L’artista di Detroit con le sue opere parla dell’importanza della storia e delle sue origini, lanciando un grido di protesta
Una figura bionda è in piedi, con le spalle allo spettatore e il rullo di vernice bianca in mano, colta nell’atto di coprire le immagini di Martin Luther King Jr., Harriet Tubman e Malcolm X. L’opera di Jonathan Harris, Critical Race Theory (2021), ha da subito spopolato sui social media ed è stata accolta come un potente promemoria dell’importanza di insegnare e preservare la storia e le origini della popolazione nera.
Harris, classe 1988, dopo aver frequentato la Detroit School for the Fine and Performing Arts, si è laureato in Graphic Design all‘Henry Ford Community College e successivamente in Studio Art alla Oakland University.
L’obiettivo del suo lavoro artistico e curatoriale è quello di portare consapevolezza alle questioni sociali e mondiali, oltre a instillare orgoglio nella comunità nera.
Il suo rapporto con l’arte prende forma nel 2019 quando, vedendo suo cugino dipingere, decide di iniziare a raffigurare celebrità e soggetti visti su Instagram.
Prima di intraprendere il suo percorso come artista, lavorava alla Coca Cola nel reparto marketing e dipingeva dopo il lavoro e nei fine settimana. All’inizio della pandemia da Covid-19, ha avuto due settimane di riposo: decide così di sfruttare questo tempo per dipingere, collezionando numerose opere.
Dopo essere stato al Detroit Fine Arts Breakfast Club, dove i collezionisti dello stato del Michigan si incontrano ogni settimana, conosce l’organizzatore Henry Harper, che lo prende sotto la sua ala protettiva.
Harper lo introduce al mondo del mercato artistico, spiegandogli i diversi tipi di arte e il forte interesse nelle persone di acquistare opere che raccontino storie di vita e del percorso personale, non solo artistico, del loro autore. Questo è stato un punto di svolta fondamentale per Harris, e ha segnato il vero inizio della sua carriera come artista.
Da quel momento l’artista ha iniziato a guardare alla vita come una musa ispiratrice: i suoi dipinti e la sua tecnica si sono evolute e ha iniziato a dipingere soggetti che trasmettessero i suoi sentimenti e raffigurassero la sua vita in America da uomo di colore.
È stato solo più avanti però che Harris ha avuto l’idea per Critical Race Theory. Tre dei più famosi sostenitori dei diritti dei neri americani, i loro contributi alla storia della nazione che vengono letteralmente cancellati, imbiancati insieme alla bruttezza intrinseca della storia di schiavitù, oppressione e razzismo strutturale.
La Critical Race Theory, esamina i modi in cui il razzismo è radicato nei sistemi legali e nelle politiche degli Stati Uniti, sin dagli anni ’70. Ma ha iniziato a fare notizia, soprattutto nei media conservatori, lo scorso anno quando alcuni legislatori locali hanno cercato di vietare in modo proattivo il suo insegnamento.
La visione che propone con questa opera potrebbe sembrare estrema, ma da gennaio 2021, 37 stati hanno presentato progetti di legge o adottato altre misure che limiterebbero l’insegnamento della teoria critica della razza o limiterebbero il modo in cui gli insegnanti possono discutere di razzismo e sessismo secondo Education Week.
Come un grido di protesta, quest’opera presenta quello che secondo Harris potrebbe essere il futuro, una storia che verrà dimenticata se non si agisce subito per contrastare la situazione attuale.
L’arte di Harris è conservata in importanti collezioni, comprese quelle del N’Namdi Center for Contemporary Arts, di Judge e Linda Whitaker, e del rappresentante statale, Shri Thanedar.
Cover Photo Credits: Courtesy the artist