Shimabuku, al Museion di Bolzano con la prima antologica in Italia, Me, We, una mostra con uno sguardo “curioso e umoristico”.
La pratica di Shimabuku classe 1969, indaga il mondo circostante attraverso uno sguardo “curioso e umoristico”, come sottolinea il comunicato stampa della mostra appena inaugurata al Museion di Bolzano. Una mostra emozionante per l’artista che torna in Italia dopo molti anni, e perché si tratta della sua prima antologica in un museo italiano, che sarà visitabile dal 6 maggio al 3 settembre 2023, con un programma di eventi collaterali tra incontri e visite guidate.
IL TITOLO ME, WE
Il titolo Me, We riprende una frase pronunciata da Muhammad Ali, in occasione di un incontro all’Università di Harvad. Shimabuku condensa in quelle poche parole poetiche, la sua visione e la sua ricerca. Le azioni, le immagini fotografiche, i video e gli oggetti sono mossi “da un desiderio di incontro”, come scrive il direttore del museo Bart van der Heide.
LA RICERCA E I CONTENUTI
La sua esperienza e il concetto di ME-IO attraverso la pratica artistica, diventa una questione condivisa trasferendosi al WE-NOI. Esplora la relazione con l’altro e con il non umano, tra cui la reciprocità e solidarietà dei polpi e il processo di umanizzazione e di addomesticamento dei macachi. Ma anche la dimensione della quotidianità del viaggio e della propria vita privata, investigando la cultura materiale della società. Dagli accostamenti di oggetti comuni, a quelli recuperati come nell’opera prodotta per il Museion, dagli strumenti delle civiltà più antichi-pietre a quelli nuovi-tecnologici, come nel progetto I più antichi e i più nuovi utensili degli esseri umani.
UN’ANTOLOGICA LIBERA
La mostra antologica è per l’artista libera da impostazioni cronologiche, per fornire allo spettatore “diversi punti di accesso”, come afferma nella lunga conversazione con Haegue Yang, contenuta nel booklet.A partire da un resoconto dei primi lavori dei primi anni Novanta, attraverso installazioni, video e immagini fotografiche anche di grande formato, che documentano azioni o momenti di vita privata.
IL PROGETTO SITE SPECIFIC
Fino a quelli più recenti e al progetto site specific Me, We, realizzato con i prelievi di materiale di due aree specifiche della zona il Mauracher Hof del 1278 e l’Ex-Montecatini, ex-Solland Silicon del 1920 circa. Un vecchio hotel e abitazione il primo, in corso di ristrutturazione, e un’area industriale completo di un complesso abitativo, in corso di demolizione, il secondo. Un lavoro possibile grazie al contributo della Fondazione Antonio Dalle Nogare e dell’Ex-Montecatini, ex-Solland Silicon, che mette in dialogo epoche e simboli: “Il semplice atto di posizionare in verticale un oggetto è un’azione umana primitiva, forse all’origine della scultura”, sostiene l’artista nel booklet.
LA COLLABORAZIONE CON MUTINA FOR ART
La mostra segna anche la sua collaborazione con Mutina for Art, per cui l’artista ha prodotto delle ceramiche, essendo stato vincitore di una delle edizioni del premio This is Not a Prize, che ha l’obiettivo di fornire un supporto concreto.
L’ESPERIENZA DI SHIMABUKU
Per Shimabuku l’esperienza assume un valore che non circoscrive l’individualità del singolo ME-IO, ma che diventa collettiva nella sua condivisione con l’altro-NOI, nel tentativo di fornire allo spettatore una nuova chiave di lettura dell’umanità.
Immagine di copertina: Sculpture for Octopuses: Exploring for Their Favorite Colors – aquarium in Kobe, 2019. Courtesy the artist © Shimabuku