Viaggio sulla pista della creatività: 100 chilometri sulla bicicletta di Edward Hopper

Sabato 20 luglio abbiamo celebrato il 142esimo compleanno di Edward Hopper pedalando per 60 miglia, ossia quasi 100 chilometri, fino alla sua casa d’infanzia. L’evento è stato organizzato dal Whitney Museum of American Art in collaborazione con Transportation Alternatives, un’organizzazione no profit impegnata nella promozione della sicurezza stradale attraverso l’uso di mezzi di trasporto alternativi come bici e camminate a piedi.

Partendo dal museo in questione, situato nel pieno cuore del Distretto della Carne, un gruppo di circa 40 ciclisti, coraggiosi e determinati, si è avventurato lungo le sinuose strade dell’Hudson Greenway, salutando il George Washington Bridge e attraversando le ridenti colline del New Jersey. Dopo questo emozionante tour, siamo infine approdati nella pittoresca cittadina di Nyack, proprio sulle rive dell’Hudson, nella quale ha avuto i natali il celeberrimo artista americano.

Nyack conta oggi una popolazione di 7.189 residenti, un numero ben inferiore a quello registrato negli anni della gioventù di Hopper. In questa cittadina si trova infatti la casa, trasformata oggi in museo ed centro di studi, che apparteneva alla nonna materna del pittore, luogo in cui lui stesso ha trascorso gran parte della sua esistenza. È proprio qui che, dopo aver percorso tanto chilometri assieme ai nostro valorosi compagni di viaggio, abbiamo avuto impossibilità di “toccare con mano” le prime opere del maestro, tracciate quando aveva appena nove anni.

Dalle pareti della sua ex dimora si poteva quasi percepire l’essenza dell’artista, la sua determinazione e la sua passione per l’arte; la sua bicicletta del 1897, modello Crescent, era lì a testimoniarlo con i suoi cerchioni di legno, i raggi metallici e i piccoli appoggi per i piedi sopra la ruota anteriore: un reale e tangibile simbolo della sua costante ricerca di nuovi orizzonti e della sua voglia di fuggire verso lidi inesplorati.

Dopo aver dedicato gran parte della mia vita a scrivere di arte e di artisti, non posso non ammettere che il viaggio fino alla casa d’infanzia di Hopper sia stata un’esperienza sorprendente, ricca di ispirazione. E che la bicicletta del maestro sia molto più di un semplice mezzo di locomozione, ma piuttosto un simbolo, un filo di Arianna che ci guida all’interno del labirinto esistenziale e artistico di un pittore enigmatico quanto grandioso.

Per concludere, vorrei invitare tutti gli appassionati d’arte e non, a partecipare a questo viaggio indimenticabile, un’autentica immersione nel mondo colorato ed emotivo di Edward Hopper. Un esperienza imperdibile, un ponte tra passato e presente, tra storia artistica e modernità, che vi lascerà sicuramente un segno indelebile nel cuore e nella mente.

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