti e le donazioni fatte in questi anni alla Pinacoteca.
Qual è il pubblico di riferimento? È pensato per appassionati d’arte o anche per chi non conosce la storia di Brera?
Io ho cercato di raccontarlo nel modo più semplice, e più accattivante possibile, un po’ come delle fiabe, aiutato dal fatto che quando le statue venivano collocate erano argomento di accesi dibattiti e, quindi, ho attinto dai giornali dell’epoca per raccontare anche le reazioni e gli aneddoti che le riguardavano. La mia esperienza radiofonica con Radio24, poi, mi ha aiutato a tenere il ritmo in modo che tutti possano essere non solo incuriositi, ma anche un po’ entusiasmati e coinvolti.
Pensa che questo podcast possa avvicinare le nuove generazioni alla storia di Brera e dell’arte italiana?
Credo di sì, perché è uno strumento nuovo e accattivante per divulgare cultura, purtroppo c’è un declino della carta stampata, e non che questo mi faccia piacere, anzi. Ma è indiscutibile che molti usino di più strumenti come questi che possono sentire in auto o sul tram mentre vanno al lavoro.
Se questo può servire a divulgare e a far conoscere la nostra cultura, allora, usiamo anche questo mezzo.