Vino e arte. Da sempre il connubio tra la bevanda preferita di Dioniso, il “dio dell’ebbrezza”, e l’arte visiva è stato molto fruttuoso, ricco di scambi e di omaggi reciproci. Sarà per la particolarità di una delle bevande più antiche del mondo, da sempre considerata “nobile”, portatrice di condivisione e di socializzazione tra le persone (salvo eccessi ovviamente), e l’arte visiva, che della civiltà umana è uno dei pilastri fondamentali.
Ecco allora, per questo inizio d’anno, abbiamo selezionato alcune etichette di vino che, oltre all’indubbia ed eccelsa qualità del vitigno, hanno fatto del connubio con l’arte visiva, e con alcuni dei migliori artisti contemporanei italiani, una delle loro particolarità. Ecco la prima puntata, a cui seguiranno nei prossimi giorni le altre.
Magnum Ribolla Gialla con Karin Andersen (cantina Damijan Podversic)
Parte da un’iniziativa della cantina Damijan Podversic di Gorizia la scelta di chiamare l’artista tedesca, naturalizzata italiana, Karin Andersen per illustrare con un’etichetta d’artista l’edizione speciale di Magnum Ribolla Gialla 2017 intitolata Ponca Pride, grazie alla collaborazione con la galleria Guidi & Schoen Arte Contemporanea.
L’etichetta vede tre personaggi immaginari, abbigliati come strani guerrieri, a metà tra riferimenti storici (l’abbigliamento e la pittura dei visi ricorda vagamente quelli dei nativi americani) e il regno della fantasia, con chiari riferimenti all’attività artistica (in testa portano un copricapo fatto di pennelli, al collo una collana realizzata con matite colorate): e – come da tratto distintivo dell’artista tedesca, che è anche studiosa ed esperta di teriomorfismo, ovvero la concezione della divinità che ha aspetto animale – i tre personaggi hanno una fisionomia mista, mezza umana e mezza animale, che ricorda quella del bradipo.
Quello del lavoro sul mescolamento tra essere umano e animale è infatti un tratto tipico del lavoro dell’artista, che lavora su questo genere di sperimentazioni, con un mix di pittura fisica e digitale, fin dalla fine degli anni Novanta (qui anche una bella recensione dell’artista sulla mostra Animali fantastici di Bologna). Sono infatti celebri, e apprezzatissimi, i suoi quadri con personaggi “misti”, come le “antennate” dei primi anni Duemila, sorta di libellulle-donne che volavano tra gli scaffali dei supermercati o tra i monumenti cittadini, o suoi i recenti studi di rivisitazione delle fiabe, come il Cappuccetto Rosso contemporaneo che, nelle parole dell’artista, “interpreta l’incontro col lupo in termini diversi: come opportunità di conoscenza, come esercizio di assimilazione del diverso, come esperimento empatico, come cura contro la prevedibilità di certe narrazioni della cultura dominante”.
Oggi, Karin Andersen è stata invitata ad accostarsi alla cultura del vino, immaginando una etichetta ad hoc per l’edizione speciale di Magnum Ribolla Gialla il cui ricavato, grazie alla cantina Damijan Podversic di Gorizia, andrà devoluto in beneficienza. “Ho sempre provato una particolare attrazione per il vino di colore giallo-oro del Friuli”, ci racconta l’artista. “L’opportunità di interagire con l’attività di Damijan (e di assaggiarne la Ribolla Gialla) non ha che confermato e sviluppato ulteriormente il mio fascino verso quelle terre, coltivazioni e lavorazioni”. Ma da dove viene dunque la suggestione dell’immagine, e quello strano termine, Ponca, che dà il nome alla Special Edition?
“Mi sono imbattuta nel misterioso termine Ponca attraverso il sito dell’azienda vinicola. Indagandone il significato – una speciale forma di suolo stratificato friulano –, ho scoperto che coincide con il nome di una tribù di nativi dell’Oklahoma e del Nebraska. Così è nata una riflessione sul tema del territorio nel senso di identità locale, singolarità geografica e qualità autoctona da salvaguardare, ma anche da coniugare creativamente con situazioni diverse: un bizzarro trio in cui l’estetica Ponca interagisce con la mia poetica del bricolage teriomorfo, immerso in un set fotografico che, ispirandosi formalmente alle antiche foto di gruppo dei nativi d’America, tenta di connettere il microcosmo rurale con una dimensione cosmica per indagare lo stereotipo del locale-globale”.
Già, anche la dimensione cosmica ha una suo ruolo nel quadro. Al centro dell’immagine, infatti, pensata per l’etichetta del vino, c’è, in cielo, un misterioso “oblò” che ricorda un cielo notturno stellato, simbolo delle forze oscure e misteriose dell’universo e che, nelle intenzioni dell’artista, “allude al fatto che la situazione non è statica ma in transito, e che ci sono sempre altre dimensioni rispetto alla realtà nostra: in qualche modo, potremmo anche essere in una gigantesca nave spaziale in viaggio nell’universo”.
Con l’augurio che, per questo 2024 appena iniziato, il viaggio di quella navicella spaziale chiamata “terra” possa andare verso un futuro più gioioso e meno denso di tensioni, violenze e guerre. Un augurio da farsi, magari, con un nel bicchiere di vino. D’artista, naturalmente.
La special edition di 15 bottiglie speciali con le etichette di Karin Andersen sarà messa all’asta dal produttore e il ricavato sarà devoluto in beneficienza. La grafica e la cura del progetto sono di Stefano Tortini / Artha Studio Milano.