What a Wonderful World

Il nuovo progetto del MAXXI “What a Wonderful World” mette in contatto arte, tecnologia e scienza

“What a Wonderful World” è il nuovo allestimento e progetto sperimentale in progress della Collezione Arte del Maxxi curato da Bartolomeo Pietromarchi e dal Team Curatoriale.

Un percorso che presenta le opere immersive di 15 artisti internazionali che offrono la loro prospettiva sul rapporto tra arte, tecnologia e scienza. 

Gli artisti coinvolti sono Micol Assaël, Ed Atkins, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Simon Denny, Rä Di Martino, Franklin Evans, Thomas Hirschhorn, Carsten Höller, Liliana Moro, Olaf Nicolai, Jon Rafman, Tatiana Trouvé, Paolo Ventura, James Webb.

La mostra di What a Wonderful World

La mostra sarà visitabile nella Galleria 1 del Maxxi fino a marzo 2023. Un’esperienza che permette ai visitatori di sperimentare quello che sarà il museo del futuro: un luogo dove lo spettatore plasma l’esperienza artistica grazie alla tecnologia. 


La più grande innovazione di “What a Wonderful World” è il prototipo dell’Ecosistema Relazionale Digitale, studiato in collaborazione con il centro di ricerca HER She Loves Data.

Uno strumento ad alta tecnologia capace di indagare l’ambiente relazionale creato dalla mostra attraverso l’analisi delle interazioni virtuali tra pubblico e opere.

Ecosistema Relazionale Digitale Courtesy Mariam Ndiaye<br>

All’ingresso è possibile scansionare il proprio biglietto su uno schermo apposito che registrerà la presenza dello spettatore alla mostra.

Alla fine del percorso uno schermo simile servirà per permettere agli spettatori di rispondere ad alcune domande e lasciare le loro impressioni sulla visita. 

Il percorso espositivo del progetto

La mostra nasce dalla volontà di sperimentare sulle modalità di valorizzazione del patrimonio pubblico attraverso progetti innovativi che tengono il passo con l’evoluzione tecnologica e digitale. 


“What a Wonderful World” si apre con “Perpetual Studio”, un’installazione di Franklin Evans che riproduce il suo studio di pittura.

I sei dipinti “Painted Tape Screens” tappezzano le pareti dell’ingresso della mostra. Un luogo in cui riferimenti dell’arte passata e contemporanea si fondono per dare vita all’immaginario dell’artista.

<em> <em>In Onda 2021<em> Liliana Moro<em> <em>Courtesy Mariam Ndiaye<em>

Una delle installazioni più suggestive è “In Onda” di Liliana Moro. I visitatori hanno accesso ad una stanza in cui è riprodotto l’ambiente sonoro del mare profondo.

L’opera è stata realizzata nel contesto di RAVE – residenza artistica incentrata sulle connessioni e gli equilibri dei sistemi naturali – e coinvolge la riserva marina del WWF di Miramare.  

Una delle installazioni più suggestive è “In Onda” di Liliana Moro. I visitatori hanno accesso ad una stanza in cui è riprodotto l’ambiente sonoro del mare profondo.

L’opera è stata realizzata nel contesto di RAVE – residenza artistica incentrata sulle connessioni e gli equilibri dei sistemi naturali – e coinvolge la riserva marina del WWF di Miramare.  

A rappresentare il tema molto attuale del rapporto tra produzione culturale e universo digitale, “Counterfeit Poasts” di Jon Rafman, paladino dell’arte post-Internet.

Un video che ci parla della formazione di un subconscio collettivo generato dal mondo online in cui coesistono comunità di gamer e subculture periferiche.

Scenari inquietanti che ritraggono un territorio virtuale ancora senza legge. 

<em>Counterfeit Poasts 2022<em> Jon Rafman Courtesy Mariam Ndiaye<br>

“What a Wonderful World” vuole essere un messaggio di speranza per la costruzione di un futuro migliore attraverso l’uso del digitale al suo massimo potenziale.

Le opere aprono il dialogo immaginando come questioni globali attuali saranno approcciate in futuro.

Tra i temi più visionari: la convivenza tra specie, nuovi scenari socio-politici e l’indagine del confine tra reale e virtuale.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Il premio Palombini a Tarquinia, connettere antico e quotidiano attraverso la ceramica

Tarquinia, culla di antiche civiltà, continua a essere un crocevia di cultura e innovazione artistica grazie al lavoro della STAS (Società Tarquiniense d'Arte e Storia), da oltre un secolo custode del patrimonio artistico cittadino, e a iniziative come la mostra "Orizzonte Terra" e il Premio “Vasco Giovanni Palombini”.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno