Al Museo Storico della Fanteria di Roma fino al 17 marzo oltre 250 opere del maestro della pop-art, Andy Warhol a cura di Achille Bonito Oliva .
Universo Andy Warhol è una mostra non generalista che proietta il visitatore nello sfaccettato mondo dell’artista. Al primo piano del Museo Storico della Fanteria, il lavoro di Warhol si sviluppa in grandi aree tematiche, dalla sperimentazione grafica, alla fotografia, fino al rapporto con il cinema e con l’industria musicale. Il percorso espositivo inizia con i Golden Book, litografie off-set su carta dorata, degli sketch sintetici che l’artista regalava agli amici. Prosegue con le copertine di Interview, periodico fondato nel 1968 con John Wilcock e Gerard Malanga: una rivista eccentrica dai colori sgargianti sul jet set internazionale degli anni ’60.
Andersen e Marilyn
Nella prima sala, la suite ispirata alle fiabe di Hans Christian Andersen, troviamo un portfolio di quattro serigrafie, tre delle quali sono ispirate allo stile dei personaggi. Andersen, autore amato dall’artista per la sua capacità di trascendere l’età e la cultura, si lega all’immaginario di Warhol in rapporto alla creazione di ritratti e serie basate su figure iconiche. Questa edizione è interamente dedicata ad un creatore di personaggi che ebbero la capacità di ispirare il genio di Warhol. Le quattro serigrafie si contrappongono alle iconiche Marilyn. La star dello spettacolo, amata musa di Warhol alla quale è dedicata un’intera edizione di Interview che celebra la Star post-mortem. Marilyn è l’icona pop per eccellenza, cardine della ricerca dell’artista, che immortala il mito della società dell’apparenza. Attraverso la sua figura iconica, Andy Warhol, artista poliedrico e geniale, non solo ha colto con disinvoltura lo spirito del tempo ma ne ha orientato il corso con la sua potenza creativa.
Le serigrafie Campbell e le ceramiche
Nella seconda sala risalta lo sguardo dell’artista sulla società dei consumi e sul mondo del XX secolo che si stava aprendo alla globalizzazione. La preziosa serigrafia della serie Electric Chairs, le mucche policrome e le ristampe di altissima qualità delle famose zuppe Campbell sono esempi di questo aspetto. Nella vetrina centrale, la preziosa collezione di formelle in porcellana disegnate e decorate in oro zecchino, mostra l’ecletticità della sua ricerca. Quella della ceramica è una strada intrapresa tardivamente dall’artista su consiglio dell’appassionato d’arte Philip Rosenthal. A seguire una lunga serie di polaroid che ritraggono giovani star come Yoko Ono, John Lennon, Paloma Picasso e Mick Jagger. La varietà dell’interesse di Warhol che troviamo nelle opere in mostra, evidenzia il binomio oggettificazione/idolatria tipico dell’epoca, evidente sia nelle singole opere che nella sua produzione generale.
Ladies and Gentlemen
Sono presenti in mostra anche dieci ritratti serigrafici e venti acetati della serie commissionata dal gallerista Luciano Anselmino: Ladies and Gentlemen (1975). In seguito ai moti di Stonewall del ’69 crebbe l’interesse nei confronti della fluidità di genere. Queste opere puntano un riflettore sulle drag queen e le trans del Gilded Grape, le 12 modelle che l’artista ha ritratto in pose provocatorie determinano inoltre l’inizio del suo lavoro di ritrattistica basata su scatti personali. Nella stessa sala un ampio spazio è dedicato alla passione di Andy Warhol per la fotografia delle star. Sulle pareti si susseguono i personaggi del jet set colti in momenti di vita mondana, tra questi Sting, Boy George, Madonna, John Travolta e Keith Haring.
La sezione dedicata alla musica
A cura di Red Ronnie è la sezione dedicata alla musica. Lo stretto rapporto tra Warhol e l’industria discografica è raccontato dal curatore in un video che racconta proprio la relazione professionale tra Warhol, gli artisti e le etichette. In quest’area sono esposti 60 vinili originali disegnati da Andy Warhol, copertine di musica classica, jazz, rock e pop. Tra queste ci sono alcune delle copertine più famose della storia come A hard day’s night dei The Beatles, Sticky Fingers dei Rolling Stones e il celebre album debutto dei Velvet Underground & Nico con la banana .
Warhol e il cinema
L’ultima sala del percorso è dedicata all’area selfie, una stanza con pareti argento ispirata alla Factory e arredata con strumenti del mestiere di serigrafo. A concludere il viaggio in questo universo sono i manifesti dei film a cui Warhol ha partecipato o che ha diretto: il suo film sperimentale muto e in b/n Empire, diretto nel 1965, undici fotografie del docu-film da lui prodotto e diretto da Paul Morrissey, Trash – I rifiuti di New York (1970) e il manifesto del suo Frankenstein. Questo aspetto offre al visitatore un’ulteriore chiave di lettura sulla mente geniale di questo artista che ha rivoluzionato il panorama culturale del XX secolo. L’attenzione ai dettagli e la varietà degli oggetti esposti convergono per creare una narrazione avvincente. Per chiunque sia affascinato dal genio di Warhol, questa mostra è un appuntamento imperdibile.