A Brescia lo sguardo vertiginoso di Massimo Sestini, tra speranza e testimonianza

È un momento sospeso nel tempo, come quando torni a respirare dopo aver trattenuto il fiato per troppo a lungo. Ayman lo ha descritto come un ritorno in vita: lo scafo del barcone sbatteva contro le onde al largo della Libia, dodici giorni di tempesta, il vento che urla e la paura che divora. Poi, l’apparizione improvvisa di un elicottero. Era la Marina Militare Italiana, in missione di salvataggio. Tra le persone a bordo, anche Massimo Sestini, il fotografo che avrebbe catturato quell’attimo con un’immagine diventata simbolo. Mare Nostrum, il titolo del suo scatto, è stato riconosciuto tra le migliori fotografie del 2014 dal TIME e pubblicato ovunque, dal National Geographic a The Guardian. La forza di quella fotografia risiede nella semplicità con cui restituisce il dramma e la speranza di quei viaggi, una moltitudine di volti che si aggrappano alla vita, uno scatto che è una finestra sul cuore del Mediterraneo.

Da quello scatto è nato il progetto Where are you?, una ricerca durata cinque anni per rintracciare alcuni di quei volti, raccontare le loro nuove vite in Europa, testimoniare la trasformazione di chi è riuscito a sopravvivere. Oggi Mare Nostrum è il centro della mostra Zenit della Fotografia, un’esposizione che celebra il talento di Sestini, dal 24 settembre al 2 marzo 2025 al Museo di Santa Giulia a Brescia. Curata da Angelo Bucarelli, la mostra chiude la settima edizione del Brescia Photo Festival, dedicata ai “Testimoni”, a quei fotografi che sanno catturare l’essenza del presente, restituendoci la nostra storia.

Il percorso espositivo si sviluppa su una cinquantina di immagini che abbracciano oltre trent’anni di carriera. Sestini ci porta tra le macerie di Capaci, nei minuti successivi all’attentato a Giovanni Falcone, tra i rottami della Costa Concordia, tra i volti attoniti durante i funerali di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, a L’Aquila dopo il terremoto. Lo sguardo è dall’alto, vertiginoso, quasi acrobatico, perché il fotografo è sempre in cerca del punto di vista che sfugge all’occhio comune. Ogni immagine è un racconto visivo che unisce la cronaca alla poesia.

L’esposizione si articola in più sezioni: Storie, con i grandi eventi della storia italiana; Icone, che ci porta dentro le tradizioni sportive e culturali, dal Palio di Siena alla 1000 Miglia; Patrimonio, che esalta le bellezze naturali e architettoniche del nostro Paese, e infine Sicurezza, con un Sestini al servizio delle forze dell’ordine, impegnato a documentare operazioni militari e di soccorso.

A Santa Giulia il percorso è arricchito da installazioni immersive curate dallo studio Top Tag. Una parte della mostra si sposterà anche a Borgonato di Corte Franca, negli spazi della cantina Freccianera Fratelli Berlucchi, main sponsor dell’esposizione. Qui, tra botti e barriques, le immagini di Sestini dialogheranno con i luoghi in un connubio di arte e territorio.

Non si tratta solo di una retrospettiva, ma di un viaggio tra le ombre e le luci di un’umanità in movimento, una ricerca costante di quei frammenti di vita che possono raccontare intere esistenze. Come quella di Ayman, che oggi vive altrove, ma che in quel giorno di tempesta ha visto la vita riaccendersi come un lampo. È in questi attimi, sospesi tra il cielo e il mare, che Sestini trova il suo zenit: il punto più alto della fotografia, quello in cui lo sguardo dell’artista si allinea perfettamente con l’anima del mondo.

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