Zahi Hawass smentisce voci di direzione del Museo Egizio di Torino.

Tra le dicerie che si susseguono nel mondo dell’archeologia e di quel misterioso e affascinante angolo di Storia che è l’antico Egitto, quella che ha fatto più rumore nelle ultime settimane parlava di un prestigioso nuovo ruolo per l’egittologo Zahi Hawass: il Museo Egizio di Torino sarebbe in procinto di dare il benvenuto al celebre studioso come direttore.

Ma, come accade spesso, la realtà pare essere ben diversa dai sussurri che girano tra i corridoi dei musei e oltre. La notizia ha infatti suscitato l’immediata risposta di Hawass, che con una nota ha smentito il mandato dirigente al Museo torinese, già eccezionalmente condotto dal Dott. Greco, precisando che il suo interesse sarebbe esclusivamente relegato a un ruolo onorifico e di collaborazione, e non di direzione.

Non solo. Anche un’altra importante affermazione attribuita all’egittologo è stata da lui smentita. Questa riguarda la volontà di recuperare beni artistici italiani per riportarli in patria, una chiara allusione alla restaurazione della Gioconda al Louvre. Anche questa è stata definita da Hawass come una falsa interpretazione, probabilmente nata da un’errata traduzione dei suoi discorsi.

Nonostante queste smentite, non tutto sembra perduto per l’egittologo nel nostro paese. Infatti, ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà il Ministro della Cultura italiano per affrontare temi di largo interesse culturale, sia per l’Italia che per l’Egitto. Questo apre a interessanti possibilità di collaborazione tra l’egittologo e le autorità culturali italiane, offrendo opportunità per un arricchimento reciproco e un consolidamento dei canali di comunicazione tra le due culture.

Possiamo quindi solamente aspettare di scoprire su quale progetto preciso Hawass abbia in mente di mettere il suo sapiente contributo. La sua profonda conoscenza dell’antico Egitto potrebbe diventare un patrimonio prezioso per la nostra cultura, illuminando ulteriori aspetti di questa civiltà che ha tanto affascinato l’umanità, e che continua a farlo con la sua millenaria storia.

In conclusione, sebbene la notizia della direzione del Museo Egizio di Torino da parte di Zahi Hawass si sia rivelata infondata, resta comunque una grande aspettativa per la sua possibile collaborazione con le autorità culturali italiane. Aspetto che non mancherà di alimentare ancora di più l’appassionato dibattito sul rapporto tra l’Italia e l’antico Egitto, e che potrebbe aprire nuove meravigliose pagine della nostra conoscenza di questa affascinante civiltà.

Sarà quindi molto interessante seguire l’evoluzione di questi eventi, in attesa delle prossime mosse dell’egittologo. Quello che possiamo fare ora, è augurare a Zahi Hawass e alle nostre istituzioni un proficuo dialogo e collaborazione, nella speranza che essa si riveli un altro importante tassello nel legame sempre più stretto tra Italia ed Egitto. Si attendono quindi interessanti sviluppi futuri, in un clima di reciproco rispetto e con l’obiettivo sempre presente della divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale universale.

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